X-Factor 9 - Dal 10 Settembre 2015 su Sky Uno HD

Non entro nel merito del programma e dei vari giudici, ma parto da questa tua osservazione per porre io una domanda.
Non hai l'impressione che negli ultimi anni la nostra musica si stia internazionalizzando maggiormente rispetto al passato? E parlo proprio di modo di fare musica (che ovviamente non c'entra nulla col discorso qualitativo), al di là del fatto che si possa poi cantare in italiano.
Io ho questa impressione, e chiedo a te perchè sicuramente sei più esperto e potrai dirmi qualcosa d'interessante in merito.

Oggi, tanto per dirne una, ascoltavo in radio un pezzo di Dolcenera, e mi ha ricordato tantissimo le sonorità inglesi (Florence, nello specifico). Potrebbe essere questo uno dei motivi che stanno rialzando le vendite del nostro mercato discografico?
Cito Dolcenera perchè è l'ultima che ho sentito in ordine cronologico, ma potrei allargare ai vari Mengoni, Michielin, Annalisa. Guarda caso tutti artisti della nuova generazione.
Fammi sapere che ne pensi.

E' un'impressione più vicina alla realtà di quanto pensiamo. Tiro in ballo la Corea del Sud. Fino a qualche decennio fa era un mercato molto piccolo, non aveva classifiche e le canzoni erano molto tradizionali. Quando negli anni '90 c'è stata una forte contaminazione con la musica occidentale, il mercato Sudcoreano ha cominciato ad acquisire importanza e più passavano gli anni e più la contaminazione diventava marcata con relativa crescita di mercato. Oggi, la Corea del Sud è diventato l'ottavo mercato discografico più grande del mondo (l'Italia è decima), sorretto soprattutto dal download digitale e dallo streaming. Due mezzi che lì vanno fortissimo.

Un ragionamento simile può essere applicato anche da noi, seppur in misura nettamente più ridotta. Noi abbiamo cominciato da poco ad abbracciare un modo di lavorare più internazionale. Prima eravamo più tradizionalisti (con le dovute eccezioni per alcuni artisti), nonostante le influenze dall'estero ci fossero comunque. Per dire, il cantautorato impegnato (solitamente Folk) popolarissimo tra la fine degli anni '60 e la metà degli anni '80, oppure il Rock 'n' Roll del primo Celentano, pur godendo di influenze internazionali, avevano ancora lo stampo Italiano. Si vedeva che il prodotto era concepito con una mentalità Italiana, cosa che invece non avviene adesso. L'attuale situazione che stiamo vivendo, permette all'ascoltatore di scegliere tra un prodotto con una mentalità più tradizionale ed uno con una mentalità più internazionale. Prima non era così e questo significava che solo una parte di pubblico veniva accontentata e questo influiva sulle vendite.

Questa internazionalizzazione è, economicamente parlando, un aspetto sicuramente positivo, perlomeno a livello nazionale. Infatti, esportare questi prodotti all'estero, non è cosa facile. Prima facevo l'esempio della Corea del Sud. Gli artisti di K-Pop fanno fatica ad uscire dall'Asia a causa della lingua. Loro l'Inglese lo conoscono a livelli minimi e quando provano a cantare in quella lingua, gli strafalcioni si sprecano. Un po' come quando ci provano i nostri. Quindi, esportano un prodotto cantato in lingua madre e nel caso dell'Asia, producono anche versioni dei propri lavori in Giapponese e per qualcuno che lo conosce, anche in Cinese Mandarino. Cose che facciamo anche noi con lo Spagnolo e per qualcuno che lo sa, anche col Francese.

L'aspetto negativo principale dell'internazionalizzazione è che a lungo andare, c'è il rischio di perdere la propria tradizione, come accaduto in Corea del Sud. Tral'altro, la nostra tradizione è apprezzatissima, quindi significherebbe perdere anche la nostra unica opportunità di vendere in tutto il mondo.
 
