Le Olimpiadi sono la punta di diamante del movimento sportivo (calcio a parte, chissà perché...), quei 15 giorni che ogni atleta sogna di poter vivere un giorno da protagonista, per cui si spende ogni goccia di sudore e i tanti sacrifici che caraterizzano ogni quadriennio, intervallati dai tanti traguardi intermedi (campionati mondiali, leghe di club, ecc...) sicuramente prestigiosi e ambiti ma, per la loro natura ripetitiva, non altrettanto unici. La contemporaneità di svolgimento, ogni quattro anni, della massima espressione competitiva di (quasi tutti) gli sport, rende le Olimpiadi un evento unico, superiore a qualsiasi altro, e chiunque scelga di farsi coinvolgere non può non subirne l'attrazione (come dimostrano gli ottimi risultati di ascolto delle trasmissioni, pur limitate, di Londra 2012 sulla tv generalista).
Per questo oggi sono molto deluso dalla notizia dell'accordo su Rio (e, marginalmente, anche dal disinteresse Rai per Sochi, che contribuirà ad affossare ancor di più le discipline invernali in Italia, dopo i fasti di Torino) perché mentre festeggiano i partigiani della Rai e si fregano le mani i dirigenti di Sky, chi oggettivamente esce sconfitto da quest'accordo è lo sport in generale, sono le Olimpiadi stesse (malgrado al CIO, così impegnato a far cassetta del suo evento-business, ovviamente non gliene possa fregare di meno) che non verranno più fruite nello stesso modo.
Alcune delle cose che dirò sono frutto di idee personali, in molti casi però oggettivamente riscontrabili, quando affermo che il sistema di ripartizione free-pay di Londra fosse ideale perché:
- le Olimpiadi in chiaro non potranno mai avere una copertura totale (non nel numero di ore, bensì di eventi), per oggettivi limiti nel numero di canali dedicati, infrastrutture tecnologiche di qualità (si legga canali in alta definizione o 3d su cui trasmettere i feed, già ottimi, dell'OB di turno), commentatori qualificati, talent da ingaggiare
- le Olimpiadi viste negli anni sui canali Rai, anche in presenza dell'esclusiva, hanno sempre sofferto, grazie o a causa della "rete olimpica", di una programmazione rigida organizzata da Roma in funzione dell'interesse del pubblico generalista, con decine di inserti di tg olimpici di riepilogo, a scapito delle gare, predominanza degli sport più tradizionali o a raggio "breve" (più facile vedere sulla rai i 3.000 siepi o una semifinale di tennis, se sono in contemporanea?), agghiaccianti trasmissioni in studio di commento o di raccordo (il parere di Collovati e Galeazzi su Brasile-Zambia di calcio è certo più interessante della finale di tuffi dalla piattaforma 10m in cui non compaiono italiani, vero?). Parzialmente non ne faccio neanche una colpa alla tv di stato, è il loro sistema che funziona così, "rete olimpica" che privilegia il poco e male di alcune cose, imbarca i loro pancioni strapagati e spediti sul luogo dell'evento per 10 minuti di commenti in una trasmissione serale più facile da interrompere con 3 serie di spot rispetto ad una gara in diretta (non fosse che interrompono anche quella), replica in ambito olimpico lo stesso gap tecnologico e di risorse umane con la paytv così evidente durante i mondiali di calcio
- la limitazione a 200 ore in chiaro di Londra è un falso problema, anzi ai vertici Rai non è parso vero di poter "giustificare" il proprio servizio estremamente parziale (peraltro sempre avvenuto, per la natura stessa di un unico canale dedicato alle Olimpiadi) con i vincoli imposti da Sky, tanto più di 400 ore su un canale e mezzo non gliele avrebbero dedicate (e non gliele dedicheranno) comunque, per esigenze di palinsesto e noti limiti di spesa (magari se non li mandassero proprio tutti in loco, aiuterebbe anche... da anni Eurosport commenta da studio i suoi eventi invernali, con Ambesi che passa dal Pattinaggio a Mosca al biathlon in Germania nel giro di 2 minuti e noi che riusciamo a vedere entrambi)
- in definitiva a Londra gratuitamente e per tutti gli italiani c'era una selezione di eventi trasmessa dalla Rai su un solo canale, anche in HD (salvo l'ultimo giorno), con il suo consueto schema di programmazione e i suoi tradizionali commentatori, con i tg olimpici, i tg tradizionali (necessari, ma spesso inopportuni rispetto al live delle gare), gli spot che integrano il canone, le vallette diventate "giornaliste", i blablabla vuoti, ecc... ecc... Un servizio di base, aperto a tutti.
