Naufragio all'isola del Giglio

E la Costa Crociere si avvia al lento destino della White Star Line... oltre alla strage, alle inchieste e al cordoglio si deve pensare alla ricaduta che tutto questo ha sulla compagnia. Hanno perso la nave più importante, una caduta di immagine mostruosa con turisti da tutto il mondo che parleranno male della compagnia italiana e si spera che in tutto questo non ci rimettano la testa i dipendenti. Nella situazione di crisi economica attuale, se la Costa Crociere dovesse iniziare un lento declino ci sarebbero ricadute pesantissime.

Leggo con perplessità che era abitudine non seguire la rotta per passare vicino a quell'isola e fare una bella coreografia di viaggio... ma siam pazzi? Se fosse vero che era un abitudine son anni che si son messi in pericolo i passeggeri solo per fare vedere le lucine del porto? E questa deviazione chi l'ha stabilita? Accordi sottobanco tra capitani e autorità locali dell'isola? Accordi Costa Crociere e autorità locali dell'isola? Libera scelta dei capitani?

Oltretutto, se la nave non viene messa il prima possibile in sicurezza, il disastro ambientale è assicurato... come è assicurato che la stagione balneare di mezza Italia se ne andrà a farsi benedire.
 
Tuner ha scritto:
Credo che la spiegazione sia da cercare in una scelta di rotta rischiosa, abbinata ad una deriva imprevista (poco margine) e nessuna supervisione. Il tutto condito, da colpevole umana leggerezza e da circostanze sfavorevoli.
Caro Tuner, la scelta di una rotta rischiosa (se non per cause eccezionali e di forza maggiore) non è prevista neanche se si è da soli a condurre una barca a remi. Figuriamoci quando si portano a “spasso” 4.000 e più persone su una nave lunga 248 metri, larga 35,5 metri e con 112.000 t di stazza lorda.
Non possono esistere “derive” impreviste perché la nave possiede strumenti di bordo e carte nautiche. Come ho avuto modo di dire tutto è perfettamente prevedibile in quel tratto di mare. In più: il mare era calmo, nessun vento particolare, quindi nessuna circostanza sfavorevole.

In quanto “all’umana leggerezza” hai ragione. Ma io quella di quel comandante (volutamente minuscola la “c”) la chiamerei “leggerezza bestiale”.

La marineria italiana annovera Comandanti fra i migliori del mondo.
L’abbandono anzi tempo della nave al suo destino da parte del suo comandante non ha precedenti, credo, in tutta la storia della navigazione.
Dopo i morti, i feriti, i dispersi ed il pericolo di sversamento in mare di tonnellate di gasolio, quello che più “brucia” a chi al mare ha dedicato la propria vita è l’ombra disonorevole che quel capitano ha gettato su una comunità di grandi e qualificati professionisti.
La storiella inventata dello “spuntone di roccia laterale” che ha tranciato “l’opera viva” forse andrebbe bene da dare in pasto agli “internauti”, ma non certo a chi di mare ci vive.
Capisco anche l’imbarazzo e la momentanea (spero appunto che rimanga tale) reticenza degli addetti ai lavori. Interpretatela come estrema incredulità.
 
Ciao Relop, stavo cercando di mettermi nei tuoi panni, per immaginare cosa pensi del tuo "collega", ma non ci riesco, non so se sei arrabbiato, o semplicemente ti senti "tradito", di sicuro sei quello con più dubbi tra noi del forum.

Era un militare prima? O si può diventare comandanti anche da civili?
 
Svariate immagini di repertorio (ma nel paese dove ognuno "si fa gli affari suoi perchè campa cent'anni", questo genere di prove appare sempre a posteriori), mostrano passaggi di navi di stazza comparabile, in un tratto di mare assai prossimo a quello dove è avvenuta la collisione con lo scoglio. E' quindi logico supporre che transitare di li, per qualcuno, almeno, fosse diventata una sorta di abitudine.
(vorrei proprio capire quale genere di vantaggio personale possa giustificare una tale assunzione di rischio inutile a fronte della responsabilità di 4000 persone e della nave, perchè fatico a credere alle favolette che ho letto al proposito)
Siccome tutti i pericoli di quel genere sono segnalati sulle carte, c'è strumentazione sufficiente per rilevarli e la posizione si fa ormai con precisione quasi assoluta, mi pare verosimile ritenere che qualcosa non sia andato come previsto ed un errore di qualche tipo, anche minimo, non sia stato corretto in tempo.
Non l'ho scritto prima, ma leggendo di certe abitudini e di certe "rapide manovre d'emergenza", il mio cervello si opponeva incredulo, ben sapendo che l'inerzia è una forza che deve essere consideratanel manovrare una nave di quelle dimensioni e stazza.


relop.ing ha scritto:
Non possono esistere “derive” impreviste perché la nave possiede strumenti di bordo e carte nautiche. Come ho avuto modo di dire tutto è perfettamente prevedibile in quel tratto di mare. In più: il mare era calmo, nessun vento particolare, quindi nessuna circostanza sfavorevole.
 