Non ho capito, scusa.
La tradizione cantautoriale italiana sta morendo perchè la musica internazionale si sta globalizzando?
Esattamente, nella musica internazionale comprendo anche quella italiana. La globalizzazione è in ogni settore un fenomeno in contrasto con la localizzazione, nella musica l'elemento distintivo (localizzante) per l'Italia è stato per molti anni la canzone d'autore. Non mi sembra di aver detto nulla di nuovo, è solo una constatazione, come ti ha anche confermato Simone in risposta al tuo post.

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Certo, la tendenza è globale, dirò anche, per dare il mio contributo, qualcosa sul Paese in cui a quanto pare sono specializzato... :laughing7:
Perfino in Francia, che è sempre stata gelosa della propria tradizione, tanto da tutelarla con leggi, questo si nota alla grande.
Non parliamo di David Guetta, del quale ci si dimentica spesso perfino che è francese e nemmeno di Stromae, che pur essendo un fenomeno internazionale è molto molto più legato di quanto potrebbe sembrare alla tradizione francese, anzi precisamente belga francofona (vedi Brel).
Guardiamo invece due giovani molto seguite, basta vedere il counter You Tube, mi sembra evidente la internazionalizzazione, in un caso addirittura si usa l'inglese, che per i francesi è ancora un'idea relativamente strana:
https://www.youtube.com/watch?v=rs40yxHjTxQ
https://www.youtube.com/watch?v=pwKkjLOHd7s

P.S. Christine si muove così anche dal vivo.... :5eek: (è uscita anche negli USA, in cui ha fatto anche un giro di promozione, non so onestamente se con successo o meno)
 
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Più passano gli anni e più l'influenza di Michael Jackson si fa pesante. Guardando le movenze di Christine e anche l'abbigliamento, non ho potuto far altro che pensare a lui. Anche perchè alcune mosse sono quasi copiate, ma rielaborate per darle cmq uno stile diverso e personalizzato :)
Christine And The Queens in USA hanno portato un album omonimo al settimo posto della Heatseekers Albums (classifica degli album di artisti che non sono mai riusciti ad entrare nella top 100 della Billboard 200) e al 48esimo posto della Top Rock Albums. I risultati sono freschissimi, di settimana scorsa. Prima di allora, non sono mai entrati in una chart Americana. Su suolo Europeo invece, a parte la Francia, va molto bene in Belgio e in Svizzera e sta pian piano guadagnando consensi anche nei Paesi Bassi.

A proposito di Francia, e di Johnny Hallyday, Francis Cabrel e Mylene Farmer che mi dici? :)
 
Sulla base del ragionamento di @Satine2006, che condivido... prevedo l'uscita dei Moseek :sad:
Se vanno in ballottaggio, probabilmente usciranno. Ai giudici non sembrano piacere molto.

A mio avviso gio sada una spanna sopra a tutti. Per me veramente bravo
Concordo. Meriterebbe la vittoria ma vinceranno gli Urban (che a me non dispiacciono affatto, anche se sono diventati un tantino ripetitivi).
 
E' un'impressione più vicina alla realtà di quanto pensiamo. Tiro in ballo la Corea del Sud. Fino a qualche decennio fa era un mercato molto piccolo, non aveva classifiche e le canzoni erano molto tradizionali. Quando negli anni '90 c'è stata una forte contaminazione con la musica occidentale, il mercato Sudcoreano ha cominciato ad acquisire importanza e più passavano gli anni e più la contaminazione diventava marcata con relativa crescita di mercato. Oggi, la Corea del Sud è diventato l'ottavo mercato discografico più grande del mondo (l'Italia è decima), sorretto soprattutto dal download digitale e dallo streaming. Due mezzi che lì vanno fortissimo.

