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Wi -Fi : fa male o no?

uffy

SPERO DI NO :eusa_naughty: =P è da 2 giorni ke ho il router alice con WiFi...

nighteagle ha scritto:
Volevo sapere se qualcuno è a conoscenza di problemi di salute derivanti dall'uso della tecnologia Wi-Fi sia in casa che in ufficio.:crybaby2:
Leggendo qua e là ho visto opinioni contrastanti.:eusa_think:
Il vostro parere? Fa male o no?:icon_rolleyes:
 
Non solo i cellulari farebbero male,come ritorna di scottante attualità in questi giorni, ma anche le reti wireless:icon_rolleyes: , come da tempo si parlava anche in questo thread....
Il massimo della pericolosità, allora, è il cellulare collegato in rete wi-fi !!!!:mad:
 
A volte è veramente estenuante cercare di spiegare... mille volte, la stessa cosa. :D

La potenza massima ammessa per un trasmettitore WIFI domestico è di 20dBm ERP, quella di un telefono cellulare può arrivare a 30dBm quando la cella è lontana.
In altre parole, il segnale deli'Access point o del Client wifi è 10 volte inferiore a quello potenzialmente generato da un cellulare nelle condizioni peggiori

Ciò che sarebbe da capire, e ci potrebbero arrivare anche i giornalisti... è che le onde radio si attenuano con un andamento quadratico.

Spiegazione maccheronica...
Data un'intensità di campo pari a 10, ad esempio un cellulare all'orecchio, cioè ad 1 cm dal cranio di un essere umano, quel segnale, spostando il cellulare a 2 cm si riduce a 2,5.
Se la distanza raddoppia, cioè il cellulare sta a soli 2cm dal cranio, il segnale diventa 0.625.... e così via.
A soli 64 cm di distanza, il campo da 10, si è ridotto a 0,0044. :evil5:

Siccome non penso che qualcuno si infili l'antenna del terminale wifi in un orecchio, la realtà è abbiamo a che fare con un campo assolutamente ridicolo ed assolutamente NON pericoloso.
:evil5:
E la somma dei segnali wifi nei paraggi?
Praticamente ininfluente, visto che risulta improbabile trovarsi con qualche centinaio di terminali wifi nel raggio di 80cm e che quelli più distanti, diciamo a qualche decina di metri (e senza muri) per creare un'energia rilevante dovrebbero essere alcune decine di migliaia, il che non è, anche nei condomini più affollati.

Per riassumere, l'energia di un cellulare appoggiato all'orecchio è incomparabilmente maggiore di quella prodotta dai terminali di una qualunque rete wifi, che sono molto più deboli e molto più distanti.
 
Sottoscrivo quanto ha già ridetto tuner. Siamo punto e a capo :)
 
Non ricordo bene la fonte di provenienza (in lingua anglosassone) si parlava che se il WiFi avesse avuto la stessa potenza di un segnale in gamma DCS sarebbe stato molto pericoloso. Si faceva riferimento all’energia del sistema modulante adottato (OFDM) che riusciva a penetrare molto in profondità rispetto ad altri segnali con altre modulazioni. Infondo questi segnali che apparentemente hanno potenza irrisoria trasportano + energia rispetto ad altre. Studi abbastanza recenti affermano che oltre al tempo di esposizione, al livello e alla frequenza del segnale, implica a tipologia del segnale trasmesso.
 
Nighteagle ha scritto:
- i dispositivi wireless quando non sono in uso, ovvero sono accesi ma non avviene scambio dati, emettono solo brevissimi impulsi di "beacon" (presenza), i ripetitori telefonici, radiofonici e televisivi invece trasmettono sempre a piena potenza.

Riconosco questa frase e ricordo di averla scritta alcuni anni fa' su un Forum che all'epoca moderavo.
Confermo che a mio parere il wi-fi se non viene "truccato" con sistemi atti a potenziarne le emissioni non dovrebbe produrre danni di alcun genere.

