AGCOM, pubblicati i criteri del piano nazionale per le frequenze digitali (28/06/10)

digNotini ha scritto:
Queste affermazioni campate in aria mi lasciano molto deluso. Io sono convinto dell'esatto opposto, e di fatti in passato sull'analogico era stato messo un limite massimo. Tu stesso dici che ci troviamo di fronte a una risorsa limitata. Pare logico pensare a un limite che eviti ad un solo operatore di disporre del mercato in esclusiva.

Perdonami, ma le frequenze sono un bene limitato. Continuo a risponderti e tu continui a interpretare le mie parole come preferisci.

Se su una data frequenza ci possono stare da 1 a N canali in base al bitrate, perché limitare la concorrenza imponendo un limite inferiore a N?

Per salvaguardare gli interessi di aziende che già traevano un vantaggio, anche minimo, dal precedente sistema patologicamente chiuso?

Prima di rispondermi che c'erano anche le altre aziende nazionali, leggi più sotto, così ti risparmi la battitura.

Bene, sono d'accordo, il dato di fatto però è che se vi fosse SKY e un'altro imprenditore qualsiasi coi soldi e le capacità per concorrere sul mercato a livello di Mediaset nel migliore dei casi la legge permetterebbe solo ad uno di essi di entrare (acquistando tutti e 5 i mux all'asta). Questo perchè è permesso detenere 1/5 dell'intera risorsa frequenziale nazionale ad un solo operatore. Scommetti una pizza che da qui a 20 anni non avremo nessun altro operatore privato con 6 mux di proprietà oltre Mediaset (e fooorse SKY).

Affermazioni campate per aria? :D

L'avrò scritto mille volte. Rimaniamo ai fatti. Si può dire tutto, pure che tra vent'anni sarò il nuovo Berlusconi. E allora?

Scusami, ma mi sembra inutile proseguire nella discussione quando si insiste a sostenere un'idea, piuttosto vaga, che già conosco fin troppo bene. Se aprire il mercato vuol dire cancellare Mediaset, basta dirlo chiaramente e la facciamo finita.

Senza far polemiche, men che meno personali, nei tuoi confronti perché per me le flame war sull'argomento sono meno che inutili.
 
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alexzoppi ha scritto:
Scusami, ma mi stai prendendo in giro?
Vorresti dire che la situazione del digitale è completamente indipendente da quanto succedeva in analogico? Mi sono perso forse qualche gara per l'assegnazione dei mux che partiva da zero come per l'UMTS per esempio?

Non sto prendendo in giro nessuno. In analogico la questione della copertura nazionale all'80% era risolta col canale in VHF. In digitale no, perché non bastava. Punto.

E' abbastanza semplice da capire. E seguendo i vari passaggi processuali e amministrativi dovrebbe essere anche chiaro l'iter che ha portato a Europa 7 con i cerotti attuali.

Queste cose ti fanno (giustamente) accapponare la pelle, ma allora quello che è successo negli ultimi 30 anni cosa ti fa?
Sinceramente non ti capisco, sembra che il problema delle tv in Italia siano Europa 7 e le tv private ...

Stessa risposta che ho dato a DigNotini: se il problema del mercato vuol dire cancellare Mediaset, basta dirlo chiaramente e la facciamo finita.

A me piace discutere seriamente, con i documenti alla mano, e ho sempre cercato di documentare ciò che dico. Problemi Mediaset ne ha creati abbastanza, ma B. non è l'Anticristo, come molti pensano.

Come Murdock non è il nuovo Messia. E, sì, le TV locali come sono cresciute nel precedente sistema sono un problema e anche serio.

Il sovrapporsi di deroghe, sentenze e inefficienze nelle varie zone doveva prima o poi scontrarsi con un nuovo assetto del sistema.
 
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digNotini ha scritto:
Altra affermazione campata in aria, mera opinione personale, rispettabilissima, ma ben lungi dall'essere vera. Io sono di opinione opposta, ovvero che l'attuale sistema televisivo impedisca l'ingresso di operatori realmente competitivi e di qualità.