Un ragionamento simile può essere applicato anche da noi, seppur in misura nettamente più ridotta. Noi abbiamo cominciato da poco ad abbracciare un modo di lavorare più internazionale. Prima eravamo più tradizionalisti (con le dovute eccezioni per alcuni artisti), nonostante le influenze dall'estero ci fossero comunque. Per dire, il cantautorato impegnato (solitamente Folk) popolarissimo tra la fine degli anni '60 e la metà degli anni '80, oppure il Rock 'n' Roll del primo Celentano, pur godendo di influenze internazionali, avevano ancora lo stampo Italiano. Si vedeva che il prodotto era concepito con una mentalità Italiana, cosa che invece non avviene adesso. L'attuale situazione che stiamo vivendo, permette all'ascoltatore di scegliere tra un prodotto con una mentalità più tradizionale ed uno con una mentalità più internazionale. Prima non era così e questo significava che solo una parte di pubblico veniva accontentata e questo influiva sulle vendite.

Questa internazionalizzazione è, economicamente parlando, un aspetto sicuramente positivo, perlomeno a livello nazionale. Infatti, esportare questi prodotti all'estero, non è cosa facile. Prima facevo l'esempio della Corea del Sud. Gli artisti di K-Pop fanno fatica ad uscire dall'Asia a causa della lingua. Loro l'Inglese lo conoscono a livelli minimi e quando provano a cantare in quella lingua, gli strafalcioni si sprecano. Un po' come quando ci provano i nostri. Quindi, esportano un prodotto cantato in lingua madre e nel caso dell'Asia, producono anche versioni dei propri lavori in Giapponese e per qualcuno che lo conosce, anche in Cinese Mandarino. Cose che facciamo anche noi con lo Spagnolo e per qualcuno che lo sa, anche col Francese.

L'aspetto negativo principale dell'internazionalizzazione è che a lungo andare, c'è il rischio di perdere la propria tradizione, come accaduto in Corea del Sud. Tral'altro, la nostra tradizione è apprezzatissima, quindi significherebbe perdere anche la nostra unica opportunità di vendere in tutto il mondo.

Grazie mille Simone. Sono davvero ammirato dalle tue conoscenze in materia. Complimenti.
 
Esattamente, nella musica internazionale comprendo anche quella italiana. La globalizzazione è in ogni settore un fenomeno in contrasto con la localizzazione, nella musica l'elemento distintivo (localizzante) per l'Italia è stato per molti anni la canzone d'autore. Non mi sembra di aver detto nulla di nuovo, è solo una constatazione, come ti ha anche confermato Simone in risposta al tuo post.

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Probabilmente c'è stato un malinteso. Io sostenevo che negli ultimi anni ci fosse stata una sorta di "internazionalizzazione" della musica italiana. Areggio mi sembrava contrario a questa cosa e tu mi è parso appoggiassi il suo pensiero. In realtà mi pare che Simone abbia appoggiato la mia impressione, poi magari ho capito male.

Il mio parere è che la globalizzazione della musica internazionale non può incidere in alcun modo sulla morte della cantautorialità (come vedete continuo ad inventare termini) italiana. Quella è dovuta, semmai, al fatto che la nostra musica si stia adattando agli standard del resto del mondo. Ed anche in questo caso mi sembra che Simone fosse, più o meno, sulla mia stessa lunghezza d'onda. Poi è chiaro che se mi dici che nella musica internazionale includi anche la nostra allora il discorso cambia, ma in realtà, nemmeno tanto velatamente, ammette che c'è stato un primo passo della nostra musica verso gli standard europei, da lì poi il famoso processo di globalizzazione che, come dicevo anche ad Areggio, è un'evoluzione del tutto naturale (e preciso ancora che non significa per forza di qualità migliore).
Il fatto è che detta come l'hai detta tu, sembra quasi che ogni volta che un artista bulgaro prova a proporre qualcosa sullo stile della musica, che so, del nord europa, provochi la morte istantanea di un cantautore italiano ; )

Comunque, niente di importante. La mia era più che altra una curiosità riguardo il mercato discografico.
Ciao!
 
