Non esiste un metodo semplice ma la normativa da applicare:
Il conduttore esterno del cavo coassiale della rete di distribuzione dei segnali deve essere collegato a terra,
a meno che nell'impianto si utilizzino soltanto prese d'utente totalmente isolate e componenti elettrici di classe II.
Il collegamento a terra può essere effettuato in corrispondenza del punto di ingresso del cavo nell'edificio, nel caso di impianto di distribuzione via cavo (CATV),
o in corrispondenza del terminale di testa, negli impianti centralizzati d'antenna.
Devono comunque essere collegati all'impianto di terra le masse, cioè gli involucri metallici che contengono componenti elettrici di classe I alimentati dalla rete (norma CEI 12-43, art. 5.2.1.).
Occorre inoltre verificare che, a livello delle prese d'utente, la resistenza misurata in corrente continua, tra il conduttore esterno della presa ed il più vicino collettore equipotenziale, sia inferiore a 5 Ohm.
Pertanto devono essere collegati equipotenzialmente i seguenti elementi:
- i conduttori esterni dei cavi coassiali (v. Norma CEI 12-43, art. 5.2.4),
a meno che non si utilizzino prese d'utente totalmente isolate, punti di trasferimento o isolatore galvanico;
- gli involucri metallici che contengono apparecchiature alimentate dalla rete (norma CEI 12-43, art. 5.2.1).
I collegamenti equipotenziali ed il collegamento di terra devono essere effettuati con conduttori aventi una sezione di almeno 4 mm2 se di rame (norma CEI 64-8, art. 543.1.3).
Questo detto vale per la protezione da contatti diretti ed indiretti.
Per la protezione da fulminazione diretta va eseguita un'analisi del rischio:
Per effettuare l'analisi del rischio contro il fulmine, l'antennista deve applicare la norma CEI EN 62305-2, indicando come altezza dell'edificio quella propria della struttura, aumentata dell'altezza dell'antenna che sporge oltre il colmo del tetto.
Ad esempio se l'edificio è alto 22 m e l'antenna sporge oltre il colmo del tetto per 2 m, l'altezza da considerare è 24 m.
A seguito dell'analisi del rischio, si può avere uno dei seguenti risultati:
A. L'edificio è autoprotetto contro i fulmini e l'impianto elettrico non necessita di protezioni contro il fulmine in relazione alla perdita di vite umane (rischio R1) .
B. L'edificio non è autoprotetto contro i fulmini, ma installando SPD all'arrivo delle linee entranti nell'edificio il rischio R1 si riduce ad un valore inferiore a quello tollerato dalla norma.
C. L'edificio non è autoprotetto contro i fulmini , e pur installando SPD del massimo livello di protezione all'arrivo delle linee, il rischio R1 rimane inaccettabile.
L'antennista può procedere nel seguente modo:
nel caso A, installa l'impianto di antenna senza alcuna preoccupazione;
nel caso B, può installare l'impianto di antenna, ma deve segnalare per iscritto al responsabile della struttura la necessità di installare SPD ad arrivo linea( e);
nel caso C, deve richiedere al responsabile della struttura di fare effettuare un'analisi del rischio più approfondita per stabilire se occorre prevedere un impianto di protezione contro i fulmini (LPS).
Solo se l'LPS non è necessario può procedere all'installazione dell'impianto di antenna.
fonti:
https://www.overtec.it/articoli/campi-elettromagnetici/gli-impianti-di-antenna
https://ceimagazine.ceinorme.it/ceifocus/osservatorio/gli-impianti-di-terra/
https://www.voltimum.it/articolo/notizie-tecnico-normative/messa-terra