Ma quanti hanno realmente i soldi da investire in questo momento per creare da 0 un polo televisivo? Per chi fosse interessato a fare qualcosa trovo che venga più facile farsi ospitare da un altro. Quindi... basandosi su fantomatici probabili grandi investitori... queste frequenze restano lì a vegetare? Non è meglio darle agli editori già esistenti (che possono già garantire una copertura) con qualche regola (come mi pare sti già accadendo) e cioè che ogni editore deve ospitare almeno tot canali esterni e non di sua proprietà?

digNotini ha scritto:
Dipingi le tv locali come il male assoluto, ma anche vi fosse solo una tv locale che fa un tg di servizio decente e dà lavoro, e muove l'economia locale valorizzandone le peculiarità, sarebbe una gran cosa, sarebbe positivo.

Non dipingo assolutamente le tv locali come il male assoluto. Ma stanno un po' rompendo le palle. Visto che il loro problema è riuscire a competere con un'offerta di canali più vasta, non ha più senso che propongano 10 tv locali un palinsesto mediocre/nullo. Ha più senso che nell'intera regione, gruppi di tv locali si uniscano mettendo insieme risorse, copertura, etc. per formare GRANDI progetti regionali di elevata qualità. Quindi che una rete locale di un capolugo di regione diventi il polo centrale di un gruppo di tv locali sparse per le provincie in grado di fare informazione continua, professionale, con più risorse sul territorio in cui operano. Trovo che sia indubbio che se tutte le tv locali più piccine, che comunque non hanno grande disponibilità economica, si unissero ad altre tv locali, le disponibilità economiche diventerebbero maggiori e si potrebbero realizzare progetti locali più onerosi.

digNotini ha scritto:
Assolutamente in disaccordo, il valore aggiunto di una tv locale è quella di essere libera espressione del territorio. Tutta la nazione dovrebbe poter ricevere 3/4 tv locali di qualità, ma lo scenario che si è preparato rende questo inattuabile.

Ma così non si farebbe altro che dividersi una torta già per pochi, in troppi. E' come se tu andassi a comprare una torta per 4 e poi a tutti i costi far sì che possa saziare 24 persone. In questo modo i soldi sarebbero sempre meno, gli introiti pubblicitari sempre meno, la possibilità di tenere la qualità nel tempo si ridurrebbe e, ancora peggio, la tv potrebbe licenziare i suoi dipendenti creando danni maggiori. Sarebbe bello, ripeto, grandi progetti regionali e non solo cittadini. Che una persona che guarda una tv locale possa vedere a 360° tutto ciò che riguarda la regione in cui vive... anche per informarsi su servizi, etc.

digNotini ha scritto:
Quanti progetti di qualità pensi che possano esserci alla fine? Quanti editori possono scendere in campo a livello nazionale con un solo canale?

Secondo me (parere ovviamente personale e criticabile) più il numero di tv aumenterà più la qualità rischierà di crollare. Ma poi, nel concreto, di tutta questa scelta vorrei sapere cosa mai potremmo farcene. Perché, ritorno a monte, sarà difficile trovare persone che abbiano abbastanza soldi per realizzare qualcosa di bello concretamente (già Europa7 punta sulla pay-tv per racimolare un po' di soldi in più).
 
L_Rogue ha scritto:
Non sto prendendo in giro nessuno. In analogico la questione della copertura nazionale all'80% era risolta col canale in VHF. In digitale no, perché non bastava. Punto.
A me pare di sì.
Nel momento stesso che fai un piano nazionale non puoi affermare che Europa 7 non è una rete nazionale come le altre, e trattarla come se fosse un accidente caduto dal cielo.

L_Rogue ha scritto:
Stessa risposta che ho dato a DigNotini: se il problema del mercato vuol dire cancellare Mediaset, basta dirlo chiaramente e la facciamo finita.
Il problema del mercato è anche Mediaset, non puoi far finta di niente. Se veramente trovi disgustose le trattative tra Europa 7 e politici (e lo sono) non puoi non vedere tanti (ma tanti) altri fatti simili.
Altrimenti mi sembra che la tua vista non sia perfetta ...
 
Ricapitolando le informazioni che abbiamo

Lasciando un po' da parte le opinioni, vorrei ricapitolare le informazioni che abbiamo finora:

1) a livello nazionale, cambia poco o niente. Le frequenze sono già state indicate nel PNAF e cambieranno poco da quelle delle aree già in switch off, tranne nelle aree vicine ai confini, dove alcuni broadcaster finiranno in k-SFN;

2) a livello di concessione regionale, cambia nulla nelle zone non vicine ai confini. Le frequenze erano buone prima, lo rimangono ancora adesso.
Nelle altre, potrebbero esserci problemi, tutti da verificare, per eventuali interferenze transfrontaliere. Comunque, tutte le regionali vorranno evitare come la peste le frequenze sopra l'UHF 61, nel caso queste vengano assegnate alle TV e non direttamente riservate per altri usi, come forse è meglio fare;

3) a livello subregionale, si preannuncia una graduatoria di merito per le concessioni, probabilmente basata sulle graduatorie CORECOM per l'assegnazione dei contributi statali, eventualmente integrate con altri criteri. I consorzi (forse obbligatori) e il minimo di contenuto originale trasmesso sono elementi che vengono attivamente discussi.

