ethan ha scritto:
Secondo me il film ha un non so che di ipnotico che ti fa arrivare comodamente fino alla fine. Qualcuno può darmi la giusta interpretazione del finale, ovviamente in m.p.? Grazie!
Il film smette di essere storia e diventa vero e proprio messaggio subito dopo la partenza di Pietro, e la voglia di correre dietro il treno di Peppino.
Il bambino che si sveglia non è altro che il classico bambino nel tempo, un veicolo per mostrare quello che gli anni sono riusciti a cambiare velocemente, l'impossibilità di mettere a tacere l'amore per il passato, per la propria terra, per ciò che è stato.
Vederlo camminare fa pensare a come sia impossibile morire, a come sia impossibile invecchiare se si ha ancora qualcosa da cercare (l'orecchino=i ricordi, le tradizioni, la speranza). Finchè c'è la memoria, il CULTO DELLA MEMORIA, la ricerca della stessa, non si può diventare vecchi.
La corsa e l'incontro tra Peppino ed il figlio non è altro che la conclusione anacronistica di un'eterna fuga parabolica. I cicli si ripetono, il passato diventa presente, il presente diventa passato, il futuro stesso è uguale a ieri. Il padre diventa figlio, il figlio diventa padre. Dopotutto quando ci emozioniamo (pensa a quando rifletti, quando qualcosa ti da i brividi) non badiamo alla logica.
La meraviglia di Tornatore sta proprio in questo sguardo impossibile, quello dello straniero universale. Il siciliano eternamente nascosto, costretto a vivere dietro la lavagna, tacciato di essere ignorante, ma così immenso di fronte alla meraviglia del tempo.
La mosca è l'immortalità, la meraviglia, la magia delle emozioni.
Un film davvero stupendo.