I piani della Rai fra Olimpiade
diritti serie A e sciopero...
Lo sport della Rai vive un momento cruciale fra Olimpiade, diritti per il campionato in chiaro e lancio dei canali tematici (Rai Sport 1 e 2). L'Olimpiade di Londra sarà la prima (estiva) dove la Rai dovrà misurarsi con un rivale, Sky, che ha i primi diritti mentre la tv pubblica dovrà "accontentarsi" di un massimo di duecento ore. Abbiamo detto "accontentarsi" anche se il direttore di Rai Sport, Eugenio De Paoli, è sicuro che siano più che sufficienti per garantire comunque un ottimo prodotto, la copertura totale delle gare azzurre e, quindi, la possibilità di tenere testa ad un competitor, Sky appunto, che annuncia 2000 ore fra dirette e sintesi e uno stuolo di "talent" (opinionisti) ad altissimo livello. La tv olimpica sarà ancora Rai Due, per una decina di ore al giorno di trasmissioni da Londra. Ecco la sfida della Rai. "I palinsesti estivi approvati all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione-è detto in un comunicato- confermano il forte impegno del Servizio Pubblico nel proporre a tutti i telespettatori un ventaglio di offerte di grande qualità. In particolare, l'estate 2012 sarà caratterizzata dai grandi eventi sportivi. La Rai, Servizio Pubblico, porterà nelle case degli italiani in esclusiva a partire dall'8 giugno tutte le partite degli Europei di calcio che si svolgeranno in Polonia e Ucraina". Per quanto riguarda i Giochi olimpici, "Rai Sport - si è ricordato ancora nel corso del cda- accompagnerà i telespettatori a partire dal 27 luglio con la cerimonia di apertura su Rai1 e nei giorni successivi Rai2 sarà la rete dedicata all'evento". La Rai inoltre ha il Giro d'Italia, il Tour de France e il Mondiale di Formula 1, prenderà il Roland Garros e cerca di chiudere con la Lega di serie A per i diritti del campionato. Questo significherebbe salvare trasmissioni come Stadio Sprint, Novantesimo Minuto e Domenica Sportiva. La Lega chiede 25 milioni all'anno, la Rai non vuole pagarne più di 10-12. Le parti sono ancora molto lontane (e per fortuna della Rai che Mediaset non è interessata...) anche se a Viale Mazzini sperano di chiudere entro metà aprile con una trattativa privata. Lunedì 2 aprile è prevista l'assemblea di Lega: sarà importante capire cosa decideranno i presidenti. E' vero che la Lega produce già le immagini del campionato, ma qui si tratta di trasmissioni: chi ci mettono al posto di Varriale, Volpi o Paola Ferrari? L'accordo potrebbe essere trovato intorno ai 15 milioni, se da Viale Mazzini faranno un passettino in avanti, e se tutti i padri-padroni del pallone sono d'accordo. Qualcuno potrebbe anche pensare di ritirare quei diritti ma con l'aria che tira si può rinunciare a 10-15 milioni all'anno? Altro argomento: il lancio dei canali tematici. Il direttore De Paoli ha presentato il suo piano editoriale, il cdr ha risposto con uno sciopero proclamato per il 10 aprile. Proprio il giorno che Rai Sport 1 dovrebbe cominciare a trasmettere dalle 7 del mattino sino all'una di notte con tg sportivi, trasmissioni stile "Uno Mattina", rassegna stampa, eccetera. I giornalisti di Rai Sport sono sul piede di guerra contro l'Azienda, e in una lettera aperta ai giornalisti Rai hanno chiarito la loro posizione. Ecco alcuni stralci: "Davvero strabiliante, davvero commovente. All'indomani della proclamazione di un giorno di sciopero da parte dell'Assemblea di RaiSport, la Rai scopre di dover essere "adeguata e competitiva" per valorizzare la nuova offerta dei suoi canali tematici. Non solo: di fronte alla prima, vera occasione di rilancio editoriale di RaiSport 1 e RaiSport 2, l'Azienda liquida il prodotto della propria testata sportiva e il lavoro dei suoi 119 giornalisti come "stereotipi del passato non ulteriormente riproponibili... L'Azienda appalterà la nuova offerta di questo canale tematico a una struttura esterna composta da autori, intrattenitori, programmisti registi e chissà da quali altre variopinte figure professionali... La nostra Azienda ci ha già di fatto congedati, etichettando il nostro lavoro come uno stereotipo del passato non più riproponibile, e liquidando le nostre capacità e potenzialità professionali come non adeguate e non competitive per una nuova proposta editoriale. Per la Rai, lo ripetiamo, siamo inadeguati e non competitivi, capaci soltanto di proporre stereotipi vecchi e perdenti...". Firmato: il cdr di Rai Sport con il fiduciario di Milano.
Lo scontro è molto duro: De Paoli si augura che si possa trovare ancora un accordo. Il direttore ha sempre creduto nel lancio del canale tematico, e Rai Sport 1, in questo periodo, ha fatto ascolti più che incoraggianti. Ma i nodi vanno sciolti. Il cda, se crede davvero nello sport Rai, deve salvare trasmissioni come "Novantesimo" con un'offerta adeguata (anche se inferiore al passato), tenendo conto che chi paga il canone ha anche diritto a vedere i gol in chiaro, e non a notte fonda o su qualche canale a pagamento. Da notare d'altronde che già la Rai ha perso la Champions: dallo prossima stagione addio ascolti record come quello di mercoledì sera in Milan-Barcellona (31,35% di share, 9 milioni 528.000 spettatori). Il ritorno, al Camp Nou, si vedrà solo a pagamento. La Rai perde terreno, è vero, ma anche le altre emittenti hanno i loro problemi. Mediaset ultimamente non ha più l'appeal pubblicitario di un tempo e il digitale pay va meno bene del previsto, mentre Sky, che ha fatto investimenti enormi e tiene in piedi il Circo del Pallone, ultimamente ha perso 50.000 abbonati (li recuperà con le Olimpiadi?).
(29 marzo 2012)
da
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