Un elemento di riflessione.
L'introduzione della pubblicità, sempre più invadente e incredibilmente tollerata dagli abbonati (non ho mai visto particolari levate di scudi...), nei canali a pagamento offerti da Sky (che siano suoi o altrui non fa differenza) introduce un'anomalia pesantissima, sulla quale invito tutti a soffermarsi.
La normale dinamica delle pay tv, laddove esiste un quadro normativo sano (e non una patologia di favori e controfavori come in Italia), rende il provider di servizi obbligato a rispondere al pubblico pagante. Non mi dai la qualità? Ti punisco.
Sky, direttamente o indirettamente, sta assumendo le caratteristiche di una TV commerciale, perché sembra rispondere più alle esigenze pubblicitarie, nel palinsesto e persino nella scelta dei canali da associare alla sua offerta (vedi canali per bimbi a profusione), e sempre meno alle esigenze dell'abbonato.
Un PROVIDER DI SERVIZI che si comporta da venditore di spazi di pubblicità è un'eresia, un'enormità. Sky non rende conto all'abbonato, ma direttamente ai "clienti" che fanno pubblicità per i "suoi" canali, e indirettamente agli stessi per i canali "altrui".
Un quadro devastante per la qualità dell'offerta, a ben guardare, nel medio periodo.
La condizione di monopolio satellitare e l'assenza di divieti (o il mancato rispetto degli stessi) in merito al minutaggio delle pubblicità (ma come mai nessuno nota ad esempio l'aumento progressivo degli spot sui canali Fox???) sta creando le premesse per un crollo verticale dell'offerta satellitare a pagamento, che in Italia è uguale a Sky.
Con buona pace dei proclami estivi, "dieci stupendi nuovi canali, qualità e HD a manetta". Pallone, stracchino di Nonno Nanni, e divx a tutti.
L'introduzione della pubblicità, sempre più invadente e incredibilmente tollerata dagli abbonati (non ho mai visto particolari levate di scudi...), nei canali a pagamento offerti da Sky (che siano suoi o altrui non fa differenza) introduce un'anomalia pesantissima, sulla quale invito tutti a soffermarsi.
La normale dinamica delle pay tv, laddove esiste un quadro normativo sano (e non una patologia di favori e controfavori come in Italia), rende il provider di servizi obbligato a rispondere al pubblico pagante. Non mi dai la qualità? Ti punisco.
Sky, direttamente o indirettamente, sta assumendo le caratteristiche di una TV commerciale, perché sembra rispondere più alle esigenze pubblicitarie, nel palinsesto e persino nella scelta dei canali da associare alla sua offerta (vedi canali per bimbi a profusione), e sempre meno alle esigenze dell'abbonato.
Un PROVIDER DI SERVIZI che si comporta da venditore di spazi di pubblicità è un'eresia, un'enormità. Sky non rende conto all'abbonato, ma direttamente ai "clienti" che fanno pubblicità per i "suoi" canali, e indirettamente agli stessi per i canali "altrui".
Un quadro devastante per la qualità dell'offerta, a ben guardare, nel medio periodo.
La condizione di monopolio satellitare e l'assenza di divieti (o il mancato rispetto degli stessi) in merito al minutaggio delle pubblicità (ma come mai nessuno nota ad esempio l'aumento progressivo degli spot sui canali Fox???) sta creando le premesse per un crollo verticale dell'offerta satellitare a pagamento, che in Italia è uguale a Sky.
Con buona pace dei proclami estivi, "dieci stupendi nuovi canali, qualità e HD a manetta". Pallone, stracchino di Nonno Nanni, e divx a tutti.