Zalone batte Harry Potter, Spiderman e Star Wars: 7 milioni in un giorno per Quo Vado

comunque il film di Zalone tocca ormai considerarlo come un evento viene ideato il tutto a tavolino (la sceneggiatura, il numero di sale, la post produzione, il periodo di uscita) come se lo fosse , un pò come quando in tv ci sono le serate speciali di Benigni, Fiorello o chi per loro, sono eventi a parte che accentrano l'interesse di tutti o quasi.
 
Tra quelli che guardano Zalone, ci sono sicuramente tanti che guardano anche film d'autore.

Possono coesistere tranquillamente entrambi ;)


presente, la cosa bella è proprio questa non avere pregiuzi e spaziare su più generi.

poi ch epersonalemnte preferire spendere 8 euro per vedere Revenant al posto di un cinepanettone che aspetterei di vedere in tv è un altro discorso
 
Chiedo appunto. Secondo voi è così? Secondo voi Zalone record di ascolti è lo specchio della decadenza dell'Italia? Chi guarda Zalone è inferiore a chi guarda film d'autore? Chiedo.

assolutamente no... dico solo che il fatto che come prevedibile sbanca al botteghino e sorpratutto la sua sovradistribuzione nelle sale rappresenta molto bene come non crescera mai il cinema italiano... nel senso a me va bene che a natale e capodanno escano quei 2-3 film leggeri e un po' stupidi e che anche durante l'anno ne escano un'altra decina non saprei(certo se ce ne fosse qualcuno in più guardabile non sarebbe male)... il problema è che in italia si fa solo questo tutto qui e viene portato nell'olimpo da tutti il "cinema" di checco zalone" quando non fa nient'altro che la solita solfa, magari divertente, ma nulla di più...

mi da fastidio in questo senso il suo straordinario successo la botteghino... per il resto alla fine che me frega, sono anche contento che riesca a far andare al cinema più gente, anche se poi i soldi i produttori li riutilizzano in film identici in tutto e per tutto vabbè...
 
comunque il film di Zalone tocca ormai considerarlo come un evento viene ideato il tutto a tavolino (la sceneggiatura, il numero di sale, la post produzione, il periodo di uscita) come se lo fosse , un pò come quando in tv ci sono le serate speciali di Benigni, Fiorello o chi per loro, sono eventi a parte che accentrano l'interesse di tutti o quasi.

Esattamente.
 
dico solo che il fatto che come prevedibile sbanca al botteghino e sorpratutto la sua sovradistribuzione nelle sale rappresenta molto bene come non crescera mai il cinema italiano
[...]
mi da fastidio in questo senso il suo straordinario successo la botteghino... per il resto alla fine che me frega, sono anche contento che riesca a far andare al cinema più gente, anche se poi i soldi i produttori li riutilizzano in film identici in tutto e per tutto vabbè...
beh dai, forse magari no (è più una speranza che una certezza :icon_rolleyes:).
forse qualche produttore o distributore, riesce a produrre o distribuire meglio qualche film più di nicchia rischiando di più... tanto di soldi ne ha presi più da altro.
non è detto che sia tutto profitto e poco buttato nell'investimento.
 
Tra quelli che guardano Zalone, ci sono sicuramente tanti che guardano anche film d'autore.

Possono coesistere tranquillamente entrambi ;)

Non ho seguito tutta la discussione, ma visto che in giro se ne parla molto dico la mia. IMHO questo messaggio di Ercolino è abbastanza chiaro: a me, ad esempio, piace guardare spesso film più impegnati, ma i film di Zalone non mi dispiacciono e a dir la verità è l'unico comico italiano che attualmente mi fa ridere. La sua la trovo una comicità molto beffarda, come lo era quella di Sordi. Non sto minimamente paragonando i due, perchè Sordi stava su un altro livello, da quanto era immenso. Zalone prende in giro gli stessi che vanno a guardare i suoi film, non so se mi spiego: li fa ridere, ma al contempo la maggioranza di questi non capisce che in fondo lui se ne sta prendendo gioco. Non ho visto ancora il film, ma alcuni miei amici mi hanno detto essere piuttosto "cattivo" verso una specifica fascia di italiani. Zalone lo trovo uno molto furbo, anche un pò' para****. Il problema non è tanto chi va a guardare questo tipo di film, ma chi non capisce ( e sono tantissimi) questo tipo di comicità.
 