A livello di coordinamento internazionale, si parte dalle indicazioni di spartizione prodotte in seno alla Conferenza ITU 2006 di Ginevra. Per quel che ne so, quelle indicazioni non sono altro che un accordo inframministrativo e non un vero e proprio accordo internazionale che infatti dovrebbe essere definito bilateralmente con le singole nazioni.

A questo proposito, i pour parler attuali partono dal presupposto, tutto italiano, che ci servono più frequenze di quelle riportate nel 2006.

Se mi sono dimenticato o ho sbagliato qualcosa, aggiungete pure, così ci chiariamo le idee per bene e magari aiutiamo anche chi entra nella discussione solo ora.
 
alexzoppi ha scritto:
A me pare di sì.
Nel momento stesso che fai un piano nazionale non puoi affermare che Europa 7 non è una rete nazionale come le altre, e trattarla come se fosse un accidente caduto dal cielo.

Suggerimento numero 1: hai presente che ci sono stati PNAF differenti, vero? Hai confrontato le loro date di vigenza con quelle delle sentenze/accordi di Europa 7? La successione delle date dovrebbe suggerirti facilmente il perché dei problemi di inserimento di Europa 7 nel digitale.

Suggerimento numero 2: leggi la mia firma. E' un buon proverbio tedesco, tratto direttamente dalla saggezza popolare contadina. A buon intenditore, poche parole.
 
Risposta 1: hai presente in che data Europa 7 ha ottenuto la concessione? Tutti gli altri piani sono venuti dopo ...

Risposta 2: se per te discutere od avere opinioni diverse (in un forum tra l'altro) è litigare, ne prendo atto
 
eragon ha scritto:
...Ed a causa delle eventuali elezioni in autunno probabilmente verrebbe rinviato anche lo switch-off previsto in quel periodo...:(

Speriamo che questa sciagurata ipotesi resti mooolto mooolto remota!
Prima le Regionali hanno già slittato il tutto di un semestre; adesso basta!!:mad: :mad: :mad:
Dal 21 Ottibre su tutta l'area tecnica 3 non ci deve essere una solo emissione televisiva analogica irradiata da essa e se qualche trasmissione analogica fosse ancora presente sarà fuorilegge.
Anche qui in Italia è l'ora di rispettare i termini; se fossimo stati organizzati bene (IHMO) saremmo con tutto il BelPaese all-digital dal 2006, massimo dal 2007, siccome siamo stati fra i primi ad adottarlo.

-69 giorni allo Switch-OFF! ;)
 
L_Rogue ha scritto:
Lasciando un po' da parte le opinioni, vorrei ricapitolare le informazioni che abbiamo finora:
Ok, volevo solo chiarire meglio la mia soluzione di limitare i canali editabili da un solo soggetto: non intendo che mediaset può trasmettere solo due canali nei suoi mux, ma che tra tutti quelli trasmessi di suoi, direttamente controllati, può averne 2 o 3.

1) a livello nazionale, cambia poco o niente. Le frequenze sono già state indicate nel PNAF e cambieranno poco da quelle delle aree già in switch off, tranne nelle aree vicine ai confini, dove alcuni broadcaster finiranno in k-SFN;
Reata in sospeso la concessione di screen service, la rai ha ottenuto la frequenza VHF 11 non già per il dvb-H ma per il dvbt-2 (questo apre alla possibilità che anche gli altri mux DVB-H diano commutabili in DVB-T2). Infine si sono equiparate a livello di copertura e di banda le frequenze Vhf con le UHF usando un trucco tecnico, ma guarda a caso nessuna frequenza VHF è stata assegnata a editori che habbiano posizione dominante sul mercato.
Non so poi cosa diceva il vecchio piano sul DAB, ma con questo si impegnano 2 frequenza VHF.

