AGCOM, pubblicati i criteri del piano nazionale per le frequenze digitali (28/06/10)

Novram ha scritto:
Capito il tuo punto di vista......
digNotini......cosa pensi in merito?
Quali sono le ulteriori problematiche.....oltre (se ve ne sono) quelle che hai esposto nel tuo post precedente?

Quello che mi preme far capire è che non sono solo le frequenze ad essere un bene limitato, ma anche gli spettatori.
Moltiplicare i canali, senza moltiplicare in modo analogo gli spettatori, equivale a variare l'equilibrio del mercato.
La questione della libera concorrenza mi andrebbe anche bene se vi fossero dei limiti ben precisi alla possibilità per un editore di gestire canali nazionali/locali.
Facendo un esempio un po' forzato: Mediaset è contraria all'ingresso di SKY nel digitale terrestre perchè si troverebbe a dover condividere il proprio bacino di clienti con un competitore forte. Vagli a dire che se fa programmi migliori sarà premiata dal mercato. Non bisogna ragionare a livello di canali trasmessi ma a livello di editori, perchè è tra essi che vi è competizione e concorrenza di mercato.
Per un principio di uniformità, se a livello nazionale un operatore può avere 5/6MUX su 25 totali vuol dire avere 1/5 della capacità trasmissiva, ovvero, avere al massimo altri 4 editori concorrenti con le tue stesse capacità con cui dividere il mercato.
Questi operatori potrebbero essere anche di più, numericamente, ma ciò si tradurrebbe automaticamente in una riduzione della loro capacità trasmissiva.
La coperta è stretta: posta l'esistenza di un operatore X con 5/6 MUX si va da un minimo di altri 4 operatori di pari livello a un massimo di 18 con capacità pari a 1/6 del potenziale di X.
Prima di passare all'equivalente situazione locale, mi preme ricordare che ho fatto l'esempio basandomi sui MUX di proprietà e non sulla banda teoricamente occupabile dai canali di un solo editore che ad oggi può andare anche oltre a 1/5 del disponibile.
A livello locale, chi accetta di condividere un MUX con altre 4 emittenti locali, si ritrova già con la stessa situazione dell'editore nazionale, ovvero ha 1/5 di banda e altri 4 competitori con pari capacità trasmissiva nello stesso bacino con cui competere.
In questo caso l'omogeneità di concorrenza sul mercato si raggiunge se da una parte abbiamo su 25 MUX nazionali 6 MUX x 25 canali a un editore e dall'altra 1 MUX locale 1 canale a un editore.
Peccato che i MUX per le locali siano più o meno 13 in ogni zona con editori che potrebbero riceverne 3 per legge. Questo a livello di concorrenza vuol dire che chi accetta di mettersi in condivisione su un mux non ha 1/5 del mercato da dividere con altri 4 operatori alla pari, ma ha 1/65 del mercato, con l'aggravante che alcuni suoi diretti concorrenti potrebbero gestire invece 15 canali, ovvero circa 1/4 del mercato (perchè sono più ricchi e lo diventeranno ancora di più).
Con queste regole, passare al digitale terrestre per alcuni vorrà dire passare dal detenere risorse di 1/10 del mercato locale a 1/65. Se prima 10 persone su 100 guardavano il mio canale nella nuova situazione avrò un solo spettatore (a parità di qualità con gli altri canali trasmessi), con editori che ne hanno 15 solo perchè detengono una quota maggiore di mercato.
Si può allora fare un raffronto prima e dopo in un dato territorio:
Analogico: 7 TV nazionali forti (3 editori), 3 TV nazionali deboli o tematiche (2 editori), 5 TV regionali forti, 4 TV locali decenti, 10 canali di televendite.
Digitale: 25 TV nazionali forti (5 editori), 100 TV nazionali deboli a pagamento o tematiche(5 editori), 25 tv regionali forti, 4 tv locali consorziate, 36 tv spazzatura che occupano banda.
Alcune nazionali hanno aumentato o mantenuto la quota di mercato, altre l'hanno diminuita. Le locali sono scese da essere 1 dei 30 canali disponibili a 1
dei 250 canali disponibili.
Gli spettatori però son sempre gli stessi, e siccome il mercato pubblicitario non è lineare ma sotto una certa soglia non ha senso investire, le tv locali consorziate sono belle morte e sepolte.
SOLUZIONE: I MUX sono stati assegnati ormai, e diciamo che sono stati assegnati correttamente a chi aveva investito comprando le frequenze.
Quel che a mio avviso è necessario fare è porre dei limiti numerici alle TV editabili da un singolo editore, sia a livello nazionale che locale: e se fosse per me sarebbero 2.
Poi sarebbe il mercato a stabilire chi sopravvive, e se anche rimanesse della banda inutilizzata fa niente, non è obbligatorio utilizzarla tutta. Il mercato può reggere un numero limitato di programmi perchè si basa su una risorsa finita: gli spettatori.
Un risultato simile si potrebbe ottenere anche in altro modo:
Nell'LCN io metterei nei primi 30 numeri il divieto di avere più di due programmi assegnati allo stesso editore.
Solo così si apre il mercato.
 
