7 milioni under 35 vivono a casa con i genitori,il 61% tra i ragazzi non sposati

Stato
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Il titolo di questo thread è fuorviante anche i neonati e i bambini di tutte le età sono under 35. Bisogna specificare over 18

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Primi segnali di ripresa

"Oggi, finalmente, siamo davanti ai primi segnali di ripresa.
Una ripresa effettiva, seppure timida".
Così il Presidente di Confcommercio, Sangalli, all'assemblea annuale.

"Oggi buoni segnali vengono dalla produzione industriale, che è in crescita negli ultimi mesi.
E anche i consumi stanno dando cenni di risveglio".

Per Sangalli il turismo "è la carta vincente dell'Italia, eppure non troviamo mai la mano giusta per calarla".
Senza turismo, aggiunge Sangalli, "non c'è crescita per il Sud e, senza il Sud, non c'è crescita per l'Italia.
Facciamocene una ragione".

L'Italia ha "bisogno di un fisco semplice, affidabile ed equo".

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Fonte: Televideo RAI

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Mah.. debolissima ripresa, che avviene con qualche congiuntura economica internazionale favorevole.
Gli strumenti che servirebbero per ripartire non sono ormai sotto il nostro controllo.
Vedremo.
 
Mi trovo d'accordo sull'esposizione dei fatti, meno sulle considerazioni finali.
C'é da dire una cosa... in democrazia i cittadini scelgono (o hanno l'illusione di farlo) coloro che li rappresentano e che facciano bene o male il loro lavoro li rappresentano in tutto e per tutto. Se gli eletti si intascano i soldi, pagano consulenze a parti in causa (!) lo fanno a nome e per conto dei cittadini.
E viste le porcherie che fanno, nessuno prende il mio voto da quando ho 18 anni, perché quasi sempre tradiscono i propri mandati.

PS: francamente usare un giornale (per quanto ne so) schierato come Il Fatto Quotidiano per me non é un buon punto di partenza....

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Lo so, ma quale giornale non è schierato?

Comunque forse siamo OT, perché i motivi che portano le persone a rimanere a casa e a non crearsi una vita propria, hanno solo parzialmente a che vedere con la crisi greca, anche se il discorso è globale e riguarda anche l'europa
 
Sì, in effetti dal titolo del topic abbiamo deviato un pelo :D

Ot e chiudo: io mi trovo bene con La Stampa, sono anni che la leggo e non riesco ad individuare un preciso schieramento. Poi ovvio che il singolo giornalista abbia le sue simpatie ed idee. Ma mi pare si dia uno spazio equilibrato alle frange "non estreme", che ovviamente ne farebbero un giornale schierato...
Poi certo conta la sezione provinciale e quella della mia cittá, per onestá intellettuale

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Parte dalla Danimarca la crociata anti-cash: ora il denaro è virtuale

La rivoluzione dei pagamenti, Copenaghen ha deciso: dal 2016 si useranno solo le carte digitali e il telefonino. In Canada la Banca centrale non stampa più banconote. L'Italia, però, resta indietro.


La legge di Moore non è mai stata approvata in Parlamento, neanche con la fiducia, ma è pienamente in vigore e i suoi effetti sono ovunque: prevede che la potenza dei microprocessori raddoppi ogni diciotto mesi. La progressione della tecnologia accelera a una rapidità esponenziale, penetra nelle nostre vite, cancella abitudini e interi settori industriali, ma ne crea di nuovi capaci di una crescita esplosiva.

È successo anni fa alla musica, che si è progressivamente smaterializzata fino a entrare nei cellulari, ma ora sta per succedere al denaro. In questi giorni il governo danese ha proposto una misura che forse in futuro verrà ricordata come il punto di non ritorno: nel 2016, commercianti e imprese avranno diritto per legge di rifiutare pagamenti in monete e banconote di carta o in metallo. Ad eccezione di medici, dentisti, negozi di alimentari e pochi altri servizi essenziali, sarà obbligatorio saldare con un mezzo elettronico se richiesto da chi incassa. Banche e imprese potranno risparmiare i rischi e le spese, molto ingenti, che ora sostengono per gestire e trasportare il denaro fisico.

