I dialetti regionali. Un thread che unisce, non politico, divertente.

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Prendiamo quello che ci serve

Pigliamo chéllo che né sereve o anche togliemo chello che ne sereve

Ci serve si può dire "ci sereve" ma nel vecchio dialetto, a volte ancora usato, c'è "né sereve"
 
Le più grosse le ho sentite sotto naia dai Bergamaschi.
Loro usavano spesso il verbo rügà (= mescolare).
Ad uno che "rompeva" dicevano: rüghet? (= hai intenzione di rompere?)
Che poi ... mescolare che cosa non si sa ... il minestrone forse ... o altre cose?
:lol::lol::lol::lol::lol:
Questo c'è anche a Reggio (rughér), ma qui ci si attribuisce l'etimologia dalle rughe, quei bachi che secernono una sostanza che irrita la pelle...
 
Le più grosse le ho sentite sotto naia dai Bergamaschi.

Non parliamo del militare.. dopo il car a Taranto sono stato a Latina e là c'erano tutti o quasi ragazzi del Lazio Sud, con i vari dialetti alcuni dei quali incomprensibili anche per me..
e io negli anni prima avevo frequentato all'università pugliesi, calabresi, liguri, toscani ecc. conoscevo già una miriade di dialetti ma non capivo perfettamente alcuni della mia provincia :5eek:
 
Agli tiempi miei, ci se vestìa a carnevale, none glio 31 de ottobre.. se ìa casa pé casa a ffà "ciccia ciccia" e a domandà na poca dé sauciccia.. mone se vestono e vanno alle casi degli àuti e fanno "dolcetto o scherzetto"

"gli auti" sono "gli altri" ma anche "quelli alti"
 
Tanti anni fa, all'Università, un amico di La Spezia commenta la nostra decisione di lasciar aperte le finestre per creare un pò d'aria

Belin, ma cos'avete combinato? avete creato la bora!!!
 
Tanti anni fa, all'Università, un amico di La Spezia commenta la nostra decisione di lasciar aperte le finestre per creare un pò d'aria

Belin, ma cos'avete combinato? avete creato la bora!!!
Questo è normale... :lol:
Sara cla fnéstra, che ghé na bora... = chiudi quella finestra, che c'è una bora...
 
Non so se nel resto d'Italia è cosi, ma sia nel lazio che in toscana siamo soliti chiamare i piatti con cui si serve il dolce, di solito, "piatti di carta"
In realtà sarebbero piatti di plastica.
 
E' interessante il fatto che questo termine, appunto, è diffuso anche in Lunigiana, o perlomeno nella zona che conosco, dove vivono miei parenti...
Questo a conferma del dialetto ibrido, parte toscano, parte ligure, parlato in queste zone.
 
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