Ci sono termini che provengono dal Napoletano, direi almeno la metà del dialetto ma forse anche di più, poi una parte che non ha nulla a vedere col dialetto campano e che rimanda più alla parlata ciociara-abruzzese, e in minima parte al romanesco. Mi riferisco al mio paese, mentre sul lato mare l'influenza campana e in parte anche pugliese è maggiore. Sull'interno invece in parte è come al mio paese e in parte come i paesi del mare.
Attenzione che alcune parole provenienti dal Napoletano sono presenti anche nei paesi del Lazio appartenuti allo Stato Pontificio, anche se là l'influenza ciociara-romana è prevalente.
Parole provenienti da Napoli sono ngòppa, vaglione, accàne, fémmena, es
ve ne sono altre simili al napoletano con qualche differenza di consonante muòglio, rafanièglio es
alcune di tipo ciociaro-abruzzese sono glio, còccia, ciammarrùca, èssoglio, èglio, dé
di romanesco ricordo rùchètta (rucola) e poi la prima persona plurale del verbo presente vèdèmo, giocàmo, dàmo, lèggèmo
A Roma e zone vicine spesso veniamo presi per napoletani (se parliamo dialetto) ma a Napoli in molti o non capiscono proprio da dove veniamo o, nella maggior parte dei casi, ci chiamano romani.
Al mio paese, come in altri vicini come Minturno o Ausonia si conservano tutte le vocali compresa la finale, mentre sul mare e a volte anche all'interno la vocale finale manca (come nel napoletano) o diventa "e"
Es da me sono andato si dice so ito, ma a Cassino e nei paesi di mare è so it' o anche so ite