FM NEWS: Tempo Reale-

E così una delle cose in movimento di cui sopra è arrivata...
Che shock stamattina Julio Iglesias (o qualcosa del genere, non conosco sta roba) sulle frequenze di K Rock... :D
Non finirò mai di stupirmi di come venga ascoltata certa roba, con tutto il rispetto di Birikina o Radio Zeta, riguardo alla quale in passato ho già fatto questo discorso...
Facciamo due conti: io ho 56 anni e sono cresciuto col rock e i cantautori, e così la generazione 10/15 anni più vecchia...e così arriviamo ai 70 anni...
Mi ricordo che quando poco più che ragazzino ho iniziato a fare radio negli anni 70 Julio Iglesias lo chiedevano dai 40 anni in su (a non volere esagerare): mettiamo anno 1977, sono passati esattamente 40 anni e i conti tornano...
Però fare radio per gli ultraottantenni non ha molto futuro... :eusa_whistle:
(per carità, non si intenda in modo sbagliato questa affermazione, semplicemente volevo dire che i mercati di nicchia sono meglio quando sono di sviluppo e innovativi, più che di retroguardia...)
 
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Avevano avvertito che dopo la tv digitale terrestre sarebbe stato il turno delle radio, ad eleminare le interferenze con gli stati esteri.

Frequenze di confine: in aumento le segnalazione degli altri paese nei confronti dell’Italia


L’argomento di oggi sono le cd.
incompatibilità radioelettriche di confine in FM
cioè le interferenze provocate alle emissioni estere o da queste subite. In questa intervista all’avv. Lualdi esamineremo brevemente la controversa questione.
Negli ultimi tempi si è riscontrato un inasprimento delle denunce per pretese situazioni interferenziali avanzate da stati confinanti con l’Italia, in particolar modo dell’Adriatico. Quali sono le fonti giuridiche che regolano questa materia?
Premesso che il Preambolo al Radio Regolamento (RR) rammenta (0.3) che la frequenza è una risorsa scarsa alla quale tutti i paesi debbono avere accesso su base di equità, esso stabilisce (0.4) che il R.R. stesso è fondato su di una serie di principi, tra i quali quello che tutte le stazioni radio devono essere installate ed esercite in modo da non causare interferenze dannose ai servizi radio o di comunicazione di altri Paesi membri operanti in accordo con il medesimo R.R. (n. 197 della Costituzione, sottoscritta dall’Italia con atto parlamentare). L’art. 4 del R.R. individua le regole generali per l’assegnazione e l’uso delle frequenze radio, tra cui la limitazione al numero minimo delle frequenze necessario per l’ottenimento di una qualità soddisfacente dei servizi nonché l’assegnazione fatta nel rispetto delle regole stabilite dal R.R. per quelle frequenze potenzialmente capaci di causare interferenze dannose a servizi espletati in accordo con il regolamento stesso, le cui assegnazioni di frequenze risultino già registrate nel Master International Frequency Register.

Ma come viene gestita dal Ministero una segnalazione interferenziale proveniente da uno Stato estero o verso di esso?
L’art. 8 del R.R. individua lo status di cui gode ogni assegnazione registrato nel M.I.F.R., mentre l’art. 15 detta le regole generali atte ad evitare/ridurre l’insorgenza di interferenze ed individua le procedure per la segnalazione e gli interventi finalizzati alla correzione delle situazioni interferenziali che possono insorgere nell’espletamento di servizi radio da parte di differenti paesi. L’art. 23 del R.R., dedicato espressamente ai servizi di radiodiffusione, stabilisce che, in linea di principio, le stazioni trasmittenti non debbano impiegare potenze superiori a quelle strettamente necessarie a mantenere in maniera economica un efficace servizio nazionale di buona qualità. Le appendici 9 e 10 riportano i formulari sulla base delle quali devono essere avanzate (da una Amministrazione a quelle confinanti) le segnalazioni di irregolarità/infrazione ovvero di interferenza dannosa, qualora un proprio servizio fosse danneggiato nell’espletamento a causa di attività estere non condotte secondo le norme.
Nei rapporti tra emittenti “interne” il principio cardine è il “contraddittorio”, cioè il confronto tra i soggetti interessati (presunti interferente e presunto interferito). In questo caso non pare che ciò avvenga.