Quando la pubblicita' si potra ' "spandere" su 200 canali, non e' piu' come prima quando ce n'erano solo 40/50 a cui rivolgersi!

E cio' generalmente va a vantaggio di chi ha aumentato i suoi canali.
Di conseguenza, come un circolo vizioso, se gli incassi pubblicitari si sono ridotti, poter acquistare o produrre programmi di valore diventa molto piu' difficile di prima.

E' inutile parlare di pubblicita' che si distribuira' in funzione della qualita' delle trasmissioni, perche' la pubblicita' preferisce i dati di ascolto ed i bacini di utenza (e non la qualita') ed in Italia le trasmissioni che fanno piiu' ascolti spesso sono in genere a dir poco scadenti.

In uno stato come l'Italia in cui la TV sul DTT e' dominata da major che si proteggono a vicenda, la possibile vera liberta' del mercato secondo me sarebbe raggiungibile in questo modo:

ogni emittente e' libera di possedere un numero di canali anche esteso ed in pay, pero'...
non puo' trasmettere pubblicita' su piu' di 5 dei suoi canali free e la durata della pubblicita' puo' essere al massimo di 12 minuti ogni ora.

Quanto alla RAI, questa non puo' trasmettere pubblicita' su piu' di 2 canali (oppure rinuncia al canone).

Le proprieta' delle emittenti devono essere effettivamente divise (nessun prestanome, parentele, o aziende "collegate" anche lontanamente).

A questo punto vedrete quanti canali e spazio si libererebbero e quanti editori ed emittenti di qualita' potrebbero nascere, perche' i soldi della pubblicita' si distribuirebbero su molti, e non solo sui 2 principali accentratori...

Una normativa simile sarebbe il compito delle nostre Autority delle Comunicazione o dell'Antitrust, e non riempire invece tutti giornali con le dichiarazioni fantasiose e roboanti che c'e' troppa gente che naviga con gli smartphone per cui si potrebbe intasare la banda cellulare (evento che anche se per assurdo si verificasse, non camberebbe sostanzialmente la vita di nessuno...;))
 
Le tv locali invece di creare canali inutili o di televendite dovrebbero affittare la banda del mux ad altri canali che vogliono entrare nel dtt (Ce ne sono fta interessanti sul sat free)

E un modo di guadagnare sicuro oltre alla emittente (gia in analogico) ;)
 
L_Rogue ha scritto:
TNG, il rapporto tra TV nazionali e locali viene calcolato a livello nazionale. [...] Mi segui nel discorso?
Cosa ti devo dire... prendo atto. :eusa_think:
Rimango tuttavia dell'idea che sia un modo di procedere errato e che invece di fissare un numero arbitrario di frequenze nazionali e poi vedere se rimane qualche cosa per le locali sarebbe stato meglio valutare qual'era la situazione in analogico in ciascuna zona e partire da lì per l'assegnazione delle risorse ed eventualmente dopo valutare se ridurre/aumentare gli spazi di un operatore a discapito/vantaggio di un altro.
Il digitale doveva essere l'occasione per ampliare un mercato che era ritenuto poco concorrenziale (per non dire chiuso) senza penalizzare gli operatori esistenti. Per adesso non mi sembra che si sia raggiunto nessuno dei due obiettivi.

