Trovo che in assoluto il miglior programma di questo periodo festivo sia "I dieci comandamenti",di Domenico Iannacone. Malgrado il titolo non abbia niente a che fare con la religione,stricto sensu, se non laicamente, e per fortuna,aggiungerei : diciamo che si ispira a quella che può essere la realtà concreta,minuta e giornaliera,nel suo essere un reportage tutto svolto senza alzare i toni. Iannacone, bravissimo giornalista e con trascorsi da reporter d'inchiesta di tutto rispetto,sa enucleare il meglio dai suoi intervistati,indagando sulle piccole e grandi vicende che aprono interi squarci sula realtà di questo paese. Una settimana fa la puntata è stata dedicata a Ezio Bosso, compositore, musicista e direttore d'orchestra colpito implacabilmente dalla SLA: con quel filo di voce rimasta e con la sua grande espressività faceva emergere la sua grandezza d'animo con uno sguardo che era un tutt'uno con quello di Iannacone. Terapeutico e maieutico il rapporto,direi,e vicendevole nel divenire.
E nella puntata trasmessa stasera, intitolata 'La caduta', parimenti piccole e grandi storie quotidiane: di chi per esempio in seguito a un incidente stradale subìto ha perso lavoro (da ingegnere alimentare in una multinazionale), famiglia (abbandono della moglie),casa (le candele facevano da pendant nell'intervista,mancando l'energia elettrica). Colpiva soprattutto l'estrema pacatezza del malcapitato in attesa da più di dieci anni di un risarcimento per i danni riportati e il suo modo di porsi assolutamente dignitoso nel raccontare la sua giornata che inizia alle 3 di mattina nel mettersi in fila per ricevere,alle 9, le rimanenze del mercato ortofrutticolo rimaste invendute e destinate alla distruzione. Una forma di solidarietà concreta e non pelosa,condivisa con altri compagni di sventura che la vita ha portato in quei luoghi: tutto con estrema dignità.
Indi,lo stacco,niente affatto brusco e del tutto pertinente nella sequenza che ha aperto il prefinale: il monologo di Flavio Bucci,grandissimo attore italiano, ne "La proprietà non è più un furto", di Elio Petri, uno dei più importanti registi italiani mai esistiti,spesso sottovalutato,tuttora sovente dimenticato.
Oggi Flavio Bucci ha 70 anni: è una rarità vederlo in tv e ancor più intervistato. Qualcuno lo ricorderà nelle vesti di don Bastiano nel 'Marchese del Grillo': da prete scelse di rubare ai ricchi finendo per penzolare sulla forca non prima di un'ultima arringa tutta sui generis.
Non val la pena neanche scommettere sul fatto che alla sua dipartita (sperabilmente il più tardi possibile),Flavio Bucci sarà certamente ricordato come l'interprete di 'Ligabue': la sua interpretazione fece epoca e gli valse un enorme successo in termini di pubblico e critica. Ma Bucci è in realtà una pietra miliare dello spettacolo in Italia:'Chi ha paura di Virginia Woolf?',' Le memorie di un pazzo','Il fu Mattia Pascal',Che fai tu luna in ciel, dimmi che fai','Riccardo III', 'L'alchimista','L'avaro', Sono solo alcuni dei titoli di una carriera teatrale che ha spaziato da Shakespeare a Gogol,da Pirandello a Dostoevskij,da Leopardi a Boll.
Oltre che con Petri ha lavorato con Monicelli,Marco Tullio Giordana,Valentino Orsini,Giuliano Montaldo,Dario Argento: anche da caratterista il suo volto plastico e la sua gamma espressiva gli hanno permesso di spiccare con interpretazioni mai scontate.
La voce che doppia Travolta in 'Grease' e 'La febbre del sabato sera',nonchè Depardieu ne 'L'ultima donna' è la sua.
Riguardatevi su Raiplay la puntata de 'I dieci comandamenti" di stasera: riascoltate Flavio Bucci. Lascia(no) il segno