Para-pa-”ponzi”, Gli Stati Fan Crack!

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
La ricchezza non è un delitto, ma la concentrazione del tantissimo a pochissimi a cui siamo arrivati (in relativamente pochi anni e soprattutto attraverso la finanza) è una condizione patologica, che se non verrà disinnescata, produrrà conflitti sociali enormi e pericolosi.
 
Tuner ha scritto:
La ricchezza non è un delitto, ma la concentrazione del tantissimo a pochissimi a cui siamo arrivati (in relativamente pochi anni e soprattutto attraverso la finanza) è una condizione patologica, che se non verrà disinnescata, produrrà conflitti sociali enormi e pericolosi.

Qui ovviamente sono d'accordo.
 
Tuner ha scritto:
Da quello che sento in giro (intendo con le mie orecchie, perchè dei sondaggi non mi fido proprio), l'insofferenza verso certa politica è notevole, forse più che nel 92.
Complice la crisi perdurante ed il portafoglio leggero (con le difficoltà oggettive non si ragiona come quando le cose vanno bene), ma anche questa legge elettorale, "studiata" quando il mantra era che tutto andava bene e che serviva a proteggere lo status quo, potrebbero verificarsi risultati alquanto sorprendenti.

Dal quello che vedo e sento io, proprio per queste ragioni da te elencate, prevedo un grande successo "di lui" (italian politically correct mode on): non vincerà ma sarà l'ago della bilancia.
Nulla di personale in questa previsione, è solo una constatazione dell'efficacia del suo populismo e del suo tono di voce stillante. Fa effetto. Concordo con te: in certe situazioni il ragionamento è un lusso per pochi privilegiati, e a pancia piena. Incredibile come la gente affronti il gelo in piazza per ascoltarlo. Invidia per la sua duratura resistenza fisica (soprattutto laringea). Forse la tv non rende l'idea delle masse da lui smosse. Ritengo che lo si sottovaluti come accadde per quelli "d'oltre Po' ", persino una mente fine come Cossiga s'era sbagliata nelle valutazioni.
 
Ultima modifica:
Sui conflitti pericolosi non concordo con Tuner.
Anche in caso di vera fame, la rivoluzione non ci sarà in quanto estranea al nostro genoma. E' quello che comanda. ;)
 
sopron ha scritto:
Sui conflitti pericolosi non concordo con Tuner.
Anche in caso di vera fame, la rivoluzione non ci sarà in quanto estranea al nostro genoma. E' quello che comanda. ;)

mah, le rivoluzioni quando eravamo al 99% contadini, non le abbiamo fatte, ma ora, se ci pensi bene, un giorno senza consegne in una città e milioni di persone sono alla fame, prima eravamo tutti "surviver", ora siamo rimasti in pochi a sapere come si accende un fuoco, scommetto che pochi ucciderebbero un animale, o saprebbero vivere senza riscaldamento, siamo dipendenti dal sistema, come Matrix.
 
Però si può anche pensare che sarà difficile governare questo paese, viste le previsioni di voto (se verranno rispettate, perché si basano sui sondaggi) e se si torna alle urne fra poco tempo, come molti commentatori anche autorevoli sostengono, quel "movimento" potrebbe avere ancora un consenso maggiore.

Si tratta di un voto di protesta, in quel caso.
 
Maxicono ha scritto:
mah, le rivoluzioni quando eravamo al 99% contadini, non le abbiamo fatte, ma ora, se ci pensi bene, un giorno senza consegne in una città e milioni di persone sono alla fame, prima eravamo tutti "surviver", ora siamo rimasti in pochi a sapere come si accende un fuoco, scommetto che pochi ucciderebbero un animale, o saprebbero vivere senza riscaldamento, siamo dipendenti dal sistema, come Matrix.
io mi escludo
beh uccidere un animale non ci vuole molto
accendere il fuoco neanche troppo complicato
per il riscaldamento c'è la vecchia stufa che tiene e se non tiene c'è il caminetto
il sistema può andare a farsi benedire :laughing7:
 
darkmoon ha scritto:
io mi escludo
beh uccidere un animale non ci vuole molto
accendere il fuoco neanche troppo complicato
per il riscaldamento c'è la vecchia stufa che tiene e se non tiene c'è il caminetto
il sistema può andare a farsi benedire :laughing7:

certo, anch'io, ma vengo da una cultura contadina, proviamo a sentire un milanese, un romano, o qualunque cittadino D.O.C. :)
 
Per imparare e fare certe cose, non serve un corso universitario...
Se alcuni animali non migrano più ma si rifugiano nei casolari abbandonati ed altri hanno scoperto inesauribili depositi di cibo nelle moderne città, una società umana post moderna potrà benissimo fare altrettanto, almeno per un po'....e non serve nemmeno tanta fantasia per immaginare come, visto che questi scenari sono già stati descritti mille volte in ambito letterario e cinematografico.