Non è del tutto una novità, ovviamente. Già oggi in Svezia gli autobus non accettano pagamenti in contanti e la diffusione di carte digitali di ogni tipo, con il rarefarsi della moneta fisica in circolazione, fa sì che le rapine di banca siano crollate da 110 nel 2008 a 16 nel 2011. In Canada la banca centrale ha smesso un anno e mezzo fa di stampare banconote, anche per incoraggiare i pagamenti con carta. In Kenya un terzo della popolazione è abbonato a M-Pesa, il sistema di bonifici via telefono con cui si versano salari o bollette, da poco esportato anche in Romania. E persino in Somaliland, tra Etiopia, Somalia e Eritrea, nel 2012 il numero di pagamenti via telefonino è stato pari a quello di pagamenti per carta di credito in Italia nel 2013: in entrambi i casi, 34 per abitante.

Ma c’è sempre un momento in cui tutto accelera e la qualità tecnologica cambia. Nella musica la Sony incastonò i compact disk in piccoli lettori con cui si poteva correre nel parco, ma pochi anni dopo la Apple di Steve Jobs distrusse quel modello con l’iPod: il contenuto non solo diventava più piccolo, ma si smaterializzava e portava con sé nuovi modi di ascoltare, produrre e vendere una canzone.

Con il denaro sta succedendo lo stesso, e la sola certezza è che abbiamo visto solo l’inizio. In Italia, per la verità, giusto quello. Con la Grecia, questo resta il Paese nel quale le transazioni elettroniche rappresentano la quota più bassa in Europa: appena il 13% del totale, contro una media del 40%. Nel frattempo però c’è un italiano che sta già guidando quella che ha tutta l’aria di essere la prossima rivoluzione tecnologica nel denaro immateriale, così come l’innovazione dei lettori digitali in Mp3 presero il posto di quelli di compact disk.

[...]

http://www.repubblica.it/economia/2...anti-cash_ora_il_denaro_e_virtuale-114486514/

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Aggiungo (tanto per rendere compatibile l'articolo citato con il tema di questa discussione) che, per realizzare tutto questo, servirebbero delle certezze più solide (almeno in Italia) per quanto riguarda il mondo del lavoro.

Qui non tocca né alle banche né ai cittadini.

Le certezze sul lavoro le può dare solo la politica.

L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sulla pensione.
Nel senso che il lavoro è un diritto (perché il diritto all'esistenza è fondamentale ed inalienabile). La pensione arriva in base al percorso lavorativo che uno ha fatto.

Se uno non ha fatto un percorso lavorativo che gli permetta di avere "diritto alla pensione" o ad altri servizi, allora lo Stato (e solo lo Stato) ha violato i diritti di quella persona.
Nessuno ha chiesto di nascere; di conseguenza lo Stato deve garantire assistenza e supporto dal primo all'ultimo istante di vita ad ogni suo cittadino.
Questa sarebbe una vera società di diritti.

Se fosse possibile avere un percorso lavorativo senza (o con pochissime) interruzioni, lineare e soprattutto compatibile con il percorso formativo della persona, "diritti" come la pensione o l'accesso ai servizi bancari o della sanità arriverebbero di conseguenza.

Io introdurrei due nuovi "reati":
- la sotto-occupazione (una sorta di moderna "schiavitù");
- la mala-occupazione (mansioni non pienamente compatibili con il percorso formativo, anche se il settore fosse quello corretto).

Risolvibili con tre codici alfanumerici (simili al codice fiscale) che dovrebbero identificare in modo univoco:
- il percorso formativo della persona;
- la categoria del lavoro;
- il lavoro specifico.

