Ora in diretta la presentazione della trasmissione Annonuo condotta da Giulia Innocenzi su La7 da giovedì 21 maggio alle 21:10 (saranno quattro puntate dedicate ai diritti non difesi) con Giulia, Michele Santoro ed una signora appartente sia a Zerostudio's che al Fatto Quotidiano di cui non conosco il nome (c'era anche Ruotolo tra i giornalisti), non so dire in che sala siano. La prima puntata avrà come ospiti Oscar Farinetti e Umberto Veronesi e sarà trasmessa un'inchiesta della Innocenzi sugli allevamenti intensivi di animali in Lombardia ed Emilia romagna, realizzata con riprese girate di nascosto in notturna grazie all'aiuto di ambientalisti di Animal Equality. Nella trasmissione ci saranno ragazzi in studio quasi tutti nuovi (alcuni sonopassati ad Italia 1 che sta cercando di realizzare un programma simile), ci sarà la possibilità di partecipazione da casa tramite una piattaforma internet (Avaz? Non ho ben capito), Antonio Di Pietro ed Alba Parietti discuteranno coi ragazzi, ci saranno ancora i The Jackal, Saverio Raimondo ed altre sorprese.
Rispondendo ad una domanda di un inviato di Tvblog, Giulia dice che una puntata è ancora in via di realizzazione (tema da scegliere).
Ad una domanda di Nicoletta Tamberlich dell'ANSA Giulia risponde che non ci sarà Selvaggia Lucarelli al posto di Travaglio come opinionista, anche se ci sono state trattative. Marco ci sarà solo qualche volta.
Rispondendo ad un'altra domanda Giulia afferma che è diventata vegetariana a seguito di un periodo di documentazione sul tratatmento degli animali in llevamento e questa inchiesta (diciamo che è stata la mazzata finale). Dice anche che non è certo che ci sarà Announo nel palinsesto della prossima stagione di La7.
Alla domanda se c'è un metodo per proporsi come ragazzi in studio (che comunque sono già stati scelti tutti) Giulia ha risposto un po' vagamente.
C'è stata infine una domanda trascurabile.
Poi vi sintetizzo l'intervento di Santoro, ha detto un sacco di cose interessanti rimembrando anche il passato con Iacona, Formigli ed altri e come hanno lavorato con i vari programmi come Samarcanda e Sciuscà ed ha rinvendicato di aver portato la satira in TV quando nesusno ancora lo faceva e che Rai per una notte e gli interventi di Travaglio sono stati di ispirazione a Fabio Fazio e Massimo Garmellini che realizzano ed hanno realizzato buoni ascolti su Rai 3. Ha parlato per un'ora abbondante tra intervento personale e risposta a domande. Mi spiace di non averci pensato prima a registrarla con Krut Computer Recorder, sarebbe stato un documento interessante da conservare.
http://www.announo.tv/
Ecco la sintesi.
Dopo le domande a Giulia Innocenzi prende la parola Michele Santoro per un'oretta abbondante, il suo intervento è seguito da due domanda e dall'intervento della suddetta persona di Zerostudio's ed Il fatto quotidiano (che non ho seguito).
Michele rivendica i risultati di ascolti della prima stagione di Servizo Pubblico rispetto ad un'altra trasmissione di La7 trasmessa in contemporanea ed ora non più presente (non ricordo il titolo) e che SP paragonato alle altre trasmissione di La7 ha performato meglio dei talk politici di altri canali messi a confronto con le altre trasmissioni degli stessi, ciò basandsi su dati esposti in tabelle realizzate da Barometro reperibili QUI. Inoltre SP è un format studiato nelle università estere ed il programma più seguito in streaming all'estero, ma quasi ignorato dalle università italiane inoltre nonostante i buoni ascolti della prima stagione non c'è stato nessun imprenditore televisivo italiano che abbia deciso di investire in quel programma. Afferma che non è vero che siano i talk show ad essere in crisi, anche solo perché senza di loro La7 non ci sarebbe. È vero in vece che sia in crisi il contenitore televisivo che segue la politica (e che comprende i talk), che è un prodotto televisivo ormai trentennale. In questo rientrano anche i quotidiani che fanno cronaca politica ed hanno visto ridursi la loro tiratura, non si pensi che solo i talk hanno perso mordente sul pubblico. Suddetto contenitore è in crisi sia perché il sistema televisivo italiano è in crisi (poi approfondisce) sia perché La7, che secondo lui avrebbe potuto fare da apripista con Servizio Pubblico anche senza realizzare ascolti superiori a Rai e Mediaset, non ha voluto investire in quel format per rinnovarlo ma ha preferito moltiplicare i programmi di quel tipo senza quindi investire per creare novità. Si aggiungono poi il fatto che la loro durata è stata aumentata di un'ora e soprattutto che gli editori dei vari canali hanno deciso di mettere queste trasmissione in concorrenza le une con le altre, facendo sì che la settimana fosse tappezzata di trasmissioni similli tra loro e similli a se stesse (dal momento che non sono state rinnovate). Come se non bastasse ci sono anche al mattino trasmissioni di informazione che seguono la politica e per di più gli ospiti sono pochi e quindi si ripetono. Pertanto l'offerta è elevata ma non variegata e la domanda invece è scarsa così questo sistema è inevitabilmente in crisi ed anche il TG ne risentono, con particolare riferimento a quello di Mentana che si distingue per essere un TG di approfondimento. Il punto è che se la serialità non è di qualità poco importa che ci sia qualche perla come Gomorra, quel sistema televisivo non sarà molto seguità né innovativa continuando a soffrire una crisi di qualità e contenuti.
