Che fregatura.....l'errore più grosso è stato quello di aver messo insieme Regioni diverse tra di loro. Se avessero messo le Marche con l'Umbria, avrebbero fatto mooolto prima. Come dire che una strada si fa meglio se fatta a piccoli lotti, piuttosto che a grandi comparti. Altrimenti si arriva a delle incompiute.
Risultato...a Urbino abbiamo perso tutta la Romagna e i canali sono diventati solo 14, quasi tutti inguardabili per pessima qualità. Tra un quizzolotto di 7gold, una pubblicità Mancini di Tvcm, un telegiornale di Ancona di E'tv Marche e qualcosa su Tvrs, non vedo proprio come posso essere incentivato al DTT.
Altra soluzione, ma non si può digitalizzare utilizzando i doppioni? Lo fanno solo nelle grandi città, eppure anche a Urbino ci sono i doppioni. Per esempio, Tvcm, oppure si può tentare intanto lo switch over di Rai2 e Rete4.
Perché i marchigiani e gli Italiani del centrosud sono cittadini di serie B? Perché la Toscana e l'Umbria, che dovevano digitalizzarsi dopo di noi, adesso, per via della Francia, digitalizzano prima di noi?
Ecco la notizia del rinvio, che preferisco riprodurre in questa sede, così potete commentare meglio.
on riferimento alla riunione odierna del Cnid, Comitato Nazionale Italia Digitale, convocato dal Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani per definire il calendario degli switch off nelle Regioni ancora da digitalizzare, l'avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo (l'associazione di categoria cui aderiscono, tra l'altro, 320 imprese televisive locali), componente del Cnid in rappresentanza dell'associazione, ha dichiarato: «Dopo lunga discussione, la riunione odierna è stata rinviata di quindici giorni senza ancora definire alcun calendario. Nel corso della riunione - ha proseguito Rossignoli - Aeranti-Corallo ha evidenziato che la riduzione delle frequenze originariamente previste per le tv locali dal piano nazionale di assegnazione, da 27 a 18, non permette in alcun modo di procedere agli switch off nelle aree ancora da digitalizzare».
«Infatti – ha aggiunto Rossignoli – con tale esiguo numero di frequenze, non è assolutamente possibile che tutte le tv locali delle aree ancora da digitalizzare ricevano le assegnazioni frequenziali e divengano operatori di rete. In particolare il numero di 18 frequenze è assolutamente insufficiente nelle Regioni Toscana, Puglia, Calabria, Sicilia e Abruzzo e, comunque, sussistono rilevanti difficoltà anche nelle altre regioni in relazione alle esigenze di coordinamento tecnico con le trasmissioni televisive digitali dei paesi esteri confinanti».
«A conferma della delicatezza della problematica - ha proseguito Rossignoli - i rappresentanti di molte Regioni hanno espresso forte preoccupazione per le problematiche delle televisioni locali connesse al processo di transizione».
«Auspichiamo ora - ha concluso Rossignoli - che il Ministero dello Sviluppo economico, in vista della prossima riunione del Cnid, individui nuovi percorsi per la transizione nelle Regioni ancora da digitalizzare che non penalizzino il comparto televisivo locale e mantengano inalterato il ruolo dello stesso sul territorio».
da
http://www.digital-sat.it/new.php?id=25276