“Le segnalazioni (che possono naturalmente essere oggetto di discussione nell’ambito della normale dialettica che si può instaurare tra Amministrazioni) non possono tuttavia essere invalidate per mancanza di contraddittorio, in quanto non previsto espressamente da regole dell’Unione”, spiega sul punto una circolare della D.G.P.G.S.R. del 2012 che in maniera puntuale (anche se a mio modo di vedere non completamente condivisibile) traccia anche la genesi giuridica e fattuale della problematica, che affonda le radici nella deplorevole mancata registrazione a Ginevra da parte del Ministero delle PP.TT degli impianti eserciti da 4000 radio private nel 1984.
33 anni fa….
Esatto. L’accordo regionale di Ginevra del 1984 vede un elenco di impianti a suo tempo notificati e registrati all’UTI ed una serie di regole stabilite per la relativa modifica (incremento, variazione, cessazione). L’accordo in questione, benché sottoscritto dall’Italia, non è ancora stato recepito nell’ordinamento nazionale e ciò (tra le altre cose) impedisce l’accesso alle regole suddette per incrementare le registrazioni rispetto a quelle italiane già in atto (ossia quelle degli impianti RAI esistenti all’epoca). “Tuttavia – ha fatto sapere nel 2012 il Ministero – questa circostanza non può impedire il rispetti dei diritti costituitisi in capo ai Paesi confinanti, i quali (pertanto) vanno tutelati nei limiti delle relative registrazioni. Quello che non appare condividibile (e probabilmente ispirato da considerazioni o comportamenti non pertinenti allo status di singolo Paese aderente all’UIT) è la richiesta di protezione al livello minimo decurtato del rapporto di protezione sui confini, quasi che si volesse ritornare alle precondizioni adottate in fase di conferenza di pianificazione da cui scaturirono gli accordi di Ginevra del 1984 e non si vivesse nell’attuale fase di “manutenzione” che tiene conto di impianti realmente esistenti da proteggere nelle effettive condizioni di esercizio.
Ma chi stabilisce quale debba essere il limite massimo di penetrazione nel territorio estero?
Il concetto di “naturale debordo” per le zone di confine ha efficacia quando gli impianti sono tutti in regola con le norme di notifica/registrazione. Ora, tutti gli impianti esteri posizionati in vicinanza dei confini nazionali appaiono notificati, secondo la Direzione Generale del Ministero (circolare del 2012) “in condizioni tali da non rispettare i dettami dell’art. 23 del R.R. per quanto attiene ai livelli atti allo svolgimento di un servizio interno ottimale (vuoi per la presenza di interferenze originate in Italia da impianti non coordinati, vuoi per la possibile concomitante presenza di altre emissioni estere coordinate che rimangono sconosciute a questa Amministrazione). Pertanto, l’esercizio dei predetti impianti può risultare tale da provocare una abnorme estensione del naturale debordo in territorio italiano, con penalizzazione degli impianti italiani, anche operanti lontano dai confini e su frequenze viciniori. E’ del tutto evidente come vi possano essere stati degli eccessi, da parte di alcune amministrazioni estere, nella notifica di propri impianti, probabilmente in ragione della totale mancanza di possibilità di opposizione da parte dell’Italia, visto il mancato recepimento dell’accordo regionale