Spende poi qualche parola su Cairo di cui ha apprezzato la libertà concessa nella relaizzazione del programma. Era così anche con Stella ma allora in più c'era un tentativo di rinnovare il genere con Serena Dandinici mentre Urbano, che è bravo a mantenere i conti in salute, non accetta le sfide innovative.
Riguardo il suo futuro in televisione afferma che pur essendo contento di aver fatto parte di La7 le strade nuove si percorrono con altro contenitore e lo si fa con o senza La7. Piuttosto si ridurrebbe al silenzio ma non continuerebbe mai una strada che non porta da nessuna parte. Le sue nuove idee le metterà sul mercato per chiunque (cita tutti meno che Mediaset però).
La puntata finale di SP che si terrà in piazza a Firenze a giugno sarà un interessante banco di prova per vedere se la gente è ancora interessata a quel contenitore, che va comunque riformato. Per partecipare bisognerà pagare un biglietto: indossare qualcosa di rosso. Questo non rappresenta una sola cosa bensì tante messe assieme: "il garofano dei socialisti, la FIOM, un po' anche Vauro Senesi, cose che danno identitià, che divaricano le due parti" perché questo è il problema da risolvere. Negli ultimi vent'anni in Italia si è insidiato il pibolarsimo (se non sei d'accordo sei per forza un avversario, non ci può essere conciliazione) e questo è sbagliato, ma di recente si è perso anche il bipolarismo e ciò si riflette sulla televisione (e su internet dove i nuovi contenuti sono ancora minoritari rispetto a quelli televisivi) in cui non si riesce a fare una critica al potere che sia condivisa dalla maggiornaza del pubblico: chi dissente è visto solo come uno che mette i bastoni tra le ruote e non come uno che fa critica costruttiva, molta gente si è convinta che la critica non sia utile. Ed a peggiorare la situazione si aggiunge il fatto che il nuovo che è stato tanto pubblicizzato non c'è affatto (in riferimento alla situazione delle liste in Veneto, Liguria e Campania).
Rivendica poi come la sua vittoria professionale il fatto che Brlusconi, che pure ha influenzato la televisione pubblica e ne possiede una privata ha dovuto rivolgersi al suo programma su La7 per rilanciare la sua immgine: non conta possedere le televisioni ma avere il format giusto. Questo a dispetto di quello che sostengono alcuni secodo cui il fatto che il confronto fra Berlusconi e Travaglio abbia rilanciato l'immagine di Berlusconi sia una sconfitta per Santoro. Ed il talk show era il format giusto perché da questi sono nati Salvini e prima ancora Renzi che si presentavano come le voci di disenso verso un modo di fare politica. I talk hanno formato l'opinioine pubblica in concorrenza ai telegiornali che portavano in TV in massima parte i personaggi di governo.
Rispondendo alle domande di Ornella Petrucci de Il velino Michele dice che l'ultima puntata di SP del 18/6 in piazza a Firenze sarà trasmessa anche su La7, che per il futuro ha ancora intenzione di fare approfondimento ma non più tramite il reportage e che non è vero che lui e Mentana fungevano da editori per Cairo. Lui faceva solo da consigliere ma spesso non era ascoltato (auspicava che Salvo Sottile potesse continuare in La7), mente Mentana non voleva un superiore ma è falso che decidesse al posto di Cairo: Urbano ascoltava cosa avesse da dire e poi decideva lui.
Rispondendo all'utima domanda (non conosco il giornalista) dice che la TV del Fatto Quotidiano è possibile che sia un mezzo per i suoi futuri progetti ma non probabile che ciò avvenga perché ci vuole libertà politica e l'orientamento del giornale non sembra compatibile con ciò, inoltre non ha abbastanza risorse.