L_Rogue ha scritto:
Concordo anch'io che l'errore grave è non aver fatto questo discorso fin dal principio.

Traslando un vecchio detto, purtroppo: chi sa lavora, chi non sa, decide. ;)
Non credo sia un problema di conoscenze (o almeno non è il problema principale). Paolo Romani, ad esempio, non è certo l'ultimo arrivato nel settore e ha una lunga esperienza nelle TV locali. Piuttosto è un problema di interessi: alcuni che si vogliono tutelare a tutti i costi a discapito di altri.

L_Rogue ha scritto:
Concordo anche su questo, ma se si fosse proceduto a un'asta, ancora una volta il più forte si sarebbe mangiato il più debole. Avrebbe potuto essere peggio di come si prospetta ora.
Sì ma neppure "regalarle". Una via di mezzo si poteva trovare.
Soprattutto per evitare di regalare frequenze ad operatori che le potrebbero anche utilizzare non per realizzare canali televisivi ma solo per rivenderne lo spazio, non certo gratis, a terzi.

Saluti
 
TNG ha scritto:
Il digitale doveva essere l'occasione per ampliare un mercato che era ritenuto poco concorrenziale (per non dire chiuso) senza penalizzare gli operatori esistenti. Per adesso non mi sembra che si sia raggiunto nessuno dei due obiettivi.

Be' vediamo come vanno il beauty contest e l'entrata di SKY sul DTT.

Non credo sia un problema di conoscenze (o almeno non è il problema principale). Paolo Romani, ad esempio, non è certo l'ultimo arrivato nel settore e ha una lunga esperienza nelle TV locali. Piuttosto è un problema di interessi: alcuni che si vogliono tutelare a tutti i costi a discapito di altri.

Non direi neanche tanto questo. Sì, si è cercato di tutelare il preesistente, ma comunque si è dovuto accettare molti compromessi, come l'entrata di Europa 7, le k-SFN per i canali nazionali nelle aree di confine, l'1/3 per le private locali che di forza contrattuale ne hanno davvero poca.

Si è cercato di non rompere il giocattolo, cosa che non converrebbe a nessuno, ma certe situazioni sono davvero date o dall'ignoranza o dalla poca preparazione tecnica sul campo. Altre ragioni per l'SFN nazionale iniziale non ne vedo.

Per altro, di preparazione tecnica ne vedo pochina anche nell'opposizione. Alternative pratiche all'attuale situazione non ne sono state proposte.

Tanto più che alcune realtà locali tipo quella del CORECOM Lombardia, sono piuttosto imbarazzanti per inefficienza. Lo dico proprio da lombardo, avendo letto cosa non hanno fatto negli ultimi anni mi chiedo come i dirigenti possano essere rimasti in carica fino all'inizio degli switch off dell'anno passato. I misteri dell'amministrazione. :icon_rolleyes:

Sì ma neppure "regalarle". Una via di mezzo si poteva trovare.
Soprattutto per evitare di regalare frequenze ad operatori che le potrebbero anche utilizzare non per realizzare canali televisivi ma solo per rivenderne lo spazio, non certo gratis, a terzi.

Si poteva fare più grande il dividendo digitale e metterlo all'asta. Questa sarebbe stata la via di mezzo ideale.

Sinceramente, però, a parte i soliti broadcaster, non vedo tutti questi imprenditori interessati al DTT nostrano.
 
digNotini ha scritto:
SOLUZIONE: I MUX sono stati assegnati ormai, e diciamo che sono stati assegnati correttamente a chi aveva investito comprando le frequenze.
Quel che a mio avviso è necessario fare è porre dei limiti numerici alle TV editabili da un singolo editore, sia a livello nazionale che locale: e se fosse per me sarebbero 2.