di Ginevra ’84 nel quadro legislativo nazionale. Tuttavia, dette notifiche sono ormai non più impugnabili ed i vari tentativi esperiti al fine di giungere ad accordi bilaterali di reciproca tolleranza sono falliti nella sostanziale mancanza di una dimostrazione di buona volontà che, al di là di sporadici casi, non si è mai manifestata nella generalità dei casi. La normativa italiana posta a base del rilascio delle concessioni/autorizzazioni all’esercizio della radiodiffusione è stata sviluppata facendo sostanzialmente astrazione del rispetto delle regole internazionali per quanto riguarda i rapporti con i paesi confinanti e tale stato di cose è divenuto via via sempre più intollerabile per i paesi medesimi. Pertanto, indipendentemente da quanto contenuto negli atti concessori o di autorizzazione, gli impianti segnalati come interferenti dovrebbero essere tutti ricondotti a conformità (in termini di potenza, livelli irradiati nelle direzioni critiche o frequenza) per rispettare i rapporti di protezione nei confronti dei livelli delle emissioni estere segnalate come interferite, indipendentemente dall’eventuale stravolgimento che le modifiche conseguenti potranno comportare ai delicati equilibri nazionali costituitisi negli anni (in danno sistematico delle emissioni estere, va rammentato).Poiché le segnalazioni richiamate in premessa sono sostanzialmente divise in due gruppi, quello delle interferenze critiche (o per le quali è richiesta una più urgente soluzione) e quello delle interferenze meno penalizzanti, si ritiene di dover procedere, in una prima fase, almeno con le intimazioni ai gestori che sono causa delle interferenze critiche (anche per dare il segnale di volontà di risolvere una volta per tutte la questione), mentre le segnalazioni del secondo gruppo andranno quantomeno depurate da quelle chiaramente strumentali o inaccettabili (quali, ad esempio, sono i casi di presenza di livelli reali dei trasmettitori da proteggere di gran lunga più elevati di quelli minimi e distanze tra le portanti uguali o superiori a 300 KHz e viene preteso l’aggancio delle protezioni a quelli minimi della racc. BS-412 per zone urbane, magari anche in occasione di misurazioni effettuate in zone rurali o isolate e disabitate). Appare infine manifesto come i contrasti derivanti dall’applicazione d una normativa non coordinata con le norme internazionali di settore si riverbereranno, inevitabilmente, anche sul prosieguo delle attività che dovranno essere svolte ai fini dell’eliminazione delle interferenze in argomento. La giurisdizione nazionale, infatti, non potrà esimersi dall’applicare e/o interpretare prescrizioni interne che contengano in sé le origini che hanno causato la disastrosa situazione che ci si trova ora ad affrontare ed è a tal proposito che si ritiene indispensabile un parere da parte della collaterale D.G.S.C.E.R. sulle osservazioni (…) in merito alla eventuale precedenza che dovrà essere data all’azione amministrativa centrale rispetto a quella impositiva territoriale”.
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mi é piaciuto il punto dove dice ..."distanze tra le portanti uguali o superiori a 300 KHz..." ! in italia neanche 100, ma in molti casi siamo scesi anche a 50Khz di distanza fra una stazione e l'altra!!! altro che non inteferire.
 