Lancia poi una provocazione sulla riforma della Rai: basta un CDA, anche con la legge Gasparri, che non sia condizionato dalla politica e l'azienda è già riformata. Ribadisce che di non essere più candidato nè candidabile.
A seguito dell'intervento della signora di Zerostudio's c'è stata anche una risposta accesa sui suoi compensi ma non l'ho potuta seguire perché mi è mancata la linea. Ho ripreso a pochi minuti dalla fine e non c'era altro di significativo da riportare.
Rispondendo ad una domanda di un inviato di Tvblog, Giulia dice che una puntata è ancora in via di realizzazione (tema da scegliere).
Ad una domanda di Nicoletta Tamberlich dell'ANSA Giulia risponde che non ci sarà Selvaggia Lucarelli al posto di Travaglio come opinionista, anche se ci sono state trattative. Marco ci sarà solo qualche volta.
Rispondendo ad un'altra domanda Giulia afferma che è diventata vegetariana a seguito di un periodo di documentazione sul tratatmento degli animali in llevamento e questa inchiesta (diciamo che è stata la mazzata finale). Dice anche che non è certo che ci sarà Announo nel palinsesto della prossima stagione di La7.
Alla domanda se c'è un metodo per proporsi come ragazzi in studio (che comunque sono già stati scelti tutti) Giulia ha risposto un po' vagamente.
C'è stata infine una domanda trascurabile.
Poi vi sintetizzo l'intervento di Santoro, ha detto un sacco di cose interessanti rimembrando anche il passato con Iacona, Formigli ed altri e come hanno lavorato con i vari programmi come Samarcanda e Sciuscà ed ha rinvendicato di aver portato la satira in TV quando nesusno ancora lo faceva e che Rai per una notte e gli interventi di Travaglio sono stati di ispirazione a Fabio Fazio e Massimo Garmellini che realizzano ed hanno realizzato buoni ascolti su Rai 3. Ha parlato per un'ora abbondante tra intervento personale e risposta a domande. Mi spiace di non averci pensato prima a registrarla con Krut Computer Recorder, sarebbe stato un documento interessante da conservare.
http://www.announo.tv/
Ecco la sintesi.
Dopo le domande a Giulia Innocenzi prende la parola Michele Santoro per un'oretta abbondante, il suo intervento è seguito da due domanda e dall'intervento della suddetta persona di Zerostudio's ed Il fatto quotidiano (che non ho seguito).
Michele rivendica i risultati di ascolti della prima stagione di Servizo Pubblico rispetto ad un'altra trasmissione di La7 trasmessa in contemporanea ed ora non più presente (non ricordo il titolo) e che SP paragonato alle altre trasmissione di La7 ha performato meglio dei talk politici di altri canali messi a confronto con le altre trasmissioni degli stessi, ciò basandsi su dati esposti in tabelle realizzate da Barometro reperibili QUI. Inoltre SP è un format studiato nelle università estere ed il programma più seguito in streaming all'estero, ma quasi ignorato dalle università italiane inoltre nonostante i buoni ascolti della prima stagione non c'è stato nessun imprenditore televisivo italiano che abbia deciso di investire in quel programma. Afferma che non è vero che siano i talk show ad essere in crisi, anche solo perché senza di loro La7 non ci sarebbe. È vero in vece che sia in crisi il contenitore televisivo che segue la politica (e che comprende i talk), che è un prodotto televisivo ormai trentennale. In questo rientrano anche i quotidiani che fanno cronaca politica ed hanno visto ridursi la loro tiratura, non si pensi che solo i talk hanno perso mordente sul pubblico. Suddetto contenitore è in crisi sia perché il sistema televisivo italiano è in crisi (poi approfondisce) sia perché La7, che secondo lui avrebbe potuto fare da apripista con Servizio Pubblico anche senza realizzare ascolti superiori a Rai e Mediaset, non ha voluto investire in quel format per rinnovarlo ma ha preferito moltiplicare i programmi di quel tipo senza quindi investire per creare novità. Si aggiungono poi il fatto che la loro durata è stata aumentata di un'ora e soprattutto che gli editori dei vari canali hanno deciso di mettere queste trasmissione in concorrenza le une con le altre, facendo sì che la settimana fosse tappezzata di trasmissioni similli tra loro e similli a se stesse (dal momento che non sono state rinnovate). Come se non bastasse ci sono anche al mattino trasmissioni di informazione che seguono la politica e per di più gli ospiti sono pochi e quindi si ripetono. Pertanto l'offerta è elevata ma non variegata e la domanda invece è scarsa così questo sistema è inevitabilmente in crisi ed anche il TG ne risentono, con particolare riferimento a quello di Mentana che si distingue per essere un TG di approfondimento. Il punto è che se la serialità non è di qualità poco importa che ci sia qualche perla come Gomorra, quel sistema televisivo non sarà molto seguità né innovativa continuando a soffrire una crisi di qualità e contenuti.
