PELLICCE CINESI, NUOVI ORRORI. CAMPAGNA ON-LINE DELLA LAV
4 gennaio 2006 - Una indagine, condotta da Swiss Animal Protection e East International, ha portato alla luce nuovi orrori all'interno degli allevamenti di animali da pelliccia in Cina: animali rinchiusi in anguste gabbie senza riparo. Una prigionia che provoca gravi effetti sul loro comportamento: stereotipie, passività, automutilazione, problemi di riproduzione, fino all'infanticidio.
Al momento dell'uccisione gli animali, portati nei mercati all'ingrosso dove le grandi compagnie vanno ad acquistare le pelli, vengono storditi con ripetuti colpi alla testa, inferti con un bastone, con una barra metallica, oppure prendendo gli animali dalle zampe posteriori e sbattendoli a terra con violenza. Gli animali lottano, hanno convulsioni, infine giacciono tremanti a terra: molti rimangono vivi. Poi arriva l'accetta, ma non per finirli, per mutilare la zampe.
La scuoiatura avviene quando molti sono ancora coscienti; anche alla fine respirano ancora e il cuore continua a battere, i movimenti del corpo e degli occhi sono evidenti per altri 5/10 minuti.
La Lav lancia in Italia una campagna di informazione tramite il sito internet
www.nonlosapevo.com nel quale è pubblicato un video di denuncia e si invita a firmare una petizione per chiedere al governo "di approvare al più presto un bando nazionale che vieti l'importazione e la commercializzazione di pelli e pellicce provenienti dalla Cina". Dagli allevamenti cinesi provengono la maggior parte degli inserti che si trovano nei parka, nei guanti, negli stivali e nei peluche. "Articoli a basso costo e ad alto tasso di crudeltà" commenta la Lav, "grazie alla complicità del mercato della moda".
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