2) a livello di concessione regionale, cambia nulla nelle zone non vicine ai confini. Le frequenze erano buone prima, lo rimangono ancora adesso.
Nelle altre, potrebbero esserci problemi, tutti da verificare, per eventuali interferenze transfrontaliere.Comunque, tutte le regionali vorranno evitare come la peste le frequenze sopra l'UHF 61, nel caso queste vengano assegnate alle TV e non direttamente riservate per altri usi, come forse è meglio fare;
La 2-SFN si riperquote anche sulle aree confinanti, stabilito che nella stessa zona tecnica l'emittente nazionale ha una unica frequenza SFN. Per fare un esempio concreto, se in veneto il mux nazionale che sta sul canale A viene spostato sul canale B, in lombardia avremo lo stesso mux sul canale A e il canale B declassato a canale che non può coprire tutta l'area tecnica perchè andrebbe a interferire con la tv nazionale sul confine col veneto. Inoltre, la ormai certa presenza di una frequenza rai in uhf diversa da regione a regione mina ulteriormente le capacità di compatibilizzare i segnali. Restando in lombardia, avremo un ch A per la lombardia stessa, uno B per la romagna, e un C per il veneto e il piemonte: Le frequenze B e C diventano subregionali e non danno modo di coprire l'intera area tecnica. Per i canali dal 60 in poi, il 69 è già stato assegnato a E7 in molti casi, e in lombardia tra 5 anni dovrà essere spostato su un'altra frequenza uhf di una regionale.

3) a livello subregionale, si preannuncia una graduatoria di merito per le concessioni, probabilmente basata sulle graduatorie CORECOM per l'assegnazione dei contributi statali, eventualmente integrate con altri criteri. I consorzi (forse obbligatori) e il minimo di contenuto originale trasmesso sono elementi che vengono attivamente discussi.

Posto che le frequenze locali in grado di coprire un'intera regione si conteranno sulle dita di una mano e saranno occupate da editori regionali e/o pluriregionali con canali dalle caratteristiche nazionali (vedi canale italia, TLC, 7 gold) le vere tv provinciali saranno dirottate su mux e frequenze di quart'ordine, consorziate, regolamentate, estinte lentamente. Le frequenze così recuperate (le piccole tv sono maledettamente poco efficienti a livello di copertura e sfruttamento di banda) saranno usate per altri servizi o assegnate ad operatori nazionali che nel frattempo abbiano espanso ulteriormente il loro giro d'affari (ok, è una mia previsione personale, lo ammetto).

A livello di coordinamento internazionale, si parte dalle indicazioni di spartizione prodotte in seno alla Conferenza ITU 2006 di Ginevra. Per quel che ne so, quelle indicazioni non sono altro che un accordo inframministrativo e non un vero e proprio accordo internazionale che infatti dovrebbe essere definito bilateralmente con le singole nazioni.
Personalmente spero solo che non ci tocchi pagare multe o che si debbano sborsare soldi per addolcire le nazioni confinanti, sarebbe ottimo se i segnali esteri entrassero nel territorio italiano indisturbati a fare un po' di sana concorrenza ai nostrani
 
digNotini ha scritto:
Ok, volevo solo chiarire meglio la mia soluzione di limitare i canali editabili da un solo soggetto: non intendo che mediaset può trasmettere solo due canali nei suoi mux, ma che tra tutti quelli trasmessi di suoi, direttamente controllati, può averne 2 o 3.

Quindi vorresti introdurre un "obbligo all'affitto" o simile per i privati? Sto cercando di capire il discorso, veramente.

Reata in sospeso la concessione di screen service

Screen Service, per quel che ne so, ha potuto presentare domanda per la concessione nazionale, ma non ho letto da nessuna parte che gli sia stata effettivamente data. Se ci sono aggiornamenti in merito, meglio indicarli.

La 2-SFN si riperquote anche sulle aree confinanti

Vero. Per questo sono già state indicate le frequenze per le k-SFN: UHF 23, 32, 42. La 23 non ci spetterebbe, le altre due invece sì, secondo quanto detto a Ginevra nel 2006. Non sappiamo quindi:

1) quali frequenze stanno effettivamente chiedendo negli attuali colloqui con i paesi confinanti;

2) come avverranno le rotazioni tra i network nazionali in k-SFN. Cioè saranno sempre gli stessi ad avere più frequenze o saranno coinvolti tutti gli operatori. Verranno ruotate in tutte le aree o solo in quelle in cui ci devono ancora essere gli swith off?