Il fatto è che detta come l'hai detta tu, sembra quasi che ogni volta che un artista bulgaro prova a proporre qualcosa sullo stile della musica, che so, del nord europa, provochi la morte istantanea di un cantautore italiano ; )

Sicuramente mi sono espresso male se questa è stata la conclusione che si poteva trarre dalle mie parole. :)
Sono assolutamente d'accordo con te che la musica italiana si stia internazionalizzando, quello che volevo aggiungere è che se da una parte questo può renderla meno "provinciale" e (in teoria) meno "ghettizzata" al solo mercato interno, dall'altra, imho, fa perdere nelle nuove generazioni di cantanti (e di ascoltatori) i riferimenti che molte generazioni precedenti hanno avuto principalmente con la nostra musica e in particolare con quella d'autore.

Questo non significa che muoiano i cantautori italiani come "categoria" di persone, ma come avevo scritto nel mio post:

... effetto collaterale per il mercato italiano la morte o quasi della grande tradizione cantautoriale

Ciao :)
 
Più passano gli anni e più l'influenza di Michael Jackson si fa pesante. Guardando le movenze di Christine e anche l'abbigliamento, non ho potuto far altro che pensare a lui. Anche perchè alcune mosse sono quasi copiate, ma rielaborate per darle cmq uno stile diverso e personalizzato :)
Christine And The Queens in USA hanno portato un album omonimo al settimo posto della Heatseekers Albums (classifica degli album di artisti che non sono mai riusciti ad entrare nella top 100 della Billboard 200) e al 48esimo posto della Top Rock Albums. I risultati sono freschissimi, di settimana scorsa. Prima di allora, non sono mai entrati in una chart Americana. Su suolo Europeo invece, a parte la Francia, va molto bene in Belgio e in Svizzera e sta pian piano guadagnando consensi anche nei Paesi Bassi.

A proposito di Francia, e di Johnny Hallyday, Francis Cabrel e Mylene Farmer che mi dici? :)
Io l'avevo buttata lì, ma un po' ci contavo sulle tue informazioni sul mercato discografico, riguardo alla sortita americana di Christine & the Queens :)
Riguardo alla triade proposta, che si può dire sul Johnny nazionale? (rigorosamente pronunciato con accento francese)...
Sarebbe come parlare della Torre Eiffel o del Louvre... :D
Immaginate un Celentano all'ennesima potenza, ma più sornione e di classe: ha portato in Francia il rock, il rhythm and blues, il soul, tutto...
Negli anni 60 lui e la moglie Sylvie Vartan sono idoli in tutta Europa, ma nei paesi francofoni il suo successo resta e si fideizza, anche con interpretazioni cinematografiche.
Sfuggito nel 2009 miracolosamente alla morte, per una gravissima complicazione di un banale intervento, sembra abbia ancora più forza, due anni fa ha festeggiato i 70 anni con un concerto di ore a Bercy, finito il quale si è recato al volo in un piccolo teatro, dove ha cantato ancora per amici e fan più fedeli...
Lo ascoltiamo in un vecchio successo "Toute la musique que j'aime" "Tutta la musica che amo" (viene dal blues): il suo manifesto, in un concerto trasmesso tre giorni fa e registrato da un mesetto. Qui è con un'altra vecchia gloria, Véronique Sanson, mentre il chitarrista riccioluto, del gruppo Yodelice, fra parentesi è giudice della Nouvelle Star, invece il pianista lo è stato nell'ultima edizione francese di X Factor, risalente a qualche anno fa:
http://www.dailymotion.com/video/x3...oute-la-musique-que-j-aime-le-grand-show_news
Nello stesso concerto ha duettato con Mika (ma è la giacca dell'ultima puntata di X Factor? :laughing7: ):
http://www.dailymotion.com/video/x3...t-mika-requiem-pour-un-fou-le-grand-show_news
E con tanti altri, ricordiamo il duo con Louane, certamente non indimenticabile vocalmente (forse anche per l'inconsistenza della canzoncina del 62), ma bella per le immagini d'epoca sul retro ed emozionante (per Louane) che si è vista praticamente passare il testimone di "idolo dei giovani", com'è il titolo del pezzo " L'idole des jeunes" (sente già la solitudine della pop star? guarda come annuisce all'ultima frase "ma se potessero sapere come siamo soli..."):
http://www.dailymotion.com/video/x3g15zj

Gli altri due artisti alle prossime, però facciamo comunque prima, essendo meno monumenti, ma non per i gusti personali, visto che Francis Cabrel, che ho visto anche diverse volte dal vivo, a me piace molto.
 
