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Il discorso lato pratico da cliente lo capisco benissimo. È proprio questo il punto centrale: Sky sta chiaramente orientando la sua strategia verso un modello in cui la centralità editoriale passa attraverso il possesso e il controllo diretto dei contenuti, puntando su diritti esclusivi e produzioni proprietarie per rafforzare il valore percepito del proprio abbonamento. Dal punto di vista dell’azienda, è una scelta coerente, perché consente una maggiore flessibilità editoriale, una personalizzazione della narrazione e un’identità più definita del brand. Alla fine, come dici, è una questione di priorità personali e di come ciascuno decide di investire il proprio tempo e denaro in base alle preferenze di fruizione.scusa se mi permetto, ma l'errore fondamentale del tuo discorso è che l'abbonato sky da anni aveva incluso nell'abbonamento gli eurosport, mentre dazn 1 lo puoi vedere se sei abbonato a dazn. ma questo te lo sai benissimo e scusa se mi permetto (mi puoi anche bannare) ma non è assolutamente lo stesso discorso.
L'abbonato sky che pagava 70 euro si guardava il tour de france o australian open e ora guarda allo stesso prezzo la replica di biscardi
L'abbonato dazn che pagava 45 euro al solito prezzo da oggi a domani vedo molto più palinsesto sportivo.
DAZN sta seguendo una strategia opposta e complementare rispetto a quella di Sky: amplia il proprio catalogo includendo un mix di diritti proprietari e contenuti terzi, puntando sull’effetto aggregatore per attirare un pubblico più ampio e variegato. Oltre all’accordo con Eurosport, sta integrando numerosi eventi sportivi secondari o di nicchia, spesso non in esclusiva, che però consentono di coprire più discipline e più segmenti di pubblico. L’idea è quella di costruire un ecosistema sportivo che sia il più esteso possibile, anche a costo di avere un controllo editoriale meno marcato su parte dell’offerta. Questo approccio serve a rafforzare la percezione di quantità e varietà, valorizzando la formula “multisport” su cui si fonda il modello DAZN, soprattutto in un mercato dove la concorrenza per i grandi diritti è sempre più feroce.