Italiano?

L'onore (tornando alla lingua italica) è mio...
Bella la proposta, ma forse rischia di essere troppo OT, si potrebbe tentare con le lingue in generale.
 
o si dovrebbe dire "l'onorato sono io" ? ...ragazzi è uno scivolo questo...non sono più sicuro di nulla (o meglio di alcunchè :D)...dormiamoci sopra... :D
 
areggio ha scritto:
L'onore (tornando alla lingua italica) è mio...
Bella la proposta, ma forse rischia di essere troppo OT, si potrebbe tentare con le lingue in generale.
Un 3d di lingue in generale, penso che sia un po confuso... Non credi? :eusa_think:
 
Sì, forse non è la sede adatta per un corso accelerato di lingue:D , o soltanto per il consolidamento delle conoscenze già acquisite (ma dimenticate hehe)...anche perché ci vorrebbe un Expert per correggere gli errori. Altrimenti sarei convinto di esprimermi in modo impeccabile anche se dicessi "Cameriere, ich WOLLE einE Bier!":D :D :lol: :lol: :lol: *sbonk* :D
 
E' già confuso questo....
Iniziato con la discussione sull'opportunità o meno di servirsi dei neologismi d'importazione, è successivamente scivolato in un accademico confronto a proposito dei congiuntivi. :D

Penso di esprimere un parere abbastanza attendibile, visto il peso che avevano, ai miei tempi, i segni rossi e blu, perfino nei compiti di matematica. :lol:
Bisogna rassegnarsi all'evidenza che una lingua cambia e che l'italiano, in un mondo "globale" non può essere rilevante quanto lo sono stati il latino od il greco, da dove ha mutuato gran parte dei termini della sua struttura logica, espressiva e grammaticale.
Subiamo (per così dire) i neologismi derivanti dall'informatica e dalla tecnologia, perchè da queste parti non abbiamo inventato quasi niente riguardo queste tecnologie che ormai dominano la nostra giornata. D'altra parte, i possibili temini equivalenti nella nostra lingua rischiano di essere fuorvianti se non addirittura ridicoli, come accade, ad esempio, ai francesi che si ostinano a coniarne di propri per l'informatica.
Cosa significhi "flaggare" penso sia noto a molti ed è innegabile che rimandi automaticamente ad un concetto/operazione ben precisa, quando il verbo "evidenziare" sarebbe invece troppo generico.
Oggi, il confine tra la lingua scritta e quella parlata si è molto ridotto, senza dimenticare che le nuove generazioni, almeno in larga parte, non sanno come esprimersi in modo compiuto ed articolato attraverso lo scritto. La difficoltà ci sarebbe anche nel parlato, quantomeno se manca l'interlocutore ed il colloquio non coincide con una sequenza di domande e risposte.
Molti anni fa c'era una netta differenza tra italiano scritto ed orale, perchè il primo era attinente ad un gruppo sociale ben istruito, mentre il secondo riguardava tutti gli altri. Dato che lo scopo del linguaggio è quello di farsi capire, pur sapendo benissimo la grammatica, anche il primo gruppo di cui sopra commetteva apparenti errori nelle conversazioni orali.
Anche 40 anni fa, nel parlato l'imperfetto indicativo ed il trapassato prossimo risultavano i tempi più usati (al Nord), mentre il passato remoto, pressochè sconosciuto al Nord, al Sud era invece "abusato". Quanto al congiuntivo, l'uso a sproposito era già motivo di satira a fine anni '60. (...batti, ragionere... Ma come, mi da del lei? No, no... batti lei)

Come i neologismi derivanti dall'informatica e dalla tecnologia hanno un'origine sostanzialmente anglosassone e rifiutarli significa non farsi capire dai più, analogamente, per essere compresi e per capire gli altri, bisogna rassegnarsi a parlare (e scrivere) come fa la maggioranza del nostro prossimo.
;)

alessandro21 ha scritto:
Un 3d di lingue in generale, penso che sia un po confuso... Non credi? :eusa_think:
 
Concordo con Tuner... ;)
Oltretutto si deve tenere conto che esistono i cosiddetti "linguaggi settoriali o speciali"... quindi alcuni termini che potrebbero risultare astrusi o "bestiacce" in determinati contesti ben si prestano in altri in cui si può dire siano stati coniati quasi appositamente.
Altra cosa da tenere in considerazione è la continua evoluzione della lingua e che scritto e parlato non sempre vanno di pari passo... quindi è normale ritrovarsi con dei neologismi a distanza di pochi anni. Basta fare un confronto tra un dizionario datato ed uno recente per rendersi conto di come molti di questi siano ormai inscindibili dal lessico personale... tanto da farli divenire accetti pure dall'Accademia della Crusca (e questo la dice lunga)...
 
Tuner ha scritto:
Anche 40 anni fa, nel parlato l'imperfetto indicativo ed il trapassato prossimo risultavano i tempi più usati (al Nord), mentre il passato remoto, pressochè sconosciuto al Nord, al Sud era invece "abusato".
L'italiano parlato, ha risentito, e tuttora risente dell'influenza delle lingue e dei dialetti locali.
Il tuo esempio è perfetto.
In barese, "ieri sono andato al cinema" diventa "ajir scibbc ó cinm", ovvero "ieri andai al cinema".
Oggi, invece, il passato prossimo, è pressoché usato da tutti, tranne, ovviamente le generazioni più anziane. :)

È caduta in disuso il dare del voi, che è stato progressivamente sostituito dal "lei".

@BER
Ho notato che molti dizionari, hanno inserito "casino" con il significato di disordine, pur avendo, tale vocabolo, origini diverse... :)

:D :D
 
Ultima modifica:
:D siete fortissimi :lol:
non ho capito una mazza :5eek: ma siete dei grandi lo stesso ,
congiuntivi , participi , neologismi , e che sono , la scuola l'ho finita da troppo e se penso a quel che non sò mi ammoscio , il mio italiano è molto scorretto e sgrammaticato ma alla fine riesco a farmi capire , e spesso ( ma non sempre ) capisco pure io cosa stò dicendo , che in fin dei conti è quelo che conta

p.s.
scusate l'interruzione :D e\o intromissione :lol:
 
Oggi ho sentito a lavoro una ragazza che diceva fleggare :5eek:
è la seconda volta in vita mia che lo sento :D
 
dangerfamily ha scritto:
Oggi ho sentito a lavoro una ragazza che diceva fleggare :5eek:
è la seconda volta in vita mia che lo sento :D

E' successo anche a me, giusto un paio di giorni fa. E non era esattamente una ragazzina.
Mi sarei messo a piangere :crybaby2:
 
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