Il lavoratore potrebbe decidere in qualunque momento di rinunciare alla piena compatibilità di questi tre codici e quindi di dedicarsi ad un lavoro che magari non sia consono al proprio percorso formativo o alle proprie aspirazioni.
Ma, allo stesso modo, in qualunque momento potrebbe decidere di far valere le proprie ragioni e chiedere di ripristinare la situazione di piena compatibilità dei tre codici (magari cambiando azienda).

Inoltre, si potrebbe pensare all'introduzione di questo piccolo stratagemma:
prima di essere licenziato o di dimettersi, il lavoratore deve avere già la garanzia di un contratto con un'altra azienda.

Con questa piccola (ma efficace) soluzione si eviterebbero tante situazioni drammatiche o periodi di disoccupazione eccessivamente prolungati a cui il lavoratore magari non pensava di andare incontro.

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Chiaro che la moneta elettronica non è la soluzione di tutti i mali.
Al momento il concetto di "uguaglianza" non è completamente attuato nella nostra società.

Anzi, direi che "al momento non siamo uguali proprio per niente", soprattutto a livello di diritti e opportunità.
Dovremmo esserlo, ma non lo siamo.

Non basta una tessera o un bancomat.
Dietro ci vuole tutto un discorso di formazione culturale ed etica.
Bisogna prima insegnarlo il concetto di uguaglianza, in modo che possa essere appreso, assimilato e vissuto concretamente dalle persone.

Ma soprattutto ci vuole la consapevolezza che potrebbero essere necessari anni (se non decenni) per realizzare una società simile.
E bisognerebbe essere tutti dalla stessa parte.



Insomma, siamo ancora all'inizio.

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Ultima modifica:
"Se uno non ha fatto un percorso lavorativo che gli permetta di avere "diritto alla pensione" o ad altri servizi, allora lo Stato (e solo lo Stato) ha violato i diritti di quella persona.
Nessuno ha chiesto di nascere; di conseguenza lo Stato deve garantire assistenza e supporto dal primo all'ultimo istante di vita ad ogni suo cittadino.
Questa sarebbe una vera società di diritti."

Questo che hai scritto è una cosa praticamente santa.. ma all'europa non interessa far questo, per noi cittadini.
 
Stati Uniti della compassione

"Se uno non ha fatto un percorso lavorativo che gli permetta di avere "diritto alla pensione" o ad altri servizi, allora lo Stato (e solo lo Stato) ha violato i diritti di quella persona.
Nessuno ha chiesto di nascere; di conseguenza lo Stato deve garantire assistenza e supporto dal primo all'ultimo istante di vita ad ogni suo cittadino.
Questa sarebbe una vera società di diritti."

Questo che hai scritto è una cosa praticamente santa.. ma all'Europa non interessa far questo, per noi cittadini.

Assomiglia vagamente a quello che scriveva il Beccaria.
Non abbiamo ancora sviluppato e concretizzato in modo adeguato (e utile alla causa comune) il pensiero dei grandi uomini intelligenti e illuminati del passato.

[In italiano]
https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Beccaria

[In inglese]
https://en.wikipedia.org/wiki/Cesare_Beccaria

[In spagnolo]
https://es.wikipedia.org/wiki/Cesare_Beccaria

Cesare Bonesana-Beccaria, marchese di Gualdrasco e di Villareggio (Milano, 15 marzo 1738 – Milano, 28 novembre 1794) è stato un giurista, filosofo, economista e letterato italiano, figura di spicco dell'Illuminismo, legato agli ambienti intellettuali milanesi.

La sua opera principale, il trattato "Dei delitti e delle pene", un'analisi politica e giuridica contro la pena di morte e la tortura, condotta sulla base del razionalismo e del pragmatismo, ispirò, tra l'altro, il nuovo codice penale voluto dal granduca Pietro Leopoldo di Toscana, e alcuni tra i Padri fondatori degli Stati Uniti d'America come Thomas Jefferson, Benjamin Franklin e John Adams. Beccaria era inoltre il nonno dello scrittore Alessandro Manzoni.

