cacini ha scritto:
Forse me ne intendo poco, ma non basterebbe alla RAI riconvertire le sue frequenze da analogico a digitale?
1) L'analogico è basato sul concetto di pochi impianti molto potenti, mentre il DTT deve funzionare sul principio opposto, cioè molti impianti e poca potenza.
2) Molti impianti e poca potenza richiedono poche interferenze, ma poche interferenze non possono esserci senza un piano frequenze.
3) In Italia (dall'era delle TV commerciali) ha sempre funzionato la legge del più forte, e tutti i tentativi di avere un piano frequenze sono stati boicottati a livello politico, dai vari "amici".
4) Servono quindi molte più frequenze, e gli impianti non devono essere posti troppo in alto per non interferire. I principali impianti RAI, es Venda o Penice, per fare esempi, coprono aree molto vaste e pur non essendo adatti al DTT bloccano molte frequenze per decine di migliaia di Km quadrati, regioni intere.
5) Mediaset aveva necessità....... e visto che nessuno controlla, ha impianti DTT in postazioni done non sarebbe opportuno averli e potenze eccessive. Ovvio che certi impianti DTT mediaset bloccano anche loro frequenze per decine di migliaia di Km quadrati, regioni intere.
6) La RAI ha invece rispettato i parametri ma ha pochi impianti e coperture da DTT.
7) Ovvio quindi che ricevere la RAI DTT anche in zone teoricamente coperte, ma lontane, è un'impresa, perchè i segnali sono deboli e spesso interferiti.
8) Senza switch off analogico non si concluderà nulla, ma nessuno switch off avrebbe senso se prima il servizio pubblico non fosse pronto (ricordiamoci che si paga un canone).
9) Per quanto rispettabili, gli interessi economici delle TV commerciali, ovvero quelli dei loro proprietari, avrebbero dovuto venir dopo quelli dei cittadini (servizio pubblico).