Quoto ogni singolo spazio. Aggiungo poi questo: e magari se l'utente X giudica un film Y come... "non bello" diciamo, viene addirittura definito dagli utenzi A, B e C come colui "che di cinema non sa un c@zzo" :eusa_wall: :badgrin: :eusa_wall:
A me non piacciono i film di Polanski, l'ho scritto in un topic spiegandone il motivo e non sono stato attaccato da nessuno, al massimo ribattuto.

Il punto è che per giudicare un film andrebbe visto, e almeno un film di Zalone l'abbiamo visto tutti, per cui trovare motivi per criticarlo è facile.

Se poi mi si viene a dire che 12 anni schiavo non merita (senza spiegare) è normale che uno si faccia delle domande
 
assolutamente no... dico solo che il fatto che come prevedibile sbanca al botteghino e sorpratutto la sua sovradistribuzione nelle sale rappresenta molto bene come non crescera mai il cinema italiano... nel senso a me va bene che a natale e capodanno escano quei 2-3 film leggeri e un po' stupidi e che anche durante l'anno ne escano un'altra decina non saprei(certo se ce ne fosse qualcuno in più guardabile non sarebbe male)... il problema è che in italia si fa solo questo tutto qui e viene portato nell'olimpo da tutti il "cinema" di checco zalone" quando non fa nient'altro che la solita solfa, magari divertente, ma nulla di più...

mi da fastidio in questo senso il suo straordinario successo la botteghino... per il resto alla fine che me frega, sono anche contento che riesca a far andare al cinema più gente, anche se poi i soldi i produttori li riutilizzano in film identici in tutto e per tutto vabbè...
Ok, così sì concordo. Io discutevo sul dare delle capre capre capre e declino dell'Italia a chi guardava Zalone solo perchè è intrattenimento leggero e solo perchè ci vanno tutti.
 
Se poi mi si viene a dire che 12 anni schiavo non merita (senza spiegare) è normale che uno si faccia delle domande

Se rileggi attentamente non ho scritto questo. Ho solo scritto che non l'ho visto perché non è il mio genere di film.



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Ma 12 anni schiavo che genere è?
Può essere definito storico, dramma, azione...
Inoltre piace a tutti perché è ben fatto ma estremamente semplice e lineare.
È vero che siamo il Paese della commedia ma dovremmo imparare ad aprire i nostri orizzonti
 
mbè io non lho scelto per principio, perché non mi piace l'idea di questo cinema... preferisco vederlo in tv quando lo daranno...
Qui a Bari a giorni chiuderà un cinema storico, l'Armenise, a cento metri da casa mia. Una sala che dagli anni 50 è stata un solido punto di riferimento sociale e culturale per la nostra città e per il mio quartiere. Una decisione dolorosa, il gestore non ha retto al predominio dei multisala. Ricordo rassegne, festival, prime con la partecipazione di attori e registi. Uno strazio. Hanno preferito chiudere all'inizio di quest'anno, e non più a dicembre, per un addio in allegria, all'insegna della spensieratezza e della baresita' più irriverente, con il film di Zalone. Insomma, il cinema doveva chiudere "alla grande" (peraltro programmando nella seconda sala Woody Allen). Come? Con la non cultura, dopo decenni di cinema serio? Con le cretinate? No, con risate grasse e generose. Con l'ironia del barese che sa non arrendersi, e sa ridere di se stesso. E forse solo qui riusciamo a capire chi è Checco Zalone, anzi i "Che cozzaloni" (parole staccate) che incontriamo tutti i giorni, che ci fanno ridere per una semplice espressione del viso, per un modo di dire assurdamente atroce. Gente semplice e buona. Gli spettatori dell'Armenise stanno ridendo amaramente in queste ore. Bari è vicina alla famiglia dei gestori. Quando dal mio balcone tra non molto vedrò le ruspe, ricorderò amaramente la dinamite che ha demolito il Cinema Paradiso.
Quo vado? Chissà. Però, Bari, ridi, ridi tanto, prenditi in giro e va avanti.
 
Ultima modifica:
Ma 12 anni schiavo che genere è?
Può essere definito storico, dramma, azione...
Inoltre piace a tutti perché è ben fatto ma estremamente semplice e lineare.

Se questo film avesse fatto il pieno nelle sale, nei noleggi, nelle tv.... allora parlerei bene della cultura che mi circonda (e io mi rendo conto della mia ignoranza in tanti ambiti culturali), e invece....
Guardalo, è molto bello. Drammatico e storico. Anzi, se ben ricordo é proprio una storia vera. Sarà che mi interessa il genere, ma per me è un film da non perdere, da far vedere a tutti i ragazzi delle medie.
Non un capolavoro ai livelli di Shindler's List o Amistad (secondo me! così evitiamo questioni), ma comunque d'obbligo.