Maxicono ha scritto:
Ciao Relop, stavo cercando di mettermi nei tuoi panni, per immaginare cosa pensi del tuo "collega", ma non ci riesco, non so se sei arrabbiato, o semplicemente ti senti "tradito", di sicuro sei quello con più dubbi tra noi del forum.

Era un militare prima? O si può diventare comandanti anche da civili?

Quel signore non è un mio collega:
  • Perchè ha conseguito il brevetto in seguito al raggiungimento di un diploma di scuola media superiore (Istituto Nautico); non è e non è mai stato un militare (forse ha fatto la naja); credo (non ne sono sicuro) che, al contrario che in MM, possa avere conseguito il brevetto di Comandante di bastimento senza aver mai sostenuto un test di psicologia (si sarebbe evitata se non l'imperizia almeno la codardia).
  • Perchè (di conseguenza) è inscritto nei registri della Marina Mercantile.
  • Perchè ci stanno in mezzo almeno due gradi di Ufficiale.
Tuttavia mi sento deluso e tradito. Fra la gente di mare, soprattutto davanti a simili evenienze, non esistono gradi, nazionalità, età, funzioni che ci possano differenziare gli uni dagli altri. Il sentimento di appartenenza supera qualunque divisione.
 
Tuner ha scritto:
Svariate immagini di repertorio (ma nel paese dove ognuno "si fa gli affari suoi perchè campa cent'anni", questo genere di prove appare sempre a posteriori), mostrano passaggi di navi di stazza comparabile, in un tratto di mare assai prossimo a quello dove è avvenuta la collisione con lo scoglio. E' quindi logico supporre che transitare di li, per qualcuno, almeno, fosse diventata una sorta di abitudine.
(vorrei proprio capire quale genere di vantaggio personale possa giustificare una tale assunzione di rischio inutile a fronte della responsabilità di 4000 persone e della nave, perchè fatico a credere alle favolette che ho letto al proposito)
Siccome tutti i pericoli di quel genere sono segnalati sulle carte, c'è strumentazione sufficiente per rilevarli e la posizione si fa ormai con precisione quasi assoluta, mi pare verosimile ritenere che qualcosa non sia andato come previsto ed un errore di qualche tipo, anche minimo, non sia stato corretto in tempo.
Non l'ho scritto prima, ma leggendo di certe abitudini e di certe "rapide manovre d'emergenza", il mio cervello si opponeva incredulo, ben sapendo che l'inerzia è una forza che deve essere consideratanel manovrare una nave di quelle dimensioni e stazza.
La deriva (in parole semplici) è la differenza fra il percorso che la nave farebbe se camminasse su delle rotaie (come un treno) ed il percorso reale influenzato dalle correnti, dai venti e dalle maree.
L'inerzia (e l'abbrivio) sono concetti diversi.
Sulle grandi navi della "Costa" si imposta la rotta alla partenza dal Porto.
L'angolo di deriva viene computato e segnalato per tempo (segnalatori ottici ed acustici) quando la rotta effettiva si discosta da quella stimata.
Dai primi resoconti (è la scatola nera in possesso della Magistratura che ce lo confermerà o meno) i suddetti segnalatori sono rimasti "muti" perchè è proprio la rotta che è stata cambiata dal personale di plancia per un avvicinamento alla costa.
Per non generalizzare, quando una nave compie un passaggio "alla voce" o il cosiddetto "inchino" questo è sottoposto all'autorizzazione preventiva della Capitaneria di Porto competente (quindi all'Autorità Militare) che valuta la deviazione dalla rotta principale tenendo conto di tutte le circostanze.
Il precedente "passaggio alla voce" (preferisco usare tale termine) del mese di agosto era infatti stato autorizzato.
 
Grazie relop per la spiegazione.

Questo della rotta modificata (eccessivamente?) mi sembra anche grave. Può essersi fatto prendere la mano nel desiderio di "pavoneggiare" la nave?

In ogni caso la colpa non è allora SOLO del Comadante supremo: avrà condiviso la decisione con altri ufficiali accondiscendenti in plancia no?

Non dubito che questa operazione dell'inchino possa essere semplice, ordinaria e condotta a termine tantissime volte...forse s'è voluto strafare? (rischio, pavoneggiamento, border line: tutti elementi che fanno parte della natura umana).