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Ne riparleremo quando tutti gli Stati Uniti d'America (la più grande democrazia del mondo), e più in generale gli altri Stati nel resto del globo, avranno abolito la pena di morte.
Da quel momento il mondo sarà diverso.

La pena di morte va a negare proprio il primo diritto, fondamentale ed inalienabile: il diritto all'esistenza.
Annoverare la pena di morte ancora tra le possibili azioni (o reazioni) di uno Stato (di qualsiasi Stato si tratti) invalida ogni tipo di discorso politico, economico, culturale, sociale, etico e religioso.
Non è degno di una società che si voglia definire "avanzata" (per non dire "giusta"), o comunque completamente dedicata al servizio dei cittadini, ricorrere a questa orrenda (quanto inutile) "soluzione".

La vera soluzione sarebbe costruire una società, sufficientemente flessibile, che prevenga qualsiasi tipo di reato.

Ecco, i disastri e le tragedie naturali non si possono ancora evitare.
Ma almeno se si pensasse solo a questi tipi di problemi!
Vorrebbe dire che finalmente tutti sarebbero dalla stessa parte!

Invece, a volte gli uomini si creano problemi a vicenda.
In questo modo aggiungono ai disastri naturali quelli provocati da chi dovrebbe pensare quasi ed esclusivamente ad affrontarli.

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"Se uno non ha fatto un percorso lavorativo che gli permetta di avere "diritto alla pensione" o ad altri servizi, allora lo Stato (e solo lo Stato) ha violato i diritti di quella persona.
Nessuno ha chiesto di nascere; di conseguenza lo Stato deve garantire assistenza e supporto dal primo all'ultimo istante di vita ad ogni suo cittadino.
Questa sarebbe una vera società di diritti."

Questo che hai scritto è una cosa praticamente santa.. ma all'europa non interessa far questo, per noi cittadini.
Boh, io non concordo. C'é tantissima gente che il percorso lavorativo non lo faper colpa sua, e soltanto sua. Perché sono dei lavativi senza voglia di lavorare. O talmente raffinati da pensare che o fanno il lavoro che dicono loro oppure se ne stanno a casa a campare di sussidi o del portafogli di papá. O letteralmente di quelli altrui.
Senza contare che per tanti andare anche solo 30km lontano da casa propria é un'impresa insormontabile.
Purtroppo ne conosco :(
Io ho perso il lavoro a fine marzo. Il 15 aprile mi ero giá aperto un'attività suggeritami daun amico. Allora ho provato a consigliarla ad altri amici miei disoccupati da vario tempo. La risposta? "No, vabbé.... Io cercavo da dipendente. Se c'é da aprire P.Iva non mi interessa." Il tutto senza manco cercare di capire quai fossero i margini (e ce ne sono parecchi, con pochissimo investimento iniziale) e l'impegno in termini di tempo.
Quindi, ok la situazione é difficile, ok viviamo in un Paese (autocensura) che per mantenere parassiti e comprare voti apre un sacco di uffici inutili che strangolano di burocrazia e tasse imprese e cittadini, ok che due decisioni di fila giuste non le vedo da una vita, ok tutto.... ma tanta gente la pensione semplicemente NON LA MERITA perché non ha fatto nulla per ottenerla. Così come non merita assistenzialismo né NULLA da parte della collettività

Ps: chi si macchia di crimini orrendi quali omicidi, pedofilia o altre cose per me non merita manco la vita. Eliminare certa immondizia dal globo non risolve il danno fatto, ma é certo più giusto che non far pagare alle vittime o ai loro famigliari dei soldi per mantenerli, magari per tutta la vita

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In parte sono d'accordo con te, Luctun

Ma purtroppo capita che lo Stato debba assorbire la disoccupazione, e a volte crea posti di lavoro in cui ci sono solo parassiti di Stato ( e ne ho visti anch'io).
 
