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digNotini ha scritto:Queste affermazioni campate in aria mi lasciano molto deluso. Io sono convinto dell'esatto opposto, e di fatti in passato sull'analogico era stato messo un limite massimo. Tu stesso dici che ci troviamo di fronte a una risorsa limitata. Pare logico pensare a un limite che eviti ad un solo operatore di disporre del mercato in esclusiva.
Bene, sono d'accordo, il dato di fatto però è che se vi fosse SKY e un'altro imprenditore qualsiasi coi soldi e le capacità per concorrere sul mercato a livello di Mediaset nel migliore dei casi la legge permetterebbe solo ad uno di essi di entrare (acquistando tutti e 5 i mux all'asta). Questo perchè è permesso detenere 1/5 dell'intera risorsa frequenziale nazionale ad un solo operatore. Scommetti una pizza che da qui a 20 anni non avremo nessun altro operatore privato con 6 mux di proprietà oltre Mediaset (e fooorse SKY).
alexzoppi ha scritto:Scusami, ma mi stai prendendo in giro?
Vorresti dire che la situazione del digitale è completamente indipendente da quanto succedeva in analogico? Mi sono perso forse qualche gara per l'assegnazione dei mux che partiva da zero come per l'UMTS per esempio?
Queste cose ti fanno (giustamente) accapponare la pelle, ma allora quello che è successo negli ultimi 30 anni cosa ti fa?
Sinceramente non ti capisco, sembra che il problema delle tv in Italia siano Europa 7 e le tv private ...
digNotini ha scritto:Altra affermazione campata in aria, mera opinione personale, rispettabilissima, ma ben lungi dall'essere vera. Io sono di opinione opposta, ovvero che l'attuale sistema televisivo impedisca l'ingresso di operatori realmente competitivi e di qualità.
digNotini ha scritto:Dipingi le tv locali come il male assoluto, ma anche vi fosse solo una tv locale che fa un tg di servizio decente e dà lavoro, e muove l'economia locale valorizzandone le peculiarità, sarebbe una gran cosa, sarebbe positivo.
digNotini ha scritto:Assolutamente in disaccordo, il valore aggiunto di una tv locale è quella di essere libera espressione del territorio. Tutta la nazione dovrebbe poter ricevere 3/4 tv locali di qualità, ma lo scenario che si è preparato rende questo inattuabile.
digNotini ha scritto:Quanti progetti di qualità pensi che possano esserci alla fine? Quanti editori possono scendere in campo a livello nazionale con un solo canale?
A me pare di sì.L_Rogue ha scritto:Non sto prendendo in giro nessuno. In analogico la questione della copertura nazionale all'80% era risolta col canale in VHF. In digitale no, perché non bastava. Punto.
Il problema del mercato è anche Mediaset, non puoi far finta di niente. Se veramente trovi disgustose le trattative tra Europa 7 e politici (e lo sono) non puoi non vedere tanti (ma tanti) altri fatti simili.L_Rogue ha scritto:Stessa risposta che ho dato a DigNotini: se il problema del mercato vuol dire cancellare Mediaset, basta dirlo chiaramente e la facciamo finita.
alexzoppi ha scritto:A me pare di sì.
Nel momento stesso che fai un piano nazionale non puoi affermare che Europa 7 non è una rete nazionale come le altre, e trattarla come se fosse un accidente caduto dal cielo.
eragon ha scritto:...Ed a causa delle eventuali elezioni in autunno probabilmente verrebbe rinviato anche lo switch-off previsto in quel periodo...![]()
Ok, volevo solo chiarire meglio la mia soluzione di limitare i canali editabili da un solo soggetto: non intendo che mediaset può trasmettere solo due canali nei suoi mux, ma che tra tutti quelli trasmessi di suoi, direttamente controllati, può averne 2 o 3.L_Rogue ha scritto:Lasciando un po' da parte le opinioni, vorrei ricapitolare le informazioni che abbiamo finora:
Reata in sospeso la concessione di screen service, la rai ha ottenuto la frequenza VHF 11 non già per il dvb-H ma per il dvbt-2 (questo apre alla possibilità che anche gli altri mux DVB-H diano commutabili in DVB-T2). Infine si sono equiparate a livello di copertura e di banda le frequenze Vhf con le UHF usando un trucco tecnico, ma guarda a caso nessuna frequenza VHF è stata assegnata a editori che habbiano posizione dominante sul mercato.1) a livello nazionale, cambia poco o niente. Le frequenze sono già state indicate nel PNAF e cambieranno poco da quelle delle aree già in switch off, tranne nelle aree vicine ai confini, dove alcuni broadcaster finiranno in k-SFN;
La 2-SFN si riperquote anche sulle aree confinanti, stabilito che nella stessa zona tecnica l'emittente nazionale ha una unica frequenza SFN. Per fare un esempio concreto, se in veneto il mux nazionale che sta sul canale A viene spostato sul canale B, in lombardia avremo lo stesso mux sul canale A e il canale B declassato a canale che non può coprire tutta l'area tecnica perchè andrebbe a interferire con la tv nazionale sul confine col veneto. Inoltre, la ormai certa presenza di una frequenza rai in uhf diversa da regione a regione mina ulteriormente le capacità di compatibilizzare i segnali. Restando in lombardia, avremo un ch A per la lombardia stessa, uno B per la romagna, e un C per il veneto e il piemonte: Le frequenze B e C diventano subregionali e non danno modo di coprire l'intera area tecnica. Per i canali dal 60 in poi, il 69 è già stato assegnato a E7 in molti casi, e in lombardia tra 5 anni dovrà essere spostato su un'altra frequenza uhf di una regionale.2) a livello di concessione regionale, cambia nulla nelle zone non vicine ai confini. Le frequenze erano buone prima, lo rimangono ancora adesso.
