Sotto il profilo tecnico (e mi riferisco a quello puramente processuale), va detto che il provvedimento in questione, ovviamente limitato alle sole zone interessate e nei limiti di quanto dedotto in ricorso, è stato reso "inaudita altera parte", ovvero in assenza di contraddittorio: in sostanza, la parte resistente non è stata ascoltata. E questo è ovvio, poiché, nella comparazione tra il pregiudizio che la parte ricorrente avrebbe subito in assenza di sospensiva sino alla data dell'udienza collegiale del 23 maggio e quello che presumibilmente subirebbero i controinteressati, è stata riconosciuta prevalenza al primo. Ciò posto, all'udienza del 23 maggio non si discuterà del merito della vicenda ma, finalmente nel contraddittorio tra le parti, si revocherà, ovvero si confermerà il provvedimento di ieri. Ad ogni buon conto, rebus sic stantibus, ad oggi non esiste alcuna ragione processuale che determini una estensione automatica delle detta sospensiva anche alla nostra regione. Sarà necessario, a tale fine, un provvedimento amministrativo ad hoc (sulla scorta della difficoltà tecnica che sorgerebbe se la Puglia switchasse prima delle altre regioni) , ma qui, ovviamente, siamo in ambito politico-amministrativo, e quindi extraprocessuale. Nulla esclude, inoltre, che si trovi nelle more una qualche intesa, anche prima del 23 maggio. Ma, ripeto, vedo il problema molto limitato all'ambito locale, per cui, ad oggi, non sarei tanto pessimista e quindi non escluderei la festa del 23 maggio a casa di Eliseo. Mi riservo, comunque, di leggere integralmente ricorso e provvedimento cautelare.