Bé ma essere imprenditori di sé stessi è una delle cose più difficili in assoluto, e lo vedo con i miei occhi in casa mia...non é che tutti possono avere lo stesso coraggio, la stessa inventiva, lo stesso carattere sia per iniziare quanto soprattutto per riuscire...ognuno fa le sue scelte e può essere più o meno tagliato per qualcosa, alcuni non riescono a stare seduti su una scrivania, altri si trovano bene...
Non é così semplice :)
 
Questo discorso vale anche per me.. e sono anche stralaureato, con master, stage, e lavori saltuari tra la toscana e Roma (e 100 colloqui, anche a Milano)
 
In parte sono d'accordo con te, Luctun

Ma purtroppo capita che lo Stato debba assorbire la disoccupazione, e a volte crea posti di lavoro in cui ci sono solo parassiti di Stato ( e ne ho visti anch'io).
Di dico come la vedo, giusto o sbagliato che sia il mio punto di vista :D
Lo Stato ha il dovere di assorbire disoccupazione. Ma per creare occupazione. I parassiti devono cercare cibo nei cassonetti. Magari si svegliano.
Pensa che io abolirei cassa integrazione (a lungo termine, se parliamo di una settimana o un mese, per dire, é un'altra faccenda), disoccupazione e simili. Ovviamente abolirei i cobtributi che le aziende versano a questo scopo. Reddito di cittadinanza per me é una bestemmia. Questo non vuol dire che si debbano lasciare a piedi quelli che perdono o non trovano lavoro. Vuol dire che lo Stato ritiene "giusto" che ognuno abbia un reddito di... boh.... 800€? Benissimo. Io Stato tramite i vari livelli di PA ti assumo (per un tot di ore commisurato allo stipendio), finché non trovi un lavoro migliore e/o meglio pagato. Ma in quel periodo LAVORI, senza fare il parassita, per QUALSIASI lavoro ho da farti fare. Che sia cantoniere, manutentore di mezzi pubblici, tirare a lucido strade e miri cittadini, fare da "accompagnatore" in musei e biblioteche, dare da mangiare agli anziani abbandonati, uffici INPS ecc... Non lo accetti o vivi di mutua? Fuori dalle balle e cercati il cibo nei cassonetti!!

PS: stesso identico discorso per i rifugiati che vengono in Europa passando per salvataggi alle spese dell'Italia. Fai lavori per il pubblico fino a saldare i soldi spesi dallo Stato. Nel frattempo imparano pure un mestiere (e gli standard lavorativi occidentali) creandoti un mestiere che ti sará utile per vivere "qui"

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Io voglio aggiungere però una cosa, riguardo al debito.. se il debito è sostenibile, si può fare quello che vuole. Il Giappone ha un debito molto più alto dell'italia, ma con quello ha creato un PIL che riesce a "mantenerlo". Loro però sono un'altra economia.

Noi facevamo molto debito, ma anche con i parassiti di stato, riuscivamo a reggerlo, perché avevamo una produzione di livello.

Per me rimane importante sempre la sovranità monetaria, con una Banca Centrale e una propria moneta. Poi non è che bisogna sprecare come si vuole.

In ogni caso, il reddito di cittadinanza dovrebbe essere come in Germania, col discorso dei 3 lavori offerti (se rifiuti perdi il diritto). Quindi una riforma dei centri per l'impiego. Poi l'UE è stata realizzata solo a metà, in pratica.
 
Ultima modifica:
Per quanto ne sapevo io (ma potrei di certo sbagliare) in Germania si deve accettare il primo lavoro proposto, qualunque esso sia.
Ma poi tu alla storia dei centri per l'impiego che funzionan(erann)o ci credi? Io no

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