Non pensi che prima di premere il bottoncino per bloccare i ponti avrebbe dovuto (in due ore...) per lo meno mandare un mozzo di bordo (si chiama così?) a controllare che non ci fossero persone nelle cabine, prima di sprangarle?

scusa per l'intervento pesante di prima (non generalizzavo), ma ero e sono abbastanza sconcertato, più che dall'incidente, dai corollari postumi...
grazie e scusa ancora ;)
 
@sopron

Per le navi mercantili, in acque chiuse (mari) le rotte sono concordate con le Autorità Marittime e rimangono sempre le stesse.
Come detto, si puo' deviare dalla rotta stabilita solo per gravi, giustificati ed improcrastinabili motivi, come per esempio il soccorso ad altra nave in pericolo.
La decisione di cambiare rotta puo' essere presa SOLO dal Comandante o dal Primo Ufficiale (nel caso di turnazione con quello o di impossibilità fisica o psichica di quello).

Non vorrei esprimermi circa il blocco dei compartimenti, che per un Comandante rappresenta "l'etrema ratio" (inferiore per gravità delle conseguenze solo "all'ordine di abbandono della nave"), perchè non ho potuto verificare se ci sia effettivamente stato.
Tieni comunque nel giusto conto che su quella nave esistono 1.500 cabine oltre quelle del personale e che proprio in quelle del personale molto probabilmente c'era gente che riposava per turnazione.
 
Mi spiegherai tu, allora, perchè nella deliberata modifica della rotta (per giunta non concordata), se proprio quella era la "nuova" rotta (in pratica una rotta di collisione) non si è tenuto conto di quanto poteva esserci in traiettoria.
Il mio buon senso rifiuta di credere che ad una modifica estemporanea di rotta (omettiamo considerazioni pragmatiche) non si associ la ovvia prudenza, anche perchè, ripeto, una massa come quella non la fermi certo in uno spazio breve ed altrettanto, non la devii repentinamente dalla sua traiettoria per "scansare" un ostacolo.
L'esperienza (in altri campi) m'insegna però che gli incidenti avvengono quando le persone, nel ripetere frequentemente una sequenza pericolosa, abbandanano le precauzioni. Precauzioni che invece sono praticamente sempre rispettate quando si esegue quella data operazione per la prima volta o non di frequente.
Di una cosa sono abbastanza sicuro, che per il "passaggio alla voce" autorizzato, ce ne saranno stati molti altri eseguiti come lo scorso Venerdì.
...vista l'infrazione alle procedure, s'inizia a capire perchè dalla nave tentennavano a comunicare a terra il problema e la natura dello stesso.

relop.ing ha scritto:
i suddetti segnalatori sono rimasti "muti" perchè è proprio la rotta che è stata cambiata dal personale di plancia per un avvicinamento alla costa.
 
Tuner ha scritto:
Mi spiegherai tu, allora, perchè nella deliberata modifica della rotta (per giunta non concordata), se proprio quella era la "nuova" rotta (in pratica una rotta di collisione) non si è tenuto conto di quanto poteva esserci in traiettoria.
Credo di avere già scritto che proprio perchè conosco le procedure non so spiegarmi l'atteggiamento generale tenuto da quel comandante.
Rimango tutt'ora molto perplesso.

Tuner ha scritto:
L'esperienza (in altri campi) m'insegna però che gli incidenti avvengono quando le persone, nel ripetere frequentemente una sequenza pericolosa, abbandanano le precauzioni. Precauzioni che invece sono praticamente sempre rispettate quando si esegue quella data operazione per la prima volta o non di frequente.
Non metto in dubbio la tua esperienza in altri campi e che tu abbia ragione quando affermi che "fatta la bravata" una prima volta, dalla seconda in poi si adottano sempre meno precauzioni o non se ne adottino affatto.
Ma eseguire le procedure standard su una nave non è come accertarsi dov'è la corrente col cercafase (non mi riferisco a te, sto generalizzando).
Molte immagini di navi che sfilavano nei pressi della costa, fatte vedere in TV in questi giorni, (a parte l'appiattimento dei piani prospettici dovuti all'uso del teleobiettivo) si riferiscono a tratti di litorale con acque profonde e libere da scogli.
Chi controlla (le nostre Capitanerie di Porto) sono Enti dotati di uomini e mezzi eccellenti.
Il Comandante di una nave ha le procedure di sicurezza stampate nel proprio DNA, non da mai nulla per scontato, sia essa una nave da crociera, una nave da trasporto merci o una nave da guerra.
Nel 1956 il transatlantico Andrea Doria fu speronato da un rompighiaccio in pieno oceano. Per l'impatto morirono circa 50 persone, ma il Comandante salvo' tutti gli altri passeggeri e scese dalla nave a forza e sotto la minaccia delle armi solo dopo essersi reso conto che tutti erano in salvo.
Ecco questo è l'esempio di correttezza e di eroismo che quello sciagurato di venerdi' 13/01 ha messo in ombra.
 