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A proposito di Francia, e di Johnny Hallyday, Francis Cabrel e Mylene Farmer che mi dici? :)
Eccoci, Simone, terminiamo l'opera enciclopedica che domani ci sarà da occuparsi di un puntatone, speriamo, almeno...
Una curiosità, li hai visti nelle classifiche recenti?
Perchè in effetti Johnny Halliday ha pubblicato da poco il suo 50° album, composto insieme agli Yodelice e con tematiche impegnate e d'attualità (immigrazione clandestina, guerra in Siria), che sfig@, uscito proprio quel maledetto Venerdì 13.
Ha fatto regolarmente il giorno dopo il concerto di lancio, a Strasburgo, ma ha avuto chiaramente tutto un altro clima e significato...concerto in un locale grande, ma non troppo, ci son stato due anni fa, lo Zenith, mentre il concerto oceanico era previsto per Bruxelles, ma avete sentito, lo ha detto anche il TG italiano, è stato cancellato, anche il programma TV da cui ho preso quei video era per il lancio, anzi penso fosse stato registrato per mandarlo Sabato 14...ma chiaramente, l'han tenuto fermo un paio di settimane...

Cambiando genere dicevi Mylene Farmer, diciamo in due parole: il pop all'ennesima potenza, quasi sempre elettronico, compresa la voce elaborata elettronicamente, grandi coreografie...
Insieme al marito, musicista e produttore, Laurent Boutonnat, ha costituito una vera macchina da guerra, credo che detenga tutti i record possibili, vendite, incassi, tutto quanto produce denaro...
Non contenti, quasi vent'anni fa hanno scoperto, prodotto e sfruttato all'osso il fenomeno Alizée, componendo la famosa Moi...Lolita e girandone personalmente il (discutibile) video.
La suddetta ragazzina Alizée, che di carattere era tutt'altro di come l'avevano costruita, poco dopo essere diventata maggiorenne, forse un po' in omaggio alle sue radici mediterranee (è di Aiaccio, Corsica) ha seguito i suoi diversi progetti di vita, si è sposata, ha fatto una bimba e ha mandato tutti a quel paese... :laughing7:
(da qualche anno è ritornata e fa cose meno eclatanti, ma probabilmente, appunto, ha altri obiettivi nella vita, anche se a quanto pare non col suo primo amore, perchè si è risposata di recente...)
Mylene Farmer ha fatto anche alcuni pezzi in duo con artisti internazionali, mi ricordo tanto tempo fa Seal e, recentissimamente, Sting.

Francis Cabrel è un cantautore coi fiocchi e direi che è detto tutto perchè ancora ci ricordiamo in Italia come erano i bravi cantautori, ne parlava Simbo l'altro giorno e aggiungerei che è proprio un fenomeno franco-italiano, iniziato negli anni 50/60 in Francia da George Brassens, i cui semi hanno attecchito benissimo sul suolo italico passando da Genova, che non a caso è vicina alla Francia (lo stesso De Andrè fece la versione italiana di canzoni di Brassens, come Il Gorilla).
Cabrel per qualche aspetto ha qualcosa in comune con De Gregori (entrambi amano molto Bob Dylan) però Cabrel è sempre stato affabile e spiritoso.... :laughing7:
A proposito, una cosa sospettissima: Cabrel ha fatto l'anno scorso un disco di omaggio a Dylan, con versioni in francese di vecchi pezzi...e quest'anno l'ha fatto pure, in italiano, De Gregori... :lol:
Cabrel è sempre andato discretamente bene anche in Canada e nei paesi di lingua spagnola, tant'è che una delle prime canzoni di Cabrel, mi pare del '77, fa parte del repertorio di Shakira, qui è dal vivo in Francia, ma non credo sia una una tantum, l'ha pubblicata, come La quiero a morir:
https://www.youtube.com/watch?v=92tkZQB-Uj4
In questa versione è stata fatta anche da Jarabe De Palo, che l'ha riesportata in Italia con Francesco Renga (che giro...).
Da Cabrel mi piacerebbe proporre un brano che pure è andato bene anche nei paesi di lingua spagnola, parecchi anni fa, anche per il tema inconsueto: La Corrida, ma vista con gli occhi del toro, già dalle prima parole che suonano circa "Sono qui che aspetto in questa stanza scura..."
https://www.youtube.com/watch?v=XUQSba_X26c (il video è a bassa risoluzione, ma ne val la pena)
Curiosità: colleziona chitarre. :)