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Qui a Bari a giorni chiuderà un cinema storico, l'Armenise, a cento metri da casa mia. Una sala che dagli anni 50 è stata un solido punto di riferimento sociale e culturale per la nostra città e per il mio quartiere. Una decisione dolorosa, il gestore non ha retto al predominio dei multisala. Ricordo rassegne, festival, prime con la partecipazione di attori e registi. Uno strazio. Hanno preferito chiudere all'inizio di quest'anno, e non più a dicembre, per un addio in allegria, all'insegna della spensieratezza e della baresita' più irriverente, con il film di Zalone. Insomma, il cinema doveva chiudere "alla grande" (peraltro programmando nella seconda sala Woody Allen). Come? Con la non cultura, dopo decenni di cinema serio? Con le cretinate? No, con risate grasse e generose. Con l'ironia del barese che sa non arrendersi, e sa ridere di se stesso. E forse solo qui riusciamo a capire chi è Checco Zalone, anzi i "Che cozzaloni" (parole staccate) che incontriamo tutti i giorni, che ci fanno ridere per una semplice espressione del viso, per un modo di dire assurdamente atroce. Gente semplice e buona. Gli spettatori dell'Armenise stanno ridendo amaramente in queste ore. Bari è vicina alla famiglia dei gestori. Quando dal mio balcone tra non molto vedrò le ruspe, ricorderò amaramente la dinamite che ha demolito il Cinema Paradiso.
Quo vado? Chissà. Però, Bari, ridi, ridi tanto, prenditi in giro e va avanti.

si ok tutto bello... ma non c'entra niente col discorso che facevo io...
 
Nel film di Zalone viene fatto vedere uno spaccato della societá, il posto fisso ecc....

se è per questo, 'Tutta la vita davanti', di Paolo Virzì con Isabella Ragonese ha affrontato questo argomento e soprattutto (e se non ancor più) il problema della precarietà in modo 10 volte più efficace: con leggerezza e profondità insieme (no,non è un ossimoro). Non è stata l'unica commedia che ha affrontato questo argomento,ma forse è una fra quelle più conosciute.

Ci sarebbe tanto da dire all'interno di tutte le considerazioni su come e cosa considerare un film di qualità,sui cinepanettoni,sulle esigenze di svago,sui paragoni con mostri sacri del cinema,sul pubblico italiano che va al cinema,sulle mode e le tendenze in Italia, sui battages pubblicitari martellanti atti a promuovere film che 30-40-50 anni fa neanche si sarebbero presi la briga di produrre, sul tipo di distribuzione cinematografica (rasentante lo squallore), sui criteri con cui viene scelto di vedere un film al cinema, sull'idea che sia più difficile far ridere che far piangere (e si scambiano i Zalone come i Pieraccioni quali comici,ma la comicità è un'altra cosa), sull'idiozia argomentativa di critici come Filippo Mazzarella che arrivano a dire di essere convinti che "nel 2050 i film di Zalone saranno considerati alla stregua di classici come i primi Fantozzi di Villaggio,come i migliori Sordi, i più acuti Totò", sul ritenere "snobistico" qualunque punto di vista differente dalla maggioranza nei confronti della quale sembra sia un obbligo il doversi rapportare accettandone la primazia,ecc,ecc.

Sono dell'idea che la comicità in una commedia è tanto più riuscita quanto più sa essere ironica,sulfurea,possibilmente grottesca e surreale, e sicuramente quando è sanamente cattiva: si pensi a Monicelli e Dino Risi, se ci limitiamo all'Italia. A Billy Wilder o Ernst Lubitsch fuori da essa (per quanto ovviamente due geni come questi ultimi due non si sono solo limitati a far ridere e sorridere ma hanno realizzato delle opere che resteranno, queste sì, ben oltre il 2050, intatte nel loro splendore)
 
si ok tutto bello... ma non c'entra niente col discorso che facevo io...
Lo so. Era solo per dire che ci sono tante ragioni per cui la gente lo va a vedere. Una di queste è quella che ho raccontato. Mi scuso per la digressione.
 
se è per questo, 'Tutta la vita davanti', di Paolo Virzì con Isabella Ragonese ha affrontato questo argomento e soprattutto (e se non ancor più) il problema della precarietà in modo 10 volte più efficace: con leggerezza e profondità insieme (no,non è un ossimoro). Non è stata l'unica commedia che ha affrontato questo argomento,ma forse è una fra quelle più conosciute.