Prudenza tuttavia vuole che:

- non siano installati router o access point nelle camere da letto o che comunque, vengano spenti nelle ore di riposo
- sia limitato il soggiorno di bambini piccoli, specialmente se neonati, in prossimità delle antenne
- sia mantenuta l'antenna trasmittente del router o AP ad almeno un paio di metri dalla nostra abituale postazione di lavoro.

Riporto come semplice curiosità, non avvallata da prove scientifiche:

alcuni utilizzatori riferiscono che in presenza di antenne a 5 Ghz (non mi risulta 2,4 Ghz) installate sulla scrivania della postazione di lavoro, quindi a pochi centimetri di distanza, accuserebbero lievi problemi alla vista, sfocamento di immagini, lieve lacrimazione.
Alcuni parlano anche di maggiore "irritabilità" ma non si sa se si tratta di condizionamenti psicologici oppure reali effetti provocati dai dispositivi. Da qui l'indicazione prudenziale di mantenere gli apparati ad almeno 2 metri dal corpo
 
Per favore, non confondiamo il duty cycle di un segnale con la potenza di picco RF.
La modulazione digitale di cui stiamo parlando non cambia il livello di potenza di picco. Succederebbe solo se si trattasse di modulazione A3 con profondità del 100%, dove avremmo una potenza istantanea 6dB maggiore rispetto al carrier quando si arrivasse al 100%.
Per il wifi e le modulazioni digitali non è questo il caso, mai.
Disturbi lamentati...
Più probabile (ma comunque improbabile) che per colpa di un TX wifi accusi qualche disturbo il monitor per scarsa protezione EMI rispetto all'operatore che lo adopera. Inoltr, è mille volte più dannoso per la vista dell'operatore l'utilizzo del monitor in sè (a causa della luminosità), rispetto agli improbabilissimi danni generati da 10 o 20 mW di potenza erp (forse, dato che buona parte delle antenne per il wifi sono una mezza schifezza).
A meno di particolarissime situazioni, dove però le antenne sono direttive e puntate in tutt'altra direzione ed a metri e metri di distanza dalle persone, il wifi produce campi risibilmente esigui, di gran lunga inferiori a quelli della telefonia cellulare o di radiazione dispersa da un forno a microonde.
Inoltre, dato che si tratta di aritmetica elementare, chiunque può calcolarsi il rapporto di attenuazione di un campo elettromagnetico che si riduce con andamento quadratico rispetto alla distanza, visto che ad ogni radoppio della distanza si determina una riduzione del campo pari a 4 volte.

Ecco perchè è paranoico preoccuparsi del wifi domestico o della cella GSM/UMTS a 100m (con il cellulare che trasmette a potenza minima per via del segnale forte dalla cella) e non invece di mettere il cellulare in tasca od appoggiato all'orecchio, con 30dBm di potenza, tutti usati per collegarsi alla cella più distante... che viene ricevuta con un segnale scarso e pertanto collegata utilizzando la massima potenza.
;)
 
Tuner ha scritto:
Per favore, non confondiamo il duty cycle di un segnale con la potenza di picco RF.
La modulazione digitale di cui stiamo parlando non cambia il livello di potenza di picco. Succederebbe solo se si trattasse di modulazione A3 con profondità del 100%, dove avremmo una potenza istantanea 6dB maggiore rispetto al carrier quando si arrivasse al 100%.
A parte la nocività WiFi… questa volta non riesco a “cogliere” la relazione esistente tra watt PEP (Peak Envelope Power) con il duty cycle in una trasmissione numerica. Il duty cicle è sempre stato indicato come una percentuale (D %) tra stato 0 e 1 e la porzione del periodo “alto” non è mai uguale al periodo totale. In OFDM la conformazione del panettone è dato dalla maschera (un segnale a forma d’onda quadra con periodo costante) filtrato e che porta in stato on il trasmettitore per un breve periodo … ma ripetitivo nel tempo. La potenza PeP ha senso solo su un segnale modulato privo di portante, cosa che l’OFDM ne ha da vendere. Ecco per cui (senza offesa alcuna) mi avrebbe fatto piacere comprendere bene la relazione tra OFDM, A3, PeP e Duty Cycle. :D
 
Anche a me avrebbe fatto piacere capire cosa significava: "riusciva a penetrare molto in profondità rispetto ad altri segnali con altre modulazioni".:D
Penetrare cosa?
Detta così sembra una cosa "fisica", quasi si trattasse di "proiettili di grosso calibro".
:lol:

Si può tranquillamente parlare di duty cycle se si guarda all'emissione del segnale RF modulato e non alla composizione quello modulante.