La teoria dell'equivalenza delle frequenze vorrebbe che tutti gli operatori in tutte le aree tecniche dovrebbero ruotare almeno una volta in k-SFN. Il nuovo PNAF lascia aperta questa strada quando dice "In sede di attuazione del Piano di assegnazione, anche tenendo conto degli atti presupposti, l’Autorità si riserva di apportare le eventuali modificazioni ed integrazioni alle delibere di pianificazione per area tecnica già adottate."

Vedremo se seguiranno questa linea.
 
L_Rogue ha scritto:
Vero. Per questo sono già state indicate le frequenze per le k-SFN: UHF 23, 32, 42. La 23 non ci spetterebbe, le altre due invece sì, secondo quanto detto a Ginevra nel 2006.

Non è che non ci spetta, non possiamo usarla al confine con un paese che l'utilizza. All'interno possiamo usarle tutte. In ogni caso la K-SFN Rai in Emilia sarà sul 24 e non 23 che verrà utilizzato sul lato lombardo. Come vedi almeno questo fila....
 
Sì, sì, facevo il discorso pensando da lombardo. ;)

Tanto più che la RAI dovrà avere almeno una frequenza UHF diversa per ogni regione.

Comunque, l'aggiunta nel PNAF della norma sui possibili cambiamenti anche in aree già in switch off lascia intatta la possibilità che la rotazione avvenga un po' per tutti gli operatori nazionali, ai confini.

Sarebbe anche un modo per evitare ulteriori accuse di "favoritismo".
 
L_Rogue ha scritto:
Quindi vorresti introdurre un "obbligo all'affitto" o simile per i privati? Sto cercando di capire il discorso, veramente.

Cercherò di essere ancora più chiaro.
Però devi separare quello che è l'attività editoriale di un operatore, da quella che è invece l'attività di operatore di rete.
Rai, Mediaset, Telecom, L'espresso, Dfree, Retecapri, Europa 7, ecc. sono sia operatori di rete che editori di canali propri.
Come operatori di rete hanno un limite massimo di 5 mux nazionali, come editori attualmente non hanno limiti, ma io sono convinto che dovrebbero averne.
Il numero di telespettatori sono difatti una risorsa finita, come le frequenze.
Per questo motivo io concederei a un editore la facoltà di gestire 2, massimo 3 canali nazionali e/o locali.
Ciò si traduce con il fatto che se un editore che è anche operatore di rete ha più di un MUX, il primo gli serve per tramettere i suoi canali in HD con eventuali servizi interattivi e trasmissioni shiftate+1, epg, tg a rotazione, meteo a rotazione.
Gli altri 4 li ha ottenuti per fare l'operatore di rete e ha due possibilità: Affittare spazio ad altri, fare una pay tv con diversi contenuti di terze persone acquistati (ad esempio grandi eventi sportivi, spettacoli, canali esteri, ecc.).
Se li tiene vuoti dopo un certo periodo deve restituirli allo stato.
La RAI, televisione di stato, ha anch'essa il limite di 3 canali di servizio pubblico, per il resto non dovrebbe neppure fare l'operatore di rete, visto che tutte le frequenze sono dello stato e dovrebbe essere lui direttamente a darle in concessione ad altri operatori.
A livello locale succede esattamente la stessa cosa: una tv che è sia editrice di canali che operatore di rete può disporre del primo MUX in modo esclusivo (trasmettendo da 1 a 3 canali locali suoi e affittano, ma anche no, il resto del MUX a terzi). L'obbligo di riempire il MUX (non proprio tutto ma almeno più del 50%) lo lascerei a partire dal secondo mux in poi.
Questo, a mio avviso, permetterebbe di avere più tv di qualità e la massima concorrenza tra i diversi editori.
 
@ digNotini

OK, ho capito.

Per me, da noi, è irrealizzabile, per effettiva mancanza di soggetti che vogliono essere content provider.

Se elimini le TV di shopping, a livello locale rimane davvero poco, se non pochissimo.

A livello nazionale, non è tanto un problema di volontà, ma di soldi. Un content provider nazionale deve averne in quantità per la produzione e l'acquisizione di diritti iniziali.

A parte Murdoch, riusciamo a fare nomi di imprenditori da contarsi sulle dita di due mani e desiderosi di investire grosse cifre sul nostro DTT a livello nazionale?

