I dialetti regionali. Un thread che unisce, non politico, divertente.

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Due parole che ricordo ai tempi del servizio militare. Erano usate da due ragazzi campani commilitoni miei a Latina. Sono entrambe per dire "scemo, deficiente" o similari

Peperone (dialetto di Benevento)

Pappannicchio (dialetto di Afragola, provincia di Napoli)
 
Due parole che ricordo ai tempi del servizio militare. Erano usate da due ragazzi campani commilitoni miei a Latina. Sono entrambe per dire "scemo, deficiente" o similari

Peperone (dialetto di Benevento)

Pappannicchio (dialetto di Afragola, provincia di Napoli)

Da noi si dice anche "loc", forse alludendo all'allocco. :eusa_think::D:D
 
modi curiosi di dire del mio dialetto

toccato dé còccia = toccato di testa, nel senso tipo che non c'è con la testa

toccato dé vrìcci = toccato di orecchie, riferito ad un omosessuale

Stàmo dé becco = siamo di bocca, nel senso che dobbiamo partecipare ad un pranzo speciale, tipo quello di matrimonio
 
Ho notato in queste settimane che tra gli adolescenti, in buona parte dei casi, si è conservato il dialetto più o meno che parlavamo quando ero adolescente anch'io.
In una zona come la nostra, dove si è soggetti a "invasione" di persone provenienti dalle zone di Napoli e Caserta, ci può essere sempre il rischio di perdere l'identità linguistica locale.
 
Quando uno non capisce bene o non sente bene cosa gli stai dicendo, lo si apostrofa con un

Spìlate le vricci la matina

Sturati le orecchie la mattina

Le vricci sono le orecchie, gli vricci sono invece i sassolini.
 
Te sbatto de coccia nfronte a glio muro pé facéréte tornà la memoria

Ti sbatto di testa al muro per farti tornare la memoria
 
Fine anni '80. Eravamo nei giardini dell'istituto scolastico dove frequentavamo la ragioneria. Pochi minuti prima dell'inizio delle lezioni c'è tra di noi anche un ragazzo che abita poco lontano da casa mia, più grande di me e ripetente (si diplomerà nel 1991 con me). Ad un certo punto grida

M'àte abbuffàte lè palle.. co se caxxo dé scòle!!!

Mi avete riempito le balle.. con questa maledetta scuola!!!

In quel senso scuola viene detta al plurale.. non si dirà mai "sta cavolo di scuola", per esempio, ma "ste cavole de scole"
 
Ho notato in queste settimane che tra gli adolescenti, in buona parte dei casi, si è conservato il dialetto più o meno che parlavamo quando ero adolescente anch'io.
In una zona come la nostra, dove si è soggetti a "invasione" di persone provenienti dalle zone di Napoli e Caserta, ci può essere sempre il rischio di perdere l'identità linguistica locale.
Beati voi!!!
Qui i ragazzi si stanno dimenticando praticamente tutto.
Forse nelle valli più sperdute (Gardone, Lumezzane, Val Camonica, Ome, Val Trompia) qualche giovanissimo resiste ancora.
Una mano a tenere in vita il dialetto ce la dà Charlie, il cantautore nostrano che è riuscito a dare un significato in tal senso alla sua professione musicale:
https://www.youtube.com/watch?v=iME_gvAiHh0
 
In una zona come la nostra, dove si è soggetti a "invasione" di persone provenienti dalle zone di Napoli e Caserta, ci può essere sempre il rischio di perdere l'identità linguistica locale.
Sbaglio o il vostro dialetto è alimentato e sorretto da questa "invasione"? Dico ciò dato che molti termini provengono dal Napoletano e sono "storpiati" col dialetto locale, esempio può essere questo:
Lé rìna = la schiena, detta anche glio schìno

e rin che sono sia i reni ma indicano anche la schiena. Tipico è me fann mal e rin che viene usato per dire che fa male la schiena
 
Ci sono termini che provengono dal Napoletano, direi almeno la metà del dialetto ma forse anche di più, poi una parte che non ha nulla a vedere col dialetto campano e che rimanda più alla parlata ciociara-abruzzese, e in minima parte al romanesco. Mi riferisco al mio paese, mentre sul lato mare l'influenza campana e in parte anche pugliese è maggiore. Sull'interno invece in parte è come al mio paese e in parte come i paesi del mare.

Attenzione che alcune parole provenienti dal Napoletano sono presenti anche nei paesi del Lazio appartenuti allo Stato Pontificio, anche se là l'influenza ciociara-romana è prevalente.

Parole provenienti da Napoli sono ngòppa, vaglione, accàne, fémmena, es
ve ne sono altre simili al napoletano con qualche differenza di consonante muòglio, rafanièglio es
alcune di tipo ciociaro-abruzzese sono glio, còccia, ciammarrùca, èssoglio, èglio, dé
di romanesco ricordo rùchètta (rucola) e poi la prima persona plurale del verbo presente vèdèmo, giocàmo, dàmo, lèggèmo

A Roma e zone vicine spesso veniamo presi per napoletani (se parliamo dialetto) ma a Napoli in molti o non capiscono proprio da dove veniamo o, nella maggior parte dei casi, ci chiamano romani.

Al mio paese, come in altri vicini come Minturno o Ausonia si conservano tutte le vocali compresa la finale, mentre sul mare e a volte anche all'interno la vocale finale manca (come nel napoletano) o diventa "e"

Es da me sono andato si dice so ito, ma a Cassino e nei paesi di mare è so it' o anche so ite
 
A completamento del discorso di su inserisco la classificazione dei dialetti campani

1) Napoletano, parlato nelle province di Napoli, Caserta, Benevento, parte di quella di Salerno e nel comune di Baiano in provincia di Avellino

2) Irpino, parlato nella provincia di Avellino (escluso Baiano)

3) Cilentano, parlato nella parte meridionale della provincia di Salerno

4) Laziale Meridionale, parlato nella parte del Lazio che apparteneva al Regno delle Due Sicilie

Quindi il Laziale meridionale borbonico rimanda ai dialetti campani ma ha caratteristiche proprie. A Gaeta medievale, Ponza e Ventotene si parla proprio il napoletano, mentre negli altri paesi la situazione è un pò mista.

La classificazione logicamente è stata realizzata da esperti linguisti e pubblicata in vari libri e studi, quindi non è una mia idea:)
 
Quando una persona ha un modo di parlare che risulta "ad orecchio" di difficile comprensione, diciamo che "strafuia"
Termine che possiamo anche usare quando la frase è comprensibile,ma il tizio spara c***te! :laughing7:
 
Quando una persona incespica nelle parole o trascina con difficoltà la logica del discorso (come ad esempio un ubriaco) diciamo:
El sa enfarfòia :)
 
Ci sono termini che provengono dal Napoletano, direi almeno la metà del dialetto ma forse anche di più, poi una parte che non ha nulla a vedere col dialetto campano e che rimanda più alla parlata ciociara-abruzzese, e in minima parte al romanesco.
Appunto, intendevo dire che da quel che ho capito non c'è un vero e proprio "vostro dialetto" ma è un insieme di termini provenienti da altri dialetti (o lingue) principale, rielaborati poi con la vostra pronuncia. Ciò per dire quindi che non vedevo una vera e propria "Identità linguistica" ma una sorta di sottoinsieme ;)


La classificazione logicamente è stata realizzata da esperti linguisti e pubblicata in vari libri e studi, quindi non è una mia idea:)
Mai messo in dubbio, in materia sei quasi un'istituzione :)
 
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