Per riassumere, non si può nemmeno pretendere di avere delle visioni semplicistiche, per non dire superficiali.
Il fatto che i canali con frequenza superiore a 790MHz (quindi dal 61 in poi) non saranno più assegnabili (non utilizzabili - a breve - per chi già se li è visti assegnare) diventa davvero un serio problema.
Io capisco - e per primo sono d'accordo - sul fatto che dietro una TV, anzi, un operatore televisivo, dovrebbero esserci dei canali con contenuti veri e con un minimo insindacabile di palinsesto.
Però anche vero che che sono sotto gli occhi di tutti una serie di "storture" che causano delle palesi diversità di trattamento ed ingiustizie delle quali rimangono vittime, indipendentemente dalla qualità dei contenuti, TUTTE le realtà locali, sia pure potenzialmente.
Cito, a titolo d'esempio, il fatto che la legge impedirebbe ad un operatore locale di affittare banda per canali a carattere nazionale (vedi link appena postato da Ercolino).
Si è sentito dire che così non si sblilancerebbe il bacino d'utenza a favore di chi già ha una concessione nazionale.
Però, contemporaneamente, tutto ciò diventa una pesante limitazione nei confronti di chi ha concessioni locali che in pratica si ritrova "fuori mercato".
Che operatore televisivo è uno che non può offriire servizi ad una appetibile fetta di mercato?
Per meglio dire, il punto non è il fatto che una TV trasmetta televendite e televenditori. Il punto è che chi possiede una concessione, dovrebbe avere le medesime risorse e potenzialità di tutti gli altri soggetti. Ovvero, se io trasmetto per lo più televendite su un dato canale, nulla vieta che il resto dello spazio del Mux lo possa mettere a profitto affittandolo a terzi soggetti, anche nazionali...
E poi va da sé che anche un eventuale obbligo di consorzio toglierebbe del tutto o quasi questa possibilità. Un Mux occupato interamente da canali vari, in consorzio o meno, non avrebbe spazi da affittare a terzi. E poi, a chi togliere la concessione? Chi e con quali titoli diverrebbe l'intestatario del Mux in consorzio?
Ma soprattutto, nelle zone già all digital, abbiamo idea del macello (proprio in senso economico per i diretti interessati) che tutto ciò andrà a creare?
Prendiamo il caso del Lazio: ci sono operatori anche di rilievo che si sono visti assegnare canali dal 61 in su, ad esempio Teleroma 56 (ch. 64 oggi, ch. 56 prima dello switch), che decisamente non è un contenitore di televendite e cartomanti... Analogo discorso per TVR Voxson (ch. 63 oggi, ch. 50 prima) e Rete Oro (62 sia prima che dopo), ove, anche se in effetti contengono alcune telepromozioni, non mancano anche contenuti di altro livello, soprattutto nella cura dell'informazione e dei contesti locali.
Cosa si pensa di raccontare a queste realtà...?
