Rimango con le mie idee e sono preoccupato dal commento di alcuni utenti che cercano di fare del classismo sociale con l'abbonamento a Sky. Ora che io sappia chi frequenta questo forum è costantemente informato su retention,promozioni e ticket vari di cui molti di noi hanno beneficiato...chi paga 30,chi 40,chi 50...
Non ti preoccupare, avevo capito il senso del tuo post. La mia considerazione sui perché dobbiamo sempre cercare di rifarci ai modelli di altri paesi europei era una considerazione generica e voleva solo sottolineare che invece di cercare di importare usi e costumi esteri, dovremmo semplicemente valorizzare i nostri punti di forza (per me il fatto che diversi eventi siano passati o tornati al chiaro è un punto forte) e cercare di migliorare, perché è chiaro che dobbiamo migliorare e correggere molti nostri problemi, questo nessuno lo nasconde e nessuno intende dire che in Italia è tutto perfetto e funzionante. La televisione in chiaro non propone qualità sufficiente quando trasmette sport (vero, anche se in parte e con delle eccezioni)? Cosa facciamo, togliamo lo sport dal chiaro o miglioriamo la qualità di Rai e altre emittenti? Io credo che sarebbe più corretto la seconda. Questo volevo dire, dobbiamo pretendere qualità dalla Rai e dalle altre, non sperare che lo sport finisca a pagamento.
Per quanto riguarda la seconda parte del tuo post ti dico sinceramente che apprezzo il fatto che tu abbia sollevato una questione morale. Io sono sempre stato dell'idea che se uno ha una passione per qualcosa si possono spendere 30 o 40 euro al mese (sempre che se ne abbia la possibilità, chiaro), ma questo lo penso per me, non oso nemmeno pensare che anche per gli altri debba valere lo stesso discorso. Allora perché parlo di sport per tutti criticando quegli eventi che passano a pagamento? Semplice, critico questa tendenza perché vedo nello sport una funzione sociale, la funzione di unire la gente (non è retorica, lo penso davvero e già solo il fatto che stiamo qui a discutere tra noi di sport e TV è la prova che una passione comune unisce) e di rappresentare uno degli strumenti di intrattenimento più sani, accessibili ed economici che esitano. Appassionarsi e seguire lo sport non è come appassionarsi al teatro, all'arte o alla musica, tutte attività che richiedono una certa base culturale, lo sport è davvero un intrattenimento democratico (nel senso pieno ed etimologico del termine), perché basta conoscere le più o meno semplici regole di una disciplina e l'esperienza fa il resto, ma se questi contenuti diventano disponibili solo o per la maggior parte dietro il pagamento di una somma mensile, allora in molti ne resteranno tagliati fuori, alta o bassa che sia quella somma e quale che siano le ragioni per cui non ci si abbona ad una pay TV (non mi interessa e non mi permetto nemmeno di chiederlo).
Quello che voglio dire è che so bene che una cosa sono i beni di prima necessità e un'altra cosa è la futilità dell'intrattenimento sportivo, ma se ci abituiamo a dare per scontato che certe cose finora gratuite un giorno più o meno lontano possano diventare a pagamento, o anzi ne incoraggiamo nel nostro piccolo questo passaggio, rischiamo di far venire meno una delle funzioni basilari dello sport tutto, cioè quello di unire, perché andremmo a creare una sorta di "sport divide" tra chi può accedere alle discipline sportive in televisione e chi, invece, non può.
Dovrebbe essere più chiaro il mio pensiero ora, anche se mi scuso per la lunghezza del messaggio e per aver divagato un pochino dalla discussione strettamente incentrata sui diritti televisivi, ma ritenevo fondamentale precisare che non era mia intenzione quella di fare il sociologo alla spicciolata o, peggio ancora, etichettare la classe sociale delle persone sulla base di un abbonamento alla televisione (cosa inutile e sciocca), anche perché non ne ho né le competenze né l'ambizione.