P.S. casomai non dovessimo più parlare di musica francese, lo sapevate che My Way è la cover di un pezzo francese di Claude François, composto come biglietto d'addio per la sua fidanzata France Gall, cantante e anche lei un po' lolita dell'epoca, visto che aveva circa 16 anni (e anche lei di lì ha preso il volo, ma in senso musicale, con una lunghissima carriera e ora come produttrice di una commedia musicale appena uscita e che temiamo con l'aria che tira a Parigi non incasserà quanto previsto... http://resistelacomediemusicale.fr/

Qui nel 1966, cantava, con l'autore Serge Gainsbourg, la maliziosa...quasi al limite della porcata, Les Sucettes:
https://www.youtube.com/watch?v=AMOWXkLxPMo coi sottotitoli in inglese, se volete farvi due risate...
 
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Io l'avevo buttata lì, ma un po' ci contavo..... [cut]

C'è stato un periodo in cui ascoltavo abbastanza spesso Hallyday :)
Ai tempi del Tour 66 aveva un sito ufficiale tutto particolare, in flash, e c'era una specie di Jukebox con canzoni random che partivano sempre con quel pezzone di Quelque chose de Tennesse. Ed io lo ascoltavo quasi sempre da lì :)
Avevo letto che voleva ritirarsi proprio dopo la tournée per i 66 anni, ma pare ci abbia ripensato e sia ancora lì. E ha fatto bene, perchè spacca ancora :D

Le analogie con Celentano sono tantissime, due grandi innovatori per i loro paesi di origine ed un successo che attraversa interi decenni. Manco a farlo a posta, hanno avuto il loro apice commerciale con gli album proprio nello stesso periodo, ossia, tra la fine degli anni '90 e gli inizi degli anni '00. In quel periodo Hallyday pubblicava Sang Pour Sang (1999) e A La Vie A La Mort! (2002), due album che hanno superato il milione di copie in Francia molto velocemente. Il primo ci ha messo tre mesi, mentre il secondo uno solo. Secondo la SNEP, gli album di Hallyday non hanno mai raggiunto cifre del genere in Francia, perlomeno, non in tempi così brevi. E tutt'ora, quei due album rimangono i suoi best seller. Purtroppo, non dispongo di cifre aggiornate.
Nel medesimo periodo, Celentano ha pubblicato un terzetto di album che commercialmente, hanno abbattuto tutti gli idoli dell'epoca. Quei dischi erano Mina Celentano (1998), Io non so parlar d'amore (1999) e Esco di rado e parlo ancora meno (2000). Il primo, in collaborazione con Mina, secondo il report di fine anno di M&D Musica e Dischi, ha venduto 1 milione di copie in Italia in 7 mesi e ad oggi, viene dato dai giornali oltre il milione e mezzo. Il secondo, è spesso accreditato come l'album più venduto di sempre nel nostro paese. Sempre secondo i report di fine anno di M&D Musica e Dischi, in un anno e 7 mesi ha venduto 1 milione 650 mila copie in Italia (La Repubblica lo dava a 1 milione 700 mila, con 15 giorni in più di vendita rispetto al report di M&D), 1 milione dei quali nei primi 7 mesi. Ad oggi non ci sono cifre aggiornate, ma si parla spesso di 2 milioni di copie, anche se non viene specificato se si fa riferimento al solo territorio Italiano. Il terzo album invece, secondo i report di fine anno di M&D Musica e Dischi, ha venduto 1 milione 200 mila copie in 13 mesi e secondo un articolo de La Repubblica del 2004, è arrivato al milione e mezzo.