Puoi mettere un numero minimo di canali, non uno massimo sulle frequenze altrimenti è un altro intervento anticoncorrenziale.

La normativa antitrust e concorrenziale serve principalmente per avvantaggiare gli utenti e in secondo luogo per dare le stesse opportunità agli imprenditori che sono fuori dal mercato, non per colpa loro ma per norme obbligatorie o barriere economiche all'entrata.

Le imprese che già sono nel mercato anticoncorrenziale sono proprio quelle che usufruiscono di vantaggi dovuti dalla presenza di un mercato patologicamente chiuso.

I discorsi che si sono fatti a torto o a ragione contro RAI e soprattutto Mediaset valgono uguali per le TV locali che, nel loro piccolo, vivevano più o meno bene grazie alle tare del sistema precedente.
 
L_Rogue ha scritto:
... ma comunque si è dovuto accettare molti compromessi, come l'entrata di Europa 7, ...
Questa è proprio carina :D
Dopo più di dieci anni e alcune sentenze considerare Europa 7 un "compromesso da accettare" invece che una rete come le altre è un'affermazione carina, veramente ... ;)
 
digNotini ha scritto:
Quello che mi preme far capire è che non sono solo le frequenze ad essere un bene limitato, ma anche gli spettatori.
Moltiplicare i canali, senza moltiplicare in modo analogo gli spettatori, equivale a variare l'equilibrio del mercato.
La questione della libera concorrenza mi andrebbe anche bene se vi fossero dei limiti ben precisi alla possibilità per un editore di gestire canali nazionali/locali.
Mi dispiace, ma non sono d'accordo: moltiplicare i canale serve solo a incasinare i ricevitori con doppioni e conflitti. L'unico modo x variare l'equilibrio sul mercato è quello di AUMENTARE LA QUALITA' DELL'EMITTENTE, ovvero la programmazione,in un modo più ordinato, puntuale, magari con l'epg attivo. NO A DOPPIONI E CONFLITTI!!!
 
alexzoppi ha scritto:
Questa è proprio carina :D
Dopo più di dieci anni e alcune sentenze considerare Europa 7 un "compromesso da accettare" invece che una rete come le altre è un'affermazione carina, veramente ... ;)

Certo è un compromesso, perché le sentenze riguardavano l'analogico.

Gli attuali cerotti frequenziali digitali sono frutto di un'orrenda transazione "privata" tra Ministero e broadcaster, fatto che in vita mia non avrei mai voluto vedere. Frasi come questa di Di Stefano: "I precedenti ministri neanche ci ricevevano: è andata così con Cardinale, Gasparri, Landolfi e con lo stesso Gentiloni che si è dimenticato dei nostri diritti. Oggi il problema si risolve grazie alla fiducia e ai rapporti personali." fanno accapponare la pelle.

E ancora non è finita, perché se si legge il documento finale di transazione, la rinuncia al possibile ricorso in pendenza dei termini da parte di Europa 7 è subordinata all'effettiva copertura dell'80% del territorio (Edit: con la concessione delle nuove frequenze cerottali). In mancanza, si ricomincia tutto da capo.
 
Ultima modifica:
Accordi internazionali e consorzi

Leggersi l'estratto di attività parlamentare:

http://www.newslinet.it/notizie/dig...il-governo-rassicura-l-opposizione-incalza-al

Come dice Di Pietro, la matematica non è un'opinione nemmeno in parlamento, ma pure lui non ascolta (spesso) il suo interlocutore: il povero Vito glielo ha detto che i conti si sta cercando di farli tornare chiedendo più frequenze a Slovenia e Croazia.

Per inciso, quando ci saranno i nuovi accordi internazionali bilaterali e dovranno essere recepiti, si avrà una nuova normativa nazionale che confermerà oppure no l'1/3 di cui abbiamo tanto parlato.

Vedremo.