Forse, dal momento che le regole sono ahimè soggette ad interpretazioni :icon_rolleyes: il Nostro avrà estemporaneamente inserito il saluto all'isola tra i motivi gravi ed improcrastinabili:icon_rolleyes:

certo che in questa circostanza non potremo permetterci il lusso di lavare i panni sporchi in casa, ma le spiegazioni (o le motivazioni addotte o anche solo le scuse e le attenuanti --l'avvocatura fa sempre miracoli--) dovranno essere abbastanza plausibili perché le persone coinvolte appartengono/appartenevano a varie nazionalità!

Comunque il comportamento di un singolo non deve infangare la categoria, e le parole di relop, la sua deontologia, la sua prudenza nonché umanità-- oltre al citato eroismo del capitano dell'Andrea Doria--, ne è l'esempio.
Forse il Nostro era un semiprofessionista, se, come ricordato, non fu sottoposto a severi controlli psicologici...forse non basta il nautico e il patentino per decidere le sorti di 4000 passeggeri.
hach...mi vengono in mente i tre anni e mezzo di preparazione e di test per poter condurre da soli l'S-Bahn in Germania (vedasi la mia firma), stesso attestato dei ferrovieri tedeschi, mentre per l'U-Bahn il percorso è mooolto più breve. Insomma la formazione non è un dettaglio ;)

Certo mi preoccupo quando sento dire che una nave è inaffondabile, se non altro per l'oltracotanza che può innescare una serie di eventi nefasti come gli antichi Greci ci insegnano e che noi puntualmente ignoriamo, resi impavidi dalla tecnologia, sonar, radar, gps.

OT sull'infrazione delle regole: non è forse vietato (chiedo, veramente non lo so!) mantenere attivo il radar delle petroliere ormeggiate? ebbene il mio binocolo non mente: sempre gira il radar...sempre, da anni annorum...
/OT
 
Sinceramente non riesco a spiegarmi il cambio di rotta, che tra le altre cose deve essere impostato alla partenza. Di solito le rotte vengono concordate e cambiate solamente in caso di emergenze, e non di certo all'ultimo momento.
Una tragedia senza un perché.
 
MyBlueEyes ha scritto:
Sinceramente non riesco a spiegarmi il cambio di rotta, che tra le altre cose deve essere impostato alla partenza. Di solito le rotte vengono concordate e cambiate solamente in caso di emergenze, e non di certo all'ultimo momento.
Una tragedia senza un perché.

La motivazione sarebbe il famoso inchino al capitano onorario della Costa? Sembra che lo facciano così di frequente che la gente che è stata in questi anni all'Isola del Giglio ha migliaia di foto con la nave vicinissima alla costa, ma sempre.
Sicuramente ci si ricamerà un bel po' con quello che è successo tra il capitano e i suoi ufficiali in quel momento e nei momenti successivi a quando hanno compreso che sarebbero andati giù, qualcosa non è andato bene, scialuppe comprese.
Tra l'altro sembra che non ci sia nemmeno una lista ufficiale dei passeggeri e ora non si sa quanti ne mancano all'appello, se mancano.
 
a quanto sentito stasera al TG, la sorella del metre, sapeva della manovra prima che accadesse, e l' aveva detto su FB.
 
mi attirerò le ire e i dissensi di tutti, però...
mi sembra assurdo che un comandante di una nave da molti anni, con atteggiamento irreprensibile, all'improvviso... cambia rotta per un motivo stupidissimo, mette a rischio una megastruttura da 4300 persone, non dà allarmi, non consente di mettere tutti in salvo, scappa via prima che tutti scendano dalle scialuppe, poi, arrivato a terra, tenti la fuga, dica un sacco di cavolate ai tg e tenti di occultare prove e insabbiare le cose...
cioè questo qui all'improvviso in 2 ore è completamente impazzito?

non riesco ad immaginare una follia simile... credo che sicuramente non abbia fatto tutto quello che doveva fare (altrimenti non saremmo in questa situazione), ma non riesco ad immaginare tutti quegli sbagli fatti da un uomo... o meglio...
da una parte quasi spero che sia così, dall'altra non ci arrivo :icon_rolleyes: .
 
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