Ormai c'è poco da fare, si può solo abbassare la potenza dei ripetitori e cercare di essere il più direttivi possibile, l'azione deve essere però congiunta, anche gli stati confinanti hanno alzato troppo le emissioni per contrastare le nostre.:icon_rolleyes:
 
e questo mica soltanto in ambito di zone di confine, ma anche all'interno dello stesso territorio italiano, a causa della moltiplicazione sciagurata di emittenti (venute al mondo come conigli, figlie di un governo incapace che rilascia concessioni come noccioline), l'unica soluzione "intelligente" che gli é venuta in mente é quella di farsi la guerra dei chilowatt (aumenta tu che aumento io) con i ben noti disastrosi effetti...é un marasma senza fine.
 
e questo mica soltanto in ambito di zone di confine, ma anche all'interno dello stesso territorio italiano, a causa della moltiplicazione sciagurata di emittenti (venute al mondo come conigli, figlie di un governo incapace che rilascia concessioni come noccioline), l'unica soluzione "intelligente" che gli é venuta in mente é quella di farsi la guerra dei chilowatt (aumenta tu che aumento io) con i ben noti disastrosi effetti...é un marasma senza fine.
Si però, quando sento queste lamentazioni, una volta mi sembra le chiamavano geremiadi, mi sembra che stiamo fuori dal mondo...siamo negli anni 80?
Quello che dici è successo allora (anche per dare responsabilità ai governi giusti, visto che citi il governo) e in linea di massima non è stata concessa una virgola in più, procedendo poi per compravendite delle frequenze.
Con tutte le radio morte e sepolte da allora e a volte anche un po' più di sale in zucca, la situazione non è mica più quella, non razionale, ma neanche come la dipingi...
 
beh spaziature di 50KHz, potenze esagerate, e canali uno sopra l'altro mi sembrano piu che mai all'ordine del giorno; proprio quando ha fatto l'ultima nevicata ho fatto un rapido scanning e con i vari spegnimenti ho scoperto con segnale perfetto fino a tre emittenti sulla medesima frequenza! forse da te la situazione é diversa.
 
beh spaziature di 50KHz, potenze esagerate, e canali uno sopra l'altro mi sembrano piu che mai all'ordine del giorno; proprio quando ha fatto l'ultima nevicata ho fatto un rapido scanning e con i vari spegnimenti ho scoperto con segnale perfetto fino a tre emittenti sulla medesima frequenza! forse da te la situazione é diversa.
certo, tu ricevi tutta insieme tutta la spazzatura della Lombardia ;)
Comunque a cavallo fra anni 70 e 80 era sicuramente peggio, la gente si alzava una mattina e accendeva un trasmettitore a caso...
 
l'hai detto! e non solo della lombardia, aggiungici il piemonte, un marasma pazzesco! non per contraddirti, ma negli anni 70 80 sia qui che nell'immediato oltre confine erano molte di meno, pensa che in quasi tutta la zona si ascoltavano bene addirittura i 104 di radio city da castelletto d'orba (non é proprio dietro l'angolo) e molte altre radio da lontano come radio studio elle di vigevano, adesso si sentono solo quelle trasmesse da pochi Km (campo dei fiori, campione, monte orsa, e monte marzio che quando si spengono come l'altro giorno rendono possibile l'ascolto di quelle da piu lontano che si trovano sulla medesima frequenza; questo brutto vizio produce interferenze in molte zone, specialmente in movimento.
 
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Giusto per rimanere monotoni....da pochi giorni collegata a RTL 102.5 la frequenza FM 106.2 del Monte Cimone (Mo) finora utilizzata da Canzoni e Sorrisi.
 
Da Firenzeviola https://www.firenzeviola.it/primo-piano/radio-rmc-sport-network-sbarca-in-toscana-268135 , RMC Sport da oggi sulle frequenze di Radio Fiesole:

Sbarca anche in Toscana RMC Sport Network, la nuova talk radio tematica lanciata lo scorso gennaio da Radio Monte Carlo: da giovedi 31 maggio l’emittente, che racconta i grandi eventi sportivi sempre in diretta, sarà ricevibile in tutte le province della regione sui 100 fm e su una serie di frequenze alternative grazie ad una capillare rete di impianti sparsi sul territorio.
Di seguito l’elenco delle principali frequenze su cui è possibile ricevere i programmi di RMC Sport Network:

Arezzo e provincia 100.000MHz - 94.700MHz
Firenze e provincia 100.000MHz – 100.300MHz – 100.900MHz – 94.700MHz
Livorno 100.000MHz
Lucca 100.000MHz
Abetone 100.000MHz
Massa Carrara 100.000MHz
Pisa 100.000MHz
Pistoia 100.000MHz
Siena 94.700MHz
Prato 100.000MHz
 
Per ora c è ancora Radio Fiesole, che però non ha più trasmissioni in diretta con speaker, pubblicità e TG...
 
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