Nel 2022 lo switch-off al nuovo sistema tv digitale DVB-T2 (Vecchia discussione)

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Milazzo, io invertirei un numero. Romagna 24 e Marche 32, unicamente perché corrisponde a una frequenza collegata con i filtri Rai.

Sempre per ipotesi in questo caso allora:

- Friuli Venezia-Giulia: UHF 42

- Veneto: 37

- Emilia-Romagna: 24

- Marche: 32

- Abruzzo (tranne L'Aquila e provincia): 42

- Molise (provincia di Campobasso): 37

- Puglia: 24

- Basilicata (provincia di Matera): 32

- Calabria: 37; 42

- Sicilia orientale (Catania, Siracusa e Ragusa): 24; 32
 
Francamente non è che abbia capito più di tanto. Insomma si passa o no al DVB-T2, e se si in che proporzione?
Da come capisco io da quella data il diritto d'uso delle frequenze viene convertito da diritto a trasmettere in DVB-T a diritto trasmettere in DVB-T2. Ma non sono abbastanza colto per capire se il DVB-T2 è d'obbligo o rimane una possibilità... un diritto anch'esso e non un dovere per chi trasmette...
Di certo non c'è alcun obbligo a trasmettere con codec HEVC/H.265: non si legge da nessuna parte ciò. C'è solo l'obbligo a vendere decoder e tv che lo supportano.
 
Da come capisco io da quella data il diritto d'uso delle frequenze viene convertito da diritto a trasmettere in DVB-T a diritto trasmettere in DVB-T2. Ma non sono abbastanza colto per capire se il DVB-T2 è d'obbligo o rimane una possibilità... un diritto anch'esso e non un dovere per chi trasmette...
Di certo non c'è alcun obbligo a trasmettere con codec HEVC/H.265: non si legge da nessuna parte ciò. C'è solo l'obbligo a vendere decoder e tv che lo supportano.

Secondo quello schema si passerebbe da diritto d'uso sulla frequenza (e piena titolarità del mux... che può avere differente capacità trasmissiva, al variare dei parametri e standard trasmissivi) a diritto di capacità trasmissiva (sparisce il concetto di titolarità del mux e la capacità trasmissiva massima riconosciuta è fissa). E con il DVB-T2 ovviamente risparmierebbero su frequenze e mux da assegnare (all'incirca un mux ogni due network attuali).
Va da sé che questo schema è fuori da ogni logica industriale... e l'intero impianto legislativo cadrebbe a pezzi se ad esempio già domani mattina i broadcaster decidessero di punto in bianco di convertire tutti i mux in DVB-T2 (a quel punto la conversione in capacità trasmissiva corrisponderebbe all'intero mux, con una conversione 1:1... e non più solo ad una parte di esso).
Non essendoci definizione giuridica su cosa si intenda per "capacità trasmissiva" (che è, come detto, variabile) ed essendo valido il principio di neutralità tecnologica (che permette appunto di passare oggi in DVB-T2 e domani anche di ritornare in DVB-T, variando di fatto la capacità trasmissiva a disposizione), AGCOM se n'è giustamente (a suo tempo) lavata le mani... :D ;)
 
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E' anche vero che le emittenti sono troppe ed alcune di queste inutili, perchè non c'è un palinsesto degno di essere chiamato così. Canali più tematici dovrebbero stare ad esempio sul sat e non occupare risorse importanti.

Canale Italia credo che sarà di sicuro una di quelle che quasi sicuramente ce la farà.

E il problema è proprio questo: emittenti tipo Canale Italia o La9, che non fanno nulla di interessante e riempiono di schifezze la televisione di canali di televendite, continueranno ad esistere, mentre emittenti regionali/locali che fanno vera informazione ed hanno un buon palinsesto devono chiudere i battenti perchè non hanno risorse. E' questo il problema di fondo. L'abbiamo visto con il passaggio al digitale terrestre.
 
Come ogni legge italiana, anche l'AGCOM ha imparato a non completare le frasi, lasciando la libera interpretazione.

L'analisi dell'AGCOM per me ha solo appunto valore sperimentale e di studio.

La prima sperimentazione si avrà nel primo semestre del 2020, quando saranno confezionati i mux nazionali sul numero di frequenze totali a disposizione.
 
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In area adriatica, dal Friuli Venezia-Giulia alla Puglia, potrebbero esserci novità, la Croazia ha fretta!

Fonte: http://rspg-spectrum.eu/wp-content/uploads/2018/10/RSPG18-040final-Progress_report-good-offices.pdf

Traduzione in italiano

[.....Inoltre ci sono diverse frequenze utilizzate dall'Italia e per le quali la Croazia ha diritti in GE-06, ma non attualmente in funzione. Questi canali sono importanti per consentire alla Croazia di utilizzare la banda di frequenza 694-790 MHz ("700 MHz") per i dispositivi mobili. Due licenze per gli operatori di reti televisive scadranno nel 2019 e la Croazia emetterà nuove licenze con canali TV sotto i 700 MHz. La Croazia inizierà la transizione nel 2019 ed è di vitale importanza che l'Italia rilasci questi canali sub-700 MHz per i quali la Croazia ha diritti in GE-06, necessari per la riallocazione della TV. Questo problema riguarda solo il periodo di transizione e viene affrontato in seguito...]
 
In area adriatica, dal Friuli Venezia-Giulia alla Puglia, potrebbero esserci novità, la Croazia ha fretta!

Fonte: http://rspg-spectrum.eu/wp-content/uploads/2018/10/RSPG18-040final-Progress_report-good-offices.pdf

Traduzione in italiano

[.....Inoltre ci sono diverse frequenze utilizzate dall'Italia e per le quali la Croazia ha diritti in GE-06, ma non attualmente in funzione. Questi canali sono importanti per consentire alla Croazia di utilizzare la banda di frequenza 694-790 MHz ("700 MHz") per i dispositivi mobili. Due licenze per gli operatori di reti televisive scadranno nel 2019 e la Croazia emetterà nuove licenze con canali TV sotto i 700 MHz. La Croazia inizierà la transizione nel 2019 ed è di vitale importanza che l'Italia rilasci questi canali sub-700 MHz per i quali la Croazia ha diritti in GE-06, necessari per la riallocazione della TV. Questo problema riguarda solo il periodo di transizione e viene affrontato in seguito...]

Ooooooohhh.... Finalmente!!

Qualcuno che vuole rispettare i tempi. Quali sono i canali che la Croazia reclama, oltre al 51-53-57-59?

Questo vorrà dire che lo Stato Italiano dovrà aggiornare il DM dell'8 agosto...
 
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