Personalmente, tutta questa sicurezza sull'impossibilità a verificarsi di certe situazioni di ribellione e rivolta la trovo infondata come la maggior parte dei luoghi comuni e credo anzi che non la vedano nemmeno quelli dicono di farlo, che forse dicono di pensarla a quel modo soprattutto per rassicurarsi (da soli) circa scenari di cui hanno invece paura.

Attenzione, perchè un popolo che non ha conosciuto altro che miseria e fatica non ha idea di una vita diversa e quindi spporta, ma chi ha conosciuto l'istruzione, i diritti e l'abbondanza, difficilmente si farà mettere i piedi in testa senza combattere, quando gli togliessero davvero tutto (o buona parte) di quello che ha.

Maxicono ha scritto:
mah, le rivoluzioni quando eravamo al 99% contadini, non le abbiamo fatte, ma ora, se ci pensi bene, un giorno senza consegne in una città e milioni di persone sono alla fame, prima eravamo tutti "surviver", ora siamo rimasti in pochi a sapere come si accende un fuoco, scommetto che pochi ucciderebbero un animale, o saprebbero vivere senza riscaldamento, siamo dipendenti dal sistema, come Matrix.
 
Ciao Tuner,
probabilmente mi sono espresso male, ma in quello che hai quotato, volevo proprio dire quello che hai scritto tu. :) E' più facile una rivoluzione ora, che non quando eravamo tutti contadini.

Ciao
 
Per cominciare la rivoluzione occorre iniziare dal Parlamento...:badgrin:
A parte questo, è difficile dire cosa possa accadere, perché se è vero che non somigliamo neanche lontanamente alla situazione della Grecia, continuando di questo passo ci arriveremo anche noi, anche se molto lentamente.
 
Ieri sera, seguendo "Ballarò" su Rai3 ho appreso, anche se è una cosa che forse avrei dovuto immaginare, che l'Italia è in crisi economica proprio dal 1992, guarda caso.
15 anni di stagnazione e poi 5 di recessione.
In realtà negli anni '90, subito dopo tangentopoli, pensavo che la situazione fosse comunque migliore di come è stata descritta (la concorrenza dell'este europeo e dell'Asia si fa sentire da non molti anni) a parte la crisi che stiamo vivendo dal 2008 e che potrebbe ancora durare molto, dal momento che le fasi recessive in economia hanno comunque il loro tempo di durata.
 
Credo che un sistematico pareggio di bilancio non possa essere l'obiettivo primario di uno stato sovrano, ma arrivare ad accumulare oltre 2000 MLD di debito consolidato, a fronte di una situazione sociale che lontanamente non assomiglia a quella dei paesi scandinavi, ci racconta di una perdurante gestione sconsiderata, fatta di sprechi e tangenti.

Detto questo, sono assolutamente convinto che con un tale debito si debbano controllare le spese e ridimensionarsi, ma priorizzare il pareggio di gestione in una fase recessiva significa solo aggravare la situazione ed erodere il risparmio, quando tutti sanno che senza una fonte di reddito che produca un surplus di ricchezza rispetto al fabbisogno, è impossibile rimborsare i debiti pregressi.

Si possono temporaneamente aumentare le tasse per risolvere un problema di liquidità e non creare inflazione, ma se ci si trova in fase recessiva e di bassi consumi, questo "metodo" non può che portare ad un avvitamento peggiorativo, con successivi innalazamenti delle aliquote a compensare una riduzione del gettito dovuta ai sempre minori redditi e volumi di scambi.

Dal 92 a ieri l'altro, mentre il debito saliva vertiginosamente e ci impoverivamo rispetto a tutto il mondo, "stagnando" mentre gli altri si "espandevano", chi ci ha governato non ha messo a posto i conti ma ha raccontato che problemi non ce n'erano o che quelli incontrati, li avevamo già brillantemente superati.

In un mondo "globale" si è un ingranaggio del sistema, ma il sistema Europa si è ridotto ad un meccanismo in cui chi si trova in posizione di vantaggio lo è anche perchè qualcun altro si trova in difficoltà.
Si può credere all'Europa, ma diventa sempre più difficile trovare motivi tangibili per credere a questa Europa.
 
Vorrei citare la seconda strofa del nostro inno (seconda strofa che mi sembra molto attuale, la dedico all'imminente nuovo governatore della Lombardia).
 
In effetti nei paesi scandinavi lo stato sociale sembra funzionare bene.
In Italia abbiamo invece un debito pubblico da terzo mondo...

Concordo col fatto che l'Europa così com'è non serva a nulla, e quasi quasi sarebbe meglio che si sciolga, per tutti, almeno ciascuno Stato avrà la sua sovranità monetaria.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro
Alto Basso