Ci sarebbe tanto da dire all'interno di tutte le considerazioni su come e cosa considerare un film di qualità,sui cinepanettoni,sulle esigenze di svago,sui paragoni con mostri sacri del cinema,sul pubblico italiano che va al cinema,sulle mode e le tendenze in Italia, sui battages pubblicitari martellanti atti a promuovere film che 30-40-50 anni fa neanche si sarebbero presi la briga di produrre, sul tipo di distribuzione cinematografica (rasentante lo squallore), sui criteri con cui viene scelto di vedere un film al cinema, sull'idea che sia più difficile far ridere che far piangere (e si scambiano i Zalone come i Pieraccioni quali comici,ma la comicità è un'altra cosa), sull'idiozia argomentativa di critici come Filippo Mazzarella che arrivano a dire di essere convinti che "nel 2050 i film di Zalone saranno considerati alla stregua di classici come i primi Fantozzi di Villaggio,come i migliori Sordi, i più acuti Totò", sul ritenere "snobistico" qualunque punto di vista differente dalla maggioranza nei confronti della quale sembra sia un obbligo il doversi rapportare accettandone la primazia,ecc,ecc.

Sono dell'idea che la comicità in una commedia è tanto più riuscita quanto più sa essere ironica,sulfurea,possibilmente grottesca e surreale, e sicuramente quando è sanamente cattiva: si pensi a Monicelli e Dino Risi, se ci limitiamo all'Italia. A Billy Wilder o Ernst Lubitsch fuori da essa (per quanto ovviamente due geni come questi ultimi due non si sono solo limitati a far ridere e sorridere ma hanno realizzato delle opere che resteranno, queste sì, ben oltre il 2050, intatte nel loro splendore)

Porca miseriaccia...caxxo si, daccordissimo!!! Quoto parola per parola, e ti ringrazio per avere "sprecato" minuti per esplicitare la questione nei migliori dei modi. Grazie. ;)

se questo è essere snob allora preferisco esserlo.
 
se è per questo, 'Tutta la vita davanti', di Paolo Virzì con Isabella Ragonese ha affrontato questo argomento e soprattutto (e se non ancor più) il problema della precarietà in modo 10 volte più efficace: con leggerezza e profondità insieme (no,non è un ossimoro). Non è stata l'unica commedia che ha affrontato questo argomento,ma forse è una fra quelle più conosciute.

Ci sarebbe tanto da dire all'interno di tutte le considerazioni su come e cosa considerare un film di qualità,sui cinepanettoni,sulle esigenze di svago,sui paragoni con mostri sacri del cinema,sul pubblico italiano che va al cinema,sulle mode e le tendenze in Italia, sui battages pubblicitari martellanti atti a promuovere film che 30-40-50 anni fa neanche si sarebbero presi la briga di produrre, sul tipo di distribuzione cinematografica (rasentante lo squallore), sui criteri con cui viene scelto di vedere un film al cinema, sull'idea che sia più difficile far ridere che far piangere (e si scambiano i Zalone come i Pieraccioni quali comici,ma la comicità è un'altra cosa), sull'idiozia argomentativa di critici come Filippo Mazzarella che arrivano a dire di essere convinti che "nel 2050 i film di Zalone saranno considerati alla stregua di classici come i primi Fantozzi di Villaggio,come i migliori Sordi, i più acuti Totò", sul ritenere "snobistico" qualunque punto di vista differente dalla maggioranza nei confronti della quale sembra sia un obbligo il doversi rapportare accettandone la primazia,ecc,ecc.

Sono dell'idea che la comicità in una commedia è tanto più riuscita quanto più sa essere ironica,sulfurea,possibilmente grottesca e surreale, e sicuramente quando è sanamente cattiva: si pensi a Monicelli e Dino Risi, se ci limitiamo all'Italia. A Billy Wilder o Ernst Lubitsch fuori da essa (per quanto ovviamente due geni come questi ultimi due non si sono solo limitati a far ridere e sorridere ma hanno realizzato delle opere che resteranno, queste sì, ben oltre il 2050, intatte nel loro splendore)
Anch'io sono d'accordo con te. Qualcuno vorrebbe far credere che l'italiano va a vedere questo genere di film visto il momento storico che stiamo vivendo per svagarsi, per staccare il cervello per un po', per evitare pensieri tristi per un centinaio di minuti. Ma cavolo, 70 anni fa uscimmo dalla guerra con le ossa rotte, con il morale a terra, ma ciò non impedì il successo di capolavori del neorealismo come Ladri di biciclette, Umberto D che di certo non strappavano sorrisi o inducevano all'ottimismo.

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