Edit: la possibilità che ce se ne sbatta allegramente del coordinamento internazionale sta acquistando sempre più valore. :D
 
Dare 2 sole frequenze ad editore sarebbe stato penalizzante per RAI e Mediaset che ne hanno 3. Poi la quarta frequenza Mediaset l'ha regolarmente comprata e la quinta non è propriamente sua, sua.

Sinceramente non trovo che ci possano essere sul mercato tanti operatori validi... più o meno tutti penserebbero solo a fare soldi e si butterebbero sul porno (Che attualmente risulta assente solo nelle frequenze RAI, Mediaset e L'Espresso). Pensare prima alle tv locali sarebbe sbagliato...

1)Perché non tutte le città hanno un numero elevato di tv locali;
2)Perché non tutte le città hanno un numero decente di tv locali guardabili;
[3)Non parliamo dei casi ancora peggiori di tv locali legate a giri poco limipidi;]

Quindi trovo corretto che prima si sia dato spazio a progetti nazionali, di cui tutta la nazione può (previa avere il segnale) godere. Quello che rimane alle tv locali che potrebbero tranquillamente unirsi, unendo le capacità economiche per creare progetti più validi.

I 3 mux Telecom, più che di un editore solo, stanno diventando un ritrovo di vari editori differenti ospitati. E sta creando un'offerta alternativa valida. Partendo dai suoi La7, La7-D, MTV ed MTV+ ha aggiunto nel suo bouquet canali comunque validi come K-2, Sportitalia, Sportitalia2, Sportitalia24, QVC (anche se sarà televendite e non si capisce cos'altro) e Dahlia.

I 2 mux de L'Espresso sono un po' da far scendere qualche lacrimuccia. E' un peccato che il 2ndo mux sia un doppione del primo. Altrimenti potrebbero anche loro offrire lo spazio ad altri 7-8 progetti.

Detto questo... non credo che, con quella banda disponibili a canale e pur se in dvtb2, possano riuscire a trasmettere in qualità Blue-ray. Almeno che i film non vadano in onda scalati e quindi senza che tutti i canali siano contemporaneamente attivi.
 
C'è anche un'altra possibilità, ancora più inquietante: usare le frequenze 61-69 per le locali. Fino al 2015 saremmo a posto, poi magari tali frequenze si assegnano agli operatori wireless nel resto d'Italia tranne che in Friuli, Veneto e le altre aree con problemi di coordinamento internazionale. Ovviamente l'Europa avrebbe da ridire, ma tra ricorsi, proroghe e appelli si tira avanti almeno altri 10 anni (e siamo al 2025), con il consueto sistema all'Italiana: una volta che hai occupato più o meno abusivamente una risorsa, è più facile ottenere una licenza legale che essere cacciati....
 
La risoluzione del problema delle emittenti locali si può risolvere con la fusione di tutte le emittenti di una regione sotto un unico nome in modo che i mux liberi possano esser dismessi
Per fare un esempio in regione X ci sono 32 canali locali associati in FRT e/o Aerenti e questi 32 canali potrebbero fondersi e dar vita ad un solo canale sotto le insegne FRT o Aerenti.
Un'altra cosa che si potrebbe fare questi canali locali fusi sotto le insegne FRT o Aerenti è fare un canale da trasmettere su Tivù Sat e satellite Astra in modo che chi non riceve nulla possa vederlo
 
Fondere tutte le TV in un unico soggetto è irrealizzabile. Però sarebbe possibile svincolare l'attività di editore TV da quella di gestore di frequenze e apparati trasmissivi: cioè creare un ente che gestisce le frequenze locali e gli apparati in una certa area tecnica (come Raiway per la RAI) dal quale i vari editori affittano 1 o più slot per i propri canali. In questo modo si limitano anche i duplicati e i canali spazzatura perchè costano più di quanto rendono e si lascia spazio per nuovi progetti.
Ovviamante, ad ogni titolare di frequenza odierno spetterebbe una quota azionaria del nuovo ente gestore, in proporzione al valore della frequenza ceduta.
Si potrebbe fare, ma bisognava partire parecchi anni fa con un'idea del genere, ormai sarebbe impossibile attuarla in tempo.
 