Ah, piccola curiosità su Johnny: tra gli anni '60 e gli anni '80, lui aveva tentato l'assalto al mercato Italiano, e tra alti e bassi, era riuscito a a piazzare alcuni singoli in classifica. Uno di loro, raggiunse la vetta nel 1969. Si chiamava Quanto ti amo, ed era la versione Italiana di Que je t'aime :)

https://www.youtube.com/watch?v=2RDaAR8pQnY

Un altro pezzo assai noto da noi è Solo una preghiera: https://www.youtube.com/watch?v=5tw3noWKy0k


Eccoci, Simone, terminiamo l'opera enciclopedica che domani..... [cut]

Si, l'album di Hallyday ha debuttato al #1 due settimane fa con 81,054 copie, spodestando proprio quello di Mylene Farmer, che a sua volta aveva debuttato al #1 la settimana prima con 109,971 copie (dati GfK). La cifra con cui ha debuttato l'album di Hallyday, seppur ottima, non è stata ben vista, perchè ha fatto di meglio in passato. Rester Vivant (2014), ad esempio, vendette 131,849 copie la prima settimana.

Mylene Farmer e Francis Cabrel sono davvero bravi, anche se ammetto che rispetto ad Hallyday li conosco di meno :)
Ti ho chiesto di loro proprio perchè volevo sapere cosa ne pensassi, in quanto so che sono dei pezzi da 90 commercialmente parlando :)
Riguardo Cabrel e De Gregori, forse il primo è un po' più particolare nella stesura delle sue canzoni. Cioè, non è per tutti. Magari in Francia si (difatti lì è un campione di vendita), però ascoltato da uno straniero, non ha lo stesso effetto. Forse perchè sono canzoni che necessitano la comprensione delle parole. Un po' come se facessi sentire De Andrè a un Norvegese. Fermo restando che a me Cabrel piace, anche se non conosco molto del suo repertorio :)

P.S. L'aneddoto di My Way l'avevo mezzo sentito (o letto), ma non ho mai approfondito. Wow, e pensare che la sua paternità viene quasi sempre attribuita al solo Paul Anka. Grazie mille :)

Però è una bella canzonetta Les Succettes. Mette allegria :laughing7:
 
Inedito che mi è piaciuto di più quello dei Moseek
Ma Enrica resta la mia preferita. Ha più grinta e voglia di vincere di tutti
 
I 5 inediti sono molto differenti tra loro, 5 semifinalisti con percorsi molto personali approdano a 5 pezzi molti adatti a ognuno di loro.
Dopo un solo ascolto non so ancora quale sia il più forte ma penso che come tipo di canzoni sia l'anno migliore, gli altri anni c'era almeno un paio di cose inascoltabili o comunque debolissime fra chi presentava l'inedito
 
Mah.. Al primo ascolto nessun inedito mi ha colpito particolarmente, è vero, non ce ne sono di improponibili ma mi sembra di poter escludere che ce ne siano di lungo respiro. Sono usciti i moseek che erano i miei preferiti, ma l'importante è che siano arrivati fino all'inedito e a farsi conoscere.

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Peccato per i Moseek, erano i miei preferiti e l'inedito mi é molto piaciuto
Ivano
 
Però nel ballottaggio la cantante dei moseek é stata scandalosa....io non credo del tutto ai problemi tecnici, sarebbe stato scandaloso fosse uscita Enrica che é stata perfetta.....
 
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