- parallelamente poiché la natura stessa di una televisione pay dovrebbe essere "ti faccio pagare per offrirti di più" questo è esattamente quello che è successo con le Olimpiadi 2010 e 2012 su Sky. Chi voleva altro ha pagato per avere più ore di diretta per seguire le gare, la possibilità di personalizzazione del palinsesto, 12 diverse proposte, tra live e repliche, in contemporanea e tutte in HD, un mosaico interattivo per diventare registi dei propri interessi e non fruitori della rigida pianificazione nazionalpopolare di Saxa Rubra, commentatori diversi e più "tecnici", con le dovute eccezioni, perché meno legati al pubblico generalista, decine di talent accattivanti, un canale di riepilogo costantemente in onda, nessuna interruzione pubblicitaria nel cuore della gara, uno spazio dedicato all'interazione con i social network, e tutto replicato in portabilità per l'intero pacchetto dei 12 canali e del mosaico. Questo è ciò per cui ha senso pagare un abbonamento a un pacchetto "Sport", nel momento della sua massima espressione. E' stata un'esperienza completa (giustamente a pagamento), completamente diversa dal pacchetto base della Rai a cui, purtroppo, tutti saremo costretti a tornare, malgrado le maggiori ore a disposizione per Rio.
- il riscontro di immagine avuto da Sky per la sua trasmissione olimpica è stato sicuramente notevole, al di là dei meri aspetti commerciali. Il successo dell'hashtag #SkyOlimpiadi, per settimane in testa ai tt su Twitter, le discussioni sul mosaico interattivo tra amici al bar e l'invidia degli utenti Rai, che si sentivano limitati da questa dinamica (normalmente, come a Pechino, si arrabbiavano con la Rai, qui si lamentavano con Sky che si era tenuta il pacchetto completo), la soddisfazione degli abbonati Sky, felici di aver avuto una bella dimostrazione di cosa può riuscire a fare a livello tecnologico e di completezza di informazione la loro tv a pagamento, sono i principali esempi di come un'esperienza di successo possa aver giovato a Sky (al di là delle sue altre, discutibili, politiche commerciali) in confronto ai competitor. Probabilmente l'operazione Olimpiadi non gli avrà fatto guadagnare così tanti abbonati come si aspettavano (vista l'unicità dell'evento, rispetto alla serialità delle altre acquisizioni che garantiscono giustificazione per un abbonamento mensile), ma sicuramente ha accresciuto il suo appeal, sul quale disattendere invece l'appuntamento di Rio 2016, ampiamente e pomposamente annunciato come esclusivo, immagino (e spero) inciderà negativamente
- infine una considerazione sulla possibilità di ampliare la visione delle prossime Olimpiadi, purtroppo orfane di Eurosport, grazie ai canali free di altri paesi (ARD, ZDF, ecc...) e ai relativi contenuti su web. Tornerò certamente ad interessarmi delle possibili opzioni, con l'approssimarsi dell'evento (l'optimum sarebbero i feed dell'OB interamente disponibili, eventualmente tramite vpn, sul web - e magari in app mobili - come è stato per la BBC a Londra), ma la qualità di una trasmissione HD completa sul proprio televisore di casa non è paragonabile alla spasmodica ricerca di alternative alla programmazione Rai sul web (in qualità non paragonabile all'HD, visto il livello che le nostre ADSL avranno ancora nel 2016) o allo zapping internazionale. Per quanto questo già avvenga per gli appassionati di sport minori nel tentativo di seguire la loro disciplina preferita durante l'anno, non può certamente surrogare quella che è stata la programmazione e la possibilità di visione totale delle Olimpiadi di Londra.
Chiudo citando un commento trionfale che ho letto in una firma di qualche utente nel topic: "L'Olimpiade è di tutti e deve essere per tutti". Ecco, così sarebbe stato, se ci fosse stata permessa la possibilità di scelta che abbiamo avuto nel 2012. Ora con questo accordo la prossima Olimpiade di tutti sarà in Italia un bel po' meno fruibile da tutti, nessuno escluso, con buona pace dei praticanti e appassionati dei tanti sport "minori" che in quelle 400 ore Rai compariranno per 0-2-4-6 ore al massimo, invece che per l'intera competizione. E se voi foste velisti, tennisti, giocatori di hockey o pallamano, atleti delle arti marziali, ecc..., dirigenti di società sportive che si arrabattano ogni mese per cercare di promuovere e appassionare al loro "piccolo" sport, o semplicemente grandi appassionati di eventi sportivi, non ne sarete certamente entusiasti.
Con buona pace del CONI e di Malagò, che sarà felicissimo di aver visto accogliere il suo appello al ritorno dell'"esclusiva" in chiaro (cioè dell'oscuramento di oltre la metà) dei Giochi.