Purtroppo se il governo cadra' dopo l'approvazione contestata della manovra finanziaria (come molti ormai sono convinti), tutta questa questione si congelera' probabilmente per un po' di tempo in attesa che un nuovo governo prenda delle proprie decisioni...

Ed a causa delle eventuali elezioni in autunno probabilmente verrebbe rinviato anche lo switch-off previsto in quel periodo...:(

Ne avremo ancora di tempo per parlare di questa materia...;)
 
L_Rogue ha scritto:
Puoi mettere un numero minimo di canali, non uno massimo sulle frequenze altrimenti è un altro intervento anticoncorrenziale.
Queste affermazioni campate in aria mi lasciano molto deluso. Io sono convinto dell'esatto opposto, e di fatti in passato sull'analogico era stato messo un limite massimo. Tu stesso dici che ci troviamo di fronte a una risorsa limitata. Pare logico pensare a un limite che eviti ad un solo operatore di disporre del mercato in esclusiva.

La normativa antitrust e concorrenziale serve principalmente per avvantaggiare gli utenti e in secondo luogo per dare le stesse opportunità agli imprenditori che sono fuori dal mercato, non per colpa loro ma per norme obbligatorie o barriere economiche all'entrata.
Bene, sono d'accordo, il dato di fatto però è che se vi fosse SKY e un'altro imprenditore qualsiasi coi soldi e le capacità per concorrere sul mercato a livello di Mediaset nel migliore dei casi la legge permetterebbe solo ad uno di essi di entrare (acquistando tutti e 5 i mux all'asta). Questo perchè è permesso detenere 1/5 dell'intera risorsa frequenziale nazionale ad un solo operatore. Scommetti una pizza che da qui a 20 anni non avremo nessun altro operatore privato con 6 mux di proprietà oltre Mediaset (e fooorse SKY).
Ti sembra un mercato aperto?
A livello editoriale poi, quale altro editore può pubblicare i suoi canali alla stessa condizione di Mediaset? Lei non dovrà affittare lo spazio in un mux non suo come tutti i nuovi entrati nei prossimi anni.

Le imprese che già sono nel mercato anticoncorrenziale sono proprio quelle che usufruiscono di vantaggi dovuti dalla presenza di un mercato patologicamente chiuso.
I discorsi che si sono fatti a torto o a ragione contro RAI e soprattutto Mediaset valgono uguali per le TV locali che, nel loro piccolo, vivevano più o meno bene grazie alle tare del sistema precedente.
Prevedo che nel prossimo futuro molte piccole imprese falliranno. E' una cosa grave e spero di sbagliarmi.
 
L_Rogue ha scritto:
Certo è un compromesso, perché le sentenze riguardavano l'analogico.
Scusami, ma mi stai prendendo in giro?
Vorresti dire che la situazione del digitale è completamente indipendente da quanto succedeva in analogico? Mi sono perso forse qualche gara per l'assegnazione dei mux che partiva da zero come per l'UMTS per esempio?

L_Rogue ha scritto:
Gli attuali cerotti frequenziali digitali sono frutto di un'orrenda transazione "privata" tra Ministero e broadcaster, fatto che in vita mia non avrei mai voluto vedere. Frasi come questa di Di Stefano[/URL]: "I precedenti ministri neanche ci ricevevano: è andata così con Cardinale, Gasparri, Landolfi e con lo stesso Gentiloni che si è dimenticato dei nostri diritti. Oggi il problema si risolve grazie alla fiducia e ai rapporti personali." fanno accapponare la pelle.
Queste cose ti fanno (giustamente) accapponare la pelle, ma allora quello che è successo negli ultimi 30 anni cosa ti fa?
Sinceramente non ti capisco, sembra che il problema delle tv in Italia siano Europa 7 e le tv private ...
 
LuProduction ha scritto:
Dare 2 sole frequenze ad editore sarebbe stato penalizzante per RAI e Mediaset che ne hanno 3.
Difatti si parla di mantenere quello che avevano non di ridurlo... a parte il fatto che non sarebbe cmq penalizzante dato che con 2 mux ci trasmetti dieci canali sempre il triplo di prima ...


