Esatto, ed è proprio questo il punto: dipende sempre da dove ti metti a guardare. Dal lato Sky, sembra assurdo che la Rai — servizio pubblico, pagato con il canone — metta dei paletti sulla visibilità, e magari si faccia anche pagare per essere ritrasmessa su una piattaforma. Ma se ti sposti sul versante Rai, il ragionamento cambia completamente. Perché, dal loro punto di vista, garantire la presenza dei propri canali su Sky in modo costante e senza condizioni significa — di fatto — aumentare il valore percepito dell’offerta Sky, magari a discapito di altri canali o piattaforme dove invece investono direttamente.
Quindi sì, la stessa situazione raccontata da due fronti diversi assume contorni quasi opposti. Sky la racconta come una scelta discutibile della Rai che limita l’accessibilità. La Rai la presenta come una protezione legittima della propria autonomia editoriale e del proprio posizionamento strategico. Ed entrambe le versioni, se le guardi con un minimo di onestà intellettuale, hanno una loro coerenza. Sta tutto nel decidere da che lato vuoi metterti.