Se non ci riusciamo, la limitazione dei canali di proprietà per MUX non solo è inutile, ma persino dannosa per l'utente.

Si correrebbe il rischio di avere frequenze inutilizzate piuttosto che darle agli editori interessati a usarle. Mi sembra un controsenso, a meno di non porre un limite temporale per l'entrata dei nuovi editori. Una volta visto che non ce ne sono, si ridistribuisce il tutto agli altri o si destina le frequenze ad altri usi, come il broadband wireless e simili.

Piano molto più complesso dell'attuale e sicuramente fuori dalla portata dei nostri decision maker passati, attuali e probabilmente futuri.
 
L_Rogue ha scritto:
A parte Murdoch, riusciamo a fare nomi di imprenditori da contarsi sulle dita di due mani e desiderosi di investire grosse cifre sul nostro DTT a livello nazionale?
Questo IMHO e' il tuo principale errore di impostazione nel considerare questa faccenda...;)

Infatti non tieni in considerazione che i soldi per creare canali interessanti devono provenire dal mercato stesso, non ci sono dei magnati come nel calcio che possono metterci a priori grandi quantita' di soldi di tasca propria (e ormai non ci saranno piu' neanche quelli)...

E quindi come arriverebbero i soldi per comprare i diritti, produrre programmi propri di qualita', ecc...??
Te lo sei mai veramente chiesto?

Possedendo un proprio mux dove lo spazio puo' essere in parte affittato a terzi (per canali pay o free anche di altri), ricavare soldi da qualche canale di televendite, ecc., insomma trovare i soldi sul mercato stesso...:)

Se ad una emittente concedi solo 1 canale su un mux condiviso, non trovera' mai i soldi per acquistare diritti e sara' destinato per forza a chiudere (cosa che forse a qualche altra emittente farebbe molto piacere...;)):

Se non riesci a comprendere questo, che poi e' quello che le TV piccole e quelle locali stanno dicendo da sempre, allora mi viene il sospetto che ti sfugga come funziona l'economia imprenditoriale ed il mercato reale!...:5eek:
 
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eragon ha scritto:
Questo IMHO e' il tuo principale errore di impostazione nel considerare questa faccenda...;)

Infatti non tieni in considerazione che i soldi per creare canali interessanti devono provenire dal mercato stesso, non ci sono dei magnati come nel calcio che possono metterci a priori grandi quantita' di soldi di tasca propria (e ormai non ci saranno piu' neanche quelli)...

E quindi come arriverebbero i soldi per comprare i diritti, produrre programmi propri di qualita', ecc...??
Te lo sei mai veramente chiesto?

Possedendo un proprio mux dove lo spazio puo' essere in parte affittato a terzi (per canali pay o free anche di altri), ricavare soldi da qualche canale di televendite, ecc., insomma trovare i soldi sul mercato stesso...:)

Se ad una emittente concedi solo 1 canale su un mux condiviso, non trovera' mai i soldi per acquistare diritti e sara' destinato per forza a chiudere (cosa che forse a qualche altra emittente farebbe molto piacere...;)):

Se non riesci a comprendere questo, che poi e' quello che le TV piccole e quelle locali stanno dicendo da sempre, allora mi viene il sospetto che ti sfugga come funziona l'economia imprenditoriale ed il mercato reale!...:5eek:

Premessa: il mio discorso era relativo alle nazionali e l'ho ben specificato.

Quindi, per te, le TV potrebbero entrare sul mercato senza soldi e pagherebbero i dipendenti, gli adempimenti IVA, INPS e altri fiscali, chi più ne ha più ne metta, quando hanno affittato i propri MUX o quando hanno ricevuto gli introiti pubblicitari e/o dello stato?

Hai presente per quanti anni può rimanere in rosso una start-up prima di divenire profittevole?

Hai presente come sono simpatici gli ufficiali giudiziari?

Hai presente quanto sono amichevoli gli avvocati dei sindacati quando lasci un solo dipendente senza stipendio per qualche mese?

Per favore, Eragorn, sembra che sia tu a non avere idea su come funziona il mercato imprenditoriale italiano.

Che siano tuoi, di un cartello o finanziati, i soldi li devi avere comunque per coprire le spese iniziali + l'offerta che il pubblico, non io, vuole.

Continuate a parlare astrattamente di questo e di quello, ma i soldi di partenza non sono un optional, nemmeno se hai buone idee creative.