LuProduction ha scritto:
Poi la quarta frequenza Mediaset l'ha regolarmente comprata e la quinta non è propriamente sua, sua.
Regolarmente comprata? Come si può comprare regolarmente qualcosa che NON è in vendita, ma solo in concessione ed è e rimane di proprietà della Stato?
 
LuProduction ha scritto:
Dare 2 sole frequenze ad editore sarebbe stato penalizzante per RAI e Mediaset che ne hanno 3. Poi la quarta frequenza Mediaset l'ha regolarmente comprata e la quinta non è propriamente sua, sua.
Io di fatti parlavo non di frequenze (ormai la frittata è fatta) ma di canali tv editati. Tieni presente che rete 4 ha sempre trasmesso per grazia ricevuta negli ultimi anni, con la scusa che col digitale terrestre sarebbero aumentati i canali fruibili da parte di altri editori (grande inganno). In analogico Rai aveva due canali nazionali generici e un canale di servizio regionale, mediaset due canali. Come sempre hanno fatto come hanno voluto infischiandosene della legge e ora hanno decine di canali a testa.

Sinceramente non trovo che ci possano essere sul mercato tanti operatori validi... più o meno tutti penserebbero solo a fare soldi e si butterebbero sul porno (Che attualmente risulta assente solo nelle frequenze RAI, Mediaset e L'Espresso). Pensare prima alle tv locali sarebbe sbagliato...
Altra affermazione campata in aria, mera opinione personale, rispettabilissima, ma ben lungi dall'essere vera. Io sono di opinione opposta, ovvero che l'attuale sistema televisivo impedisca l'ingresso di operatori realmente competitivi e di qualità.

1)Perché non tutte le città hanno un numero elevato di tv locali;
2)Perché non tutte le città hanno un numero decente di tv locali guardabili;
[3)Non parliamo dei casi ancora peggiori di tv locali legate a giri poco limipidi;]

Dipingi le tv locali come il male assoluto, ma anche vi fosse solo una tv locale che fa un tg di servizio decente e dà lavoro, e muove l'economia locale valorizzandone le peculiarità, sarebbe una gran cosa, sarebbe positivo.
La verità è che una tv locale è più difficile da tenere sotto controllo, e l'obbliettivo è che ne rimangano poche, mosse da principi economici e commerciali e non di informazione. Vorrei ricordare che in principio l'emittenza locale era prettamente di servizio al territorio, esercitata da chi aveva passione.

Quindi trovo corretto che prima si sia dato spazio a progetti nazionali, di cui tutta la nazione può (previa avere il segnale) godere. Quello che rimane alle tv locali che potrebbero tranquillamente unirsi, unendo le capacità economiche per creare progetti più validi.
Assolutamente in disaccordo, il valore aggiunto di una tv locale è quella di essere libera espressione del territorio. Tutta la nazione dovrebbe poter ricevere 3/4 tv locali di qualità, ma lo scenario che si è preparato rende questo inattuabile.

I 3 mux Telecom, più che di un editore solo, stanno diventando un ritrovo di vari editori differenti ospitati. E sta creando un'offerta alternativa valida. Partendo dai suoi La7, La7-D, MTV ed MTV+ ha aggiunto nel suo bouquet canali comunque validi come K-2, Sportitalia, Sportitalia2, Sportitalia24, QVC (anche se sarà televendite e non si capisce cos'altro) e Dahlia.
D'accordo, un buon esempio di come dovrebbe essere ma spesso non è, visto che è l'eccezione tra mux riempiti da un unico editore e mux vuoti.

I 2 mux de L'Espresso sono un po' da far scendere qualche lacrimuccia. E' un peccato che il 2ndo mux sia un doppione del primo. Altrimenti potrebbero anche loro offrire lo spazio ad altri 7-8 progetti.

Quanti progetti di qualità pensi che possano esserci alla fine? Quanti editori possono scendere in campo a livello nazionale con un solo canale?
 
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