La potenza di picco esiste anche in una modulazione AM, tanto è vero che se ne deve tenere presente nel dimensionamento dei componenti.
L'unica differenza tra AM vera e propra, cioè con onda portante e segnali a portante soppressa o ridotta (sempre AM è) è la differenza di livello RF in assenza di modulazione.
Confermo che un segnale AM modulato al 100% ha una potenza di picco pari a 6DB in più della portante. (basta guardare l'inviluppo di un segnale AM all'oscilloscopio)

Credo si debba stare attenti a come si parla in TD come questo, dove l'oggetto riguarda danni fisici alla salute ed il semplice utilizzatore di un sistema radio, sostanzialmente innocuo come il wifi, rischia di venir impaurito senza alcuna ragione.
;)
 
Tuner ha scritto:
Per favore, non confondiamo il duty cycle di un segnale con la potenza di picco RF.
La modulazione digitale di cui stiamo parlando non cambia il livello di potenza di picco. .

La mia frase, che ribadisco e confermo, si riferisce chiaramente all'emissione di onde radio nei periodi di inattività della rete wireless, cioè quando non ci sono client che richiedono dati.
Il router WL (o AP) emette solo brevi impulsi di beacon (presenza) che non sono inferiori come intensità ma sono molto meno frequenti nel dominio del tempo rispetto la condizione operativa.
Da questo, visto che la supposta pericolosità delle onde radio è riferita alla potenza ma anche al tempo di esposizione, ne consegue che il router wl ( o AP) "a riposo" creerebbe meno "problemi" rispetto allo stesso oggetto a pieno carico, ad esempio mentre si stanno scaricando dei grossi file oppure quando vari client sono connessi ed operano contemporaneamente.

Per rendersi conto di questo è sufficiente avvicinare un analizzatore di spettro all'antenna dell'apparato
 
Tuner ha scritto:
Anche a me avrebbe fatto piacere capire cosa significava: "riusciva a penetrare molto in profondità rispetto ad altri segnali con altre modulazioni".:D
Penetrare cosa?
Detta così sembra una cosa "fisica", quasi si trattasse di "proiettili di grosso calibro".
:lol:
E si !! lo so che oltre a un bravo tecnico sei anche un ... mandrillo !! e quella frase suscita ( non solo a te ) subito pensieri astrusi. Però confermo appieno poichè lo si è dimostrato che la tipologia di modulazione OFDM ha proprietà uniche e solo inferiore al T2 per superare ostacoli e per "entrare" all'interno degli edifici con il minimo di attenuazione. :badgrin:

Si può tranquillamente parlare di duty cycle se si guarda all'emissione del segnale RF modulato e non alla composizione quello modulante.
Bha !!! ad essere pignoli non è proprio così ... lo spectrum mask è tutt'altra cosa. :D
 
@wgator
Siamo d'accordo, ovviamente, ma ciò che mi preme sottolineare è che anche in fase di trasmissione dati continua, parliamo comunque di energie e campi debolissimi, che diventano risibili già a poche decine di cm.
Chi lavora in microonde, e l'attuale banda wifi la "maneggiavo" per la telemetria nei satelliti della serie Intelsat negli anni 80, sa bene cosa è davvero pericoloso e cosa non lo è, sia in termini di livelli che di esposizione.
Alla luce di delle mie conoscenze ed esperienze, ho qualche perplessità sulla salubrità di tenere appoggiato al cranio e conversare ore, con un cellulare a piena potenza, specie in banda UMTS/3G.
Che possa invece costituire un problema un'emissione wifi da 10/15 dBm erp effettivamente irradiati, con l'antenna a decine di cm o di metri, mi fa sorridere da una parte e preoccupare dall'altra. (così come sorrido e mi preoccupo quando vedo in vendita "magnetini" da attaccare al cellulare che proteggono "dalle emissioni dannose")
;)
 