Nelle altre, potrebbero esserci problemi, tutti da verificare, per eventuali interferenze transfrontaliere.Comunque, tutte le regionali vorranno evitare come la peste le frequenze sopra l'UHF 61, nel caso queste vengano assegnate alle TV e non direttamente riservate per altri usi, come forse è meglio fare;
3) a livello subregionale, si preannuncia una graduatoria di merito per le concessioni, probabilmente basata sulle graduatorie CORECOM per l'assegnazione dei contributi statali, eventualmente integrate con altri criteri. I consorzi (forse obbligatori) e il minimo di contenuto originale trasmesso sono elementi che vengono attivamente discussi.
Personalmente spero solo che non ci tocchi pagare multe o che si debbano sborsare soldi per addolcire le nazioni confinanti, sarebbe ottimo se i segnali esteri entrassero nel territorio italiano indisturbati a fare un po' di sana concorrenza ai nostraniA livello di coordinamento internazionale, si parte dalle indicazioni di spartizione prodotte in seno alla Conferenza ITU 2006 di Ginevra. Per quel che ne so, quelle indicazioni non sono altro che un accordo inframministrativo e non un vero e proprio accordo internazionale che infatti dovrebbe essere definito bilateralmente con le singole nazioni.
digNotini ha scritto:Ok, volevo solo chiarire meglio la mia soluzione di limitare i canali editabili da un solo soggetto: non intendo che mediaset può trasmettere solo due canali nei suoi mux, ma che tra tutti quelli trasmessi di suoi, direttamente controllati, può averne 2 o 3.
Reata in sospeso la concessione di screen service
La 2-SFN si riperquote anche sulle aree confinanti
L_Rogue ha scritto:Vero. Per questo sono già state indicate le frequenze per le k-SFN: UHF 23, 32, 42. La 23 non ci spetterebbe, le altre due invece sì, secondo quanto detto a Ginevra nel 2006.
L_Rogue ha scritto:Quindi vorresti introdurre un "obbligo all'affitto" o simile per i privati? Sto cercando di capire il discorso, veramente.
Questo IMHO e' il tuo principale errore di impostazione nel considerare questa faccenda...L_Rogue ha scritto:A parte Murdoch, riusciamo a fare nomi di imprenditori da contarsi sulle dita di due mani e desiderosi di investire grosse cifre sul nostro DTT a livello nazionale?
eragon ha scritto:Questo IMHO e' il tuo principale errore di impostazione nel considerare questa faccenda...
Infatti non tieni in considerazione che i soldi per creare canali interessanti devono provenire dal mercato stesso, non ci sono dei magnati come nel calcio che possono metterci a priori grandi quantita' di soldi di tasca propria (e ormai non ci saranno piu' neanche quelli)...
E quindi come arriverebbero i soldi per comprare i diritti, produrre programmi propri di qualita', ecc...??
Te lo sei mai veramente chiesto?
Possedendo un proprio mux dove lo spazio puo' essere in parte affittato a terzi (per canali pay o free anche di altri), ricavare soldi da qualche canale di televendite, ecc., insomma trovare i soldi sul mercato stesso...
Se ad una emittente concedi solo 1 canale su un mux condiviso, non trovera' mai i soldi per acquistare diritti e sara' destinato per forza a chiudere (cosa che forse a qualche altra emittente farebbe molto piacere...):
Se non riesci a comprendere questo, che poi e' quello che le TV piccole e quelle locali stanno dicendo da sempre, allora mi viene il sospetto che ti sfugga come funziona l'economia imprenditoriale ed il mercato reale!...![]()
Le TV piccole e locali che ci sono gia' hanno ovviamente avviato da tempo la loro attivita', e quindi per forza devono avere gia' in piedi un bilancio che gli consente di andare avanti, almeno finche' c'era l'analogico.L_Rogue ha scritto:Quindi, per te, le TV potrebbero entrare sul mercato senza soldi e pagherebbero i dipendenti, gli adempimenti IVA, INPS e altri fiscali, chi più ne ha più ne metta, quando hanno affittato i propri MUX o quando hanno ricevuto gli introiti pubblicitari e/o dello stato?
eragon ha scritto:Poi, se falliscono, ma solo dopo averci provato, spariranno e lasceranno libere le loro frequenze.
Le leggi per chi non paga i suoi debiti ci sono gia' e valgono per tutti, qualunque impresa o cittadino.elettt ha scritto:Calma, se provarci vuol dire non pagare le tasse, i contributi e fare buchi presso i fornitori...