Già nel 1998 ci volevano 12 miliardi di capitale per ottenere una concessione nazionale e 300 milioni per una locale (Edit: si parla di lire. :D Ho specificato solamente per non far spaventare qualcuno non avvezzo con le date dell'euro.). Cifre mostruosamente basse eppure non alla portata di tutti gli imprenditori.

E questo solo per essere ammessi alla presentazione della domanda, oneri d'esercizio esclusi.

Funziona nello stesso modo nel mio campo di lavoro, gli autoservizi. Devi dimostrare la tua capacità finanziaria non dopo, ma prima di iniziare l'attività, altrimenti la concessione te la puoi scordare.

Sono richieste formali, da presentare con documentazione bancaria al seguito: fidejussioni, fidi, verifica delle contribuzioni dei soci nelle società create ad hoc per l'impresa, ecc.

Questo modo d'agire serve a garantire che la concessione non vada a finire nelle mani del primo ramingo che passa per strada, danneggiando un servizio utile e importante per la società. Ci sono già abbastanza "furbi" con queste norme, pensa un po' se la capacità finanziaria non fosse, non dico veritiera, ma almeno provabile come tale a priori.

Boh, rispetto le opinioni altrui, però non si può pretendere di farle passare come verità rivelate quando sono contrarie alla realtà.

Questo per le start-up.

Per le TV già operanti, specialmente locali, ho già parlato ampiamente in altri messaggi perché non meriterebbero alcun trattamento di vantaggio, quindi non mi ripeterò. Stesso discorso per le nazionali preesistenti.

Devo solo constatare che nonostante nella discussione abbia indicato una certa quantità di documenti alla base dei miei ragionamenti, essi siano sistematicamente ignorati.

Per me va bene, ci mancherebbe. Purché poi non si voglia buttare tutta l'ignoranza dalla mia parte.
 
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L_Rogue ha scritto:
Quindi, per te, le TV potrebbero entrare sul mercato senza soldi e pagherebbero i dipendenti, gli adempimenti IVA, INPS e altri fiscali, chi più ne ha più ne metta, quando hanno affittato i propri MUX o quando hanno ricevuto gli introiti pubblicitari e/o dello stato?
Le TV piccole e locali che ci sono gia' hanno ovviamente avviato da tempo la loro attivita', e quindi per forza devono avere gia' in piedi un bilancio che gli consente di andare avanti, almeno finche' c'era l'analogico.
Quindi questo problema non si pone, non ti sembra?;)

Qui ora si tratta di conservagli le possibilita', e di garantirgli almeno una chance, di sopravvivere sul digitale senza fare favoritismi e dare vantaggi alle grandi...
Poi, se falliscono, ma solo dopo averci provato, spariranno e lasceranno libere le loro frequenze.

Ma in un mondo libero, libertario e concorrenziale, una chance a queste TV bisogna dargliela, e non castrarle a priori in base a eventuali criteri del governo che sarebbero almeno discutibili se non a volte sospetti...;)
 
eragon ha scritto:
Poi, se falliscono, ma solo dopo averci provato, spariranno e lasceranno libere le loro frequenze.

Calma, se provarci vuol dire non pagare le tasse, i contributi e fare buchi presso i fornitori...NO, non hanno alcun dirito di provarci! Ma che stiamo scherzando? Ma se tu avessi una azienda fornitrice di servizi e un imprenditore "d'assalto" per non dire di peggio si servisse da te e poi ti lasciasse debiti per miliardi, saresti contento? Poi finisce che fallisci pure te!
Sarebbe appena il caso di smetterla di ragionare da dipendenti stipendiati che possono contare sul mensile fisso e rendersi conto di cosa significa rischio d'impresa. Non puoi fregare me perchè non hai i capitali per fare la tua azienda.
 
elettt ha scritto:
Calma, se provarci vuol dire non pagare le tasse, i contributi e fare buchi presso i fornitori...
Le leggi per chi non paga i suoi debiti ci sono gia' e valgono per tutti, qualunque impresa o cittadino.
E le piccole TV private non chiedono ulteriori finanziamenti o aiuti non gia' previsti dalle attuali leggi.

Vogliamo forse fare delle nuove leggi speciali, preventive e limitative della liberta' personale e d'impresa???:5eek:
Penso proprio di no...:)

P.S. Oggi e' la giornata contro la eventuale legge bavaglio della liberta' di stampa, speriamo che non ne propongano anche di nuove speciali contro le TV fastidiose....
 
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