I dialetti regionali. Un thread che unisce, non politico, divertente.

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Un po' di arabo (ogni tanto non guasta):

Al limîn = a destra
Al lisàar = a sinistra
Tule = dritto
Dima tule = sempre dritto

;)
 
mastrocamillo ha scritto:
In abruzzo
Accuzzt ngann oppure ammandt ngann per copriti la gola
Si usa dire anche per vestiti pesante:
Accupaggiait bbon

L'abbruzzese della zona intorno all'Aquila è ancora più simile al ciociaro di questo tuo dialetto...:eusa_think:
 
massera ha scritto:
L'abbruzzese della zona intorno all'Aquila è ancora più simile al ciociaro di questo tuo dialetto...:eusa_think:
Il dialetto Aquilano e' veramente un'altra lingua per noi del basso chietino, per le volte che l'ho sentito parlare posso dire che e' un misto di romano e marchigiano,ho sentito parlare anche il cociaro di isola di Liri e Sora e posso dire che le parole dialettali sono molto simili ma chiaramente la parlata ha molta influenza romana,l' abruzzese delle pari mie non ha nessuna cadenza romana, direi forse pugliese,molte parole finiscono con la E finale accentata es. a cammne'(camminare) juche'( giocare) ammasceghe`'( masticare)abbirrite'(avvolgere) altre parole vengono storpiate proprio come in alcuni paesi del Barese es la mascateur ( la serratura) lu zuffrataur ( il soffietto per il fuoco) lu panettaun ( il panettone) il tuo stesso nome "massera" che in abruzzese corrente viene detto "masser" al mio paese diventa "massair"
 
Il dialetto Aquilano rientra nei dialetti mediani, insieme al dialetto Umbro, Marchigiano centrale, e quello del Lazio appartenuto allo Stato Pontificio.

Il chietino rientra tra i dialetti meridionali, cosi come anche Il ciociaro di Sora e Isola Liri, che erano due paesi nel Regno delle Due Sicilie.

Anche al mio paese, prov. di Latina Sud, il dialetto è meridionale, perchè la base dialettale è campana, ma quà e là è possibile trovare qualche parola del ciociaro e anche del romanesco.

Anche in molti comuni della mia zona (Fondi, Formia, Gaeta, Itri ecc.) c'è la "e" finale in tutte le parole o quasi, ma al mio paese le vocali si sentono bene tutte, e quindi almeno a livello vocalico siamo "mediani".

I napoletani quando ci sentono parlare ci prendono per "mezzi romani", perchè colgono gli aspetti "laziali" del dialetto, mentre i romani a volte ci scambiano per campani, a volte ci dicono che parliamo misto.
 
Me sembrate tatìglio e mamélla!!!

Mi sembrate nonno e nonna... si dice a due persone, anche giovani, che discutono in maniera accesa da sembrare due anziani brontoloni, oppure due persone che vanno spesso d'accordo o sono "complici" in certe situazioni.
 
massera ha scritto:
Me sembrate tatìglio e mamélla!!!

Mi sembrate nonno e nonna... si dice a due persone, anche giovani, che discutono in maniera accesa da sembrare due anziani brontoloni, oppure due persone che vanno spesso d'accordo o sono "complici" in certe situazioni.

Da noi, con significato simile, si usa:

:D :D Titì e Marèna :D :D (che non ha traduzione).:D :D
 
Oppure, con significato un po' più critico:
Chel chel fa Tito, el fa a Tato
(Quello che fa Tito, lo fa anche Tato)


Tato indica una persona poco sveglia, quindi Tato copierebbe le azioni di Tito.
 
relop stuzzica! :D

La goccia d'acq disc o chiancon: timb c'n vol, ma u buc tu ja fa!

La goccia d'acqua dice alla pietra: tempo ce ne vuole, ma il buco te lo farò!
 
Invece quando a Giupì dei tre gos (Gioppino) chiedono:
Come fet a fa en bus en de l'aiva?
(Come fai a fare un buco nell'acqua)
Lui risponde:
Spete che la dientes gias
(Aspetto che diventi ghiaccio).

:icon_bounce: :D :D :D :D :D :D :D :D :icon_bounce:
 
Sunnu cumu tanti pecuri curti ca, quannu currinu, currinu tutti.
Letteralmente:
Sono come tante pecore corte che, quando corrono (fanno scorrere l'acqua), corrono tutte.
Ma il riferimento è alle tegole che in Sicilia ed in gran parte del Meridione possiedono una sezione trasversale a forma di C e vengono chiamati "coppi", plurale di "coppu".

In siciliano "curriri" assume due significati: correre (camminare velocemente o di fretta) e fare scorrere l'acqua.
Esempi:
"u ribbinettu curri" = il ribinetto perde acqua
"u tettu curri" = il tetto fa' passare acqua
"unni stai currennu?" = dove stai andando cosi' di fretta?
"curri, curri e ti và a ssètti" = corri, corri ma poi ti vai a sedere (nel constatare che il tempo prima guadagnato è stato successivamente sprecato)
(fran.= gaspiller les temps)

:)
 
Da me si dice invece Corrènno per dire "presto", nel dialetto più antico (in quello moderno è lèsto) mentre c'è Corriénno per dire "correndo".

Anche da me c'è l'espressione Glió rubinetto corre.
 
IPPOGRIFO ha scritto:
El rubinèt el pert
E te ciama al Trumbèe :eusa_think:
Che non ha nulla a che vedere con "Il Tromba" mitico eroe del pornofumetto omonimo degli anni '70 ma è l'idraulico in milanese, che comunque si dice che anche loro siano esperti nello sturare tutti i generi di tubi :eusa_shifty: :D :D :D
 
Quando il sole, scendendo la sera , si tuffava in un letto di nuvole basse sull'orizzonte, si diceva anticamente, o meglio, i nostri nonni dicevano che il sole si nascondeva in una ses (de nigoi), in una siepe (di nuvole); si credeva che ciò fosse foriero di pioggia.
 
Lu pisci di lu mari....è distinatu a cu si l'avi a manciari!
Il pesce del mare è destinato a chi lo deve mangiare!

(Gli avvenimenti non succedono per caso) :)
 
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