@ispide
Non resta che misurare la potenza effettivamente trasmessa con un bolometro a termocoppia.
;)
 
Quoto pienamente con Tuner. ;) ;) ;)

Tuner, non c'è neanche bisogno di misurare, è il "magna magna" che bisogna eliminare ! :D :D
 
Ultima modifica:
Io gargarizzo 200 kW di EIRP al giorno, è sto benissimo. :D :D
 
Spero di no....visto che sono anni che sto sempre in mezzo a una o più reti wi-fi :D
 
Tuner ha scritto:
@ispide
Non resta che misurare la potenza effettivamente trasmessa con un bolometro a termocoppia.
;)
A proposito di Bolometri … molti anni fa in una sezione ARI del centro Italia ( Marche) veniva spesso a trovarci un vecchietto loquace ma alquanto psicopatico il quale con voce altisonante, attirava sempre l’attenzione degli OM presenti per dimostrare loro che con due fili peculiari (leicher) e un termogalvanometro si riusciva ad avere precisione e sensibilità pari se non superiore ad un Bird 43 ed un frequenzimetro a 8 digit. La cosa curiosa ma anche inquietante era la sua energica convinzione che spesso rimaneva solo e non soddisfatto apriva l’armadio dove era custodito un vecchio bolometro e ci si metteva a baloccarsi con un QRP e carico fittizio per farsi designare come garante o esperto delle RF … nulla poteva dissuaderlo e distoglierlo neppure il compianto Presidente ARI ci riusciva con serenità e pazienza a fargli comprendere che occorreva una potenza molto superiore per cercare di apprezzare qualcosa su quel strumento epocale. :badgrin:
 
Ultima modifica:
La testina di un bolometro (generalmente un termistore) può essere molto sensibile, decisamente molto più sensibile di qualunque strumento di misura a diodo (anche al Ge)
Ricordo di aver misurato potenze (ovviamente si parla di RMS) dell'ordine della decina di uW (microwatt) con una testina HP e relativo bolometro digitale.
Se il vecchietto avesse potuto disporre di una testina del genere, vi ammutoliva tutti, ed il Bird 43 avrebbe dovuto ripiegare in buon ordine.
:D

PS Mi sono ricordato il modello del bolometro: HP 436A così ho recuperato il range di misura che andava da -70 a 44 dBm, previa calibrazione. (ricordo che data la sensibilità della testina, per non danneggiarla si usavano diversi carichi attenuati di potenza passanti da varie decine di dB, e quelli erano Bird)
 
Ultima modifica:
Il Bird43 e il bolometro sono strumenti completamente diversi. In laboratorio abbiamo diversi bolometri, tra cui un Boonton 4200 di precisione, con testine da 10 MHz a 26 GHz per picco o RMS. Quella RMS è la più costosa (costa un occhio).
Certo che il Bird43 ha fatto la sua storia nel settore FM e TV, e attualmente molti lo utilizzano ancora. Con l'avvento del digitale, penso andrà in pensione per il broadcast televisivo.
Per misurare potenze, non RMS, fino a 2kW il Bird può dare una buona precisione, sbagliare di 1 dB è quasi impossibile.
Certo il bolometro è preciso anche fino al millesimo di dBm, ma per avere una misura di potenza di precisione ad esempio di un apparato da 2 kW, occorre un prelievo RF calibrato al decimo di dBm. Diversamente si può sbagliare anche più di 1 dB come bere un bicchiere d'acqua.
Normalmente i bolometri, almeno noi li usiamo per quello, vengono utilizzati per i settaggi dei livelli tra i vari stadi di una conversione, e soprattutto nei ponti radio a 5, 10, 14 e 20 GHz. ;)
 
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