Spende poi qualche parola su Cairo di cui ha apprezzato la libertà concessa nella relaizzazione del programma. Era così anche con Stella ma allora in più c'era un tentativo di rinnovare il genere con Serena Dandinici mentre Urbano, che è bravo a mantenere i conti in salute, non accetta le sfide innovative.
Riguardo il suo futuro in televisione afferma che pur essendo contento di aver fatto parte di La7 le strade nuove si percorrono con altro contenitore e lo si fa con o senza La7. Piuttosto si ridurrebbe al silenzio ma non continuerebbe mai una strada che non porta da nessuna parte. Le sue nuove idee le metterà sul mercato per chiunque (cita tutti meno che Mediaset però).
La puntata finale di SP che si terrà in piazza a Firenze a giugno sarà un interessante banco di prova per vedere se la gente è ancora interessata a quel contenitore, che va comunque riformato. Per partecipare bisognerà pagare un biglietto: indossare qualcosa di rosso. Questo non rappresenta una sola cosa bensì tante messe assieme: "il garofano dei socialisti, la FIOM, un po' anche Vauro Senesi, cose che danno identitià, che divaricano le due parti" perché questo è il problema da risolvere. Negli ultimi vent'anni in Italia si è insidiato il pibolarsimo (se non sei d'accordo sei per forza un avversario, non ci può essere conciliazione) e questo è sbagliato, ma di recente si è perso anche il bipolarismo e ciò si riflette sulla televisione (e su internet dove i nuovi contenuti sono ancora minoritari rispetto a quelli televisivi) in cui non si riesce a fare una critica al potere che sia condivisa dalla maggiornaza del pubblico: chi dissente è visto solo come uno che mette i bastoni tra le ruote e non come uno che fa critica costruttiva, molta gente si è convinta che la critica non sia utile. Ed a peggiorare la situazione si aggiunge il fatto che il nuovo che è stato tanto pubblicizzato non c'è affatto (in riferimento alla situazione delle liste in Veneto, Liguria e Campania).
Rivendica poi come la sua vittoria professionale il fatto che Brlusconi, che pure ha influenzato la televisione pubblica e ne possiede una privata ha dovuto rivolgersi al suo programma su La7 per rilanciare la sua immgine: non conta possedere le televisioni ma avere il format giusto. Questo a dispetto di quello che sostengono alcuni secodo cui il fatto che il confronto fra Berlusconi e Travaglio abbia rilanciato l'immagine di Berlusconi sia una sconfitta per Santoro. Ed il talk show era il format giusto perché da questi sono nati Salvini e prima ancora Renzi che si presentavano come le voci di disenso verso un modo di fare politica. I talk hanno formato l'opinioine pubblica in concorrenza ai telegiornali che portavano in TV in massima parte i personaggi di governo.
Rispondendo alle domande di Ornella Petrucci de Il velino Michele dice che l'ultima puntata di SP del 18/6 in piazza a Firenze sarà trasmessa anche su La7, che per il futuro ha ancora intenzione di fare approfondimento ma non più tramite il reportage e che non è vero che lui e Mentana fungevano da editori per Cairo. Lui faceva solo da consigliere ma spesso non era ascoltato (auspicava che Salvo Sottile potesse continuare in La7), mente Mentana non voleva un superiore ma è falso che decidesse al posto di Cairo: Urbano ascoltava cosa avesse da dire e poi decideva lui.
Rispondendo all'utima domanda (non conosco il giornalista) dice che la TV del Fatto Quotidiano è possibile che sia un mezzo per i suoi futuri progetti ma non probabile che ciò avvenga perché ci vuole libertà politica e l'orientamento del giornale non sembra compatibile con ciò, inoltre non ha abbastanza risorse.
Lancia poi una provocazione sulla riforma della Rai: basta un CDA, anche con la legge Gasparri, che non sia condizionato dalla politica e l'azienda è già riformata. Ribadisce che di non essere più candidato nè candidabile.
A seguito dell'intervento della signora di Zerostudio's c'è stata anche una risposta accesa sui suoi compensi ma non l'ho potuta seguire perché mi è mancata la linea. Ho ripreso a pochi minuti dalla fine e non c'era altro di significativo da riportare.
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