Terminate anche le ultime due puntate. Qui si entra nella fase più cupa della storia: il delitto Matteotti, un evento che, paradossalmente, da un lato rafforza il regime e dall’altro intensifica le ossessioni del Duce.
Come nelle puntate precedenti, il ritmo è incalzante, le immagini mantengono quell’inquadratura leggermente obliqua, accompagnate da un’illuminazione teatrale che accentua la drammaticità. Le musiche scuotono profondamente le emozioni dello spettatore. Marinelli offre un’ulteriore prova di grande talento, ma anche il resto del cast non è relegato a un ruolo di semplice contorno.
Particolarmente notevole la sequenza accelerata sui volti dei deputati, immobili, incapaci di condannare Mussolini e, così facendo, spalancando le porte alla tragedia che condurrà l’Italia alla rovina.