Alle follie italiane degli ultimi 16 anni manca soltanto quella di privatizzare il servizio pubblico, così da arrivare al controllo completo dell'informazione da parte delle lobbies.

E' un controsenso, oltre che fuori dalla realtà, che uno stato rinunci al servizio pubblico. Al più, la RAI potrà appaltare esternamente a privati alcune funzioni operative, posto che sia davvero più conveniente pagare qualcuno che lucra sul servizio reso piuttosto che razionalizzarlo e gestirlo in proprio, risparmiando. (le infrastrutture ci sono già)
Sono i metodi gestionali ad essere sbagliati, non ultimo quello di collocare nei posti chiave persone "di fiducia" piuttosto che competenti. L'inefficienza e la scarsa produttività/redditività sono poi conseguenza dell'abitudine ad assumere personale in eccesso per accontentare il politico che deve garantirsi il voto, ovviamente a costo del cittadino.
Questo andazzo, però, non è una peculiarità della RAI, è un malcostume (italiano) dove, a certi livelli, le posizioni di comando derivano dal cognome e/o dalla tessera, insomma per "tradizione" e "affiliazione" piuttosto che per capacità professionali.
L'Italia, purtroppo, è un paese sempre più "murato" ed "immobile", dove il potere e la ricchezza, salvo pochissime eccezioni, sono sempre nelle mani delle stesse famiglie/istituzioni. Quando sembra che cambi qualcosa è perchè tutto, nella sostanza, rimanga esattamente com'era.
massera ha scritto:
Purtroppo è difficile, se non impossibile, riuscire a staccare la televisione pubblica dall'influenza dei politici e in modo particolare del Governo, a meno che come s'è detto non si arriva alla privatizzazione.