Amarcord - i ricordi degli anni 70-80 (antenne e segnali in giro per l'Italia...)

Non mi ero mai accorto di questa cosa.. io ho preso un Mivar, ma era nel 2005. Altre persone che conosco, però, avevano preso il Mivar negli anni '90 e non sapevo che sulla scheda tecnica ci fossero le frequenze.
Un tempo usava...ricordo le istruzioni della radio Philips di mio padre, di inizio anni 50, che riportavano una tabella dei principali trasmettitori FM francesi/belgi/olandesi...
 
Ricordo nelle radio Grundig di mio nonno serie "Domino" (di cui ne ho conservata una funzionante) nella scala graduata delle AM e delle OC , l'elenco delle stazioni internazionali + diagramma (schema elettrico) ed elenco radiantistico.(e la famosa valvola sintonizzatrice verde "ad angolo" :) che la chiamavano l'occhio magico :) )
L'FM arrivava fino a 101 MHz. :) ed era già un modello avanzato.
La Seleco invece per i televisori di quella volta non includeva un prontuario sulle frequenze TV.
Le TV locali di allora che avevano anche la radio dicevano "ci trovate fra Svizzera e Capodistria" (UHF 56 - 27). Che Tempi con la T maiuscola ...
 
(e la famosa valvola sintonizzatrice verde "ad angolo" :) che la chiamavano l'occhio magico :) )
C'erano quelle rotonde che si chiudevano più o meno col segnale e quelle come nella radio di mio padre che a segnale zero avevano una linea centrale che si ingrossava tipo sipario al crescere del segnale...gran radio...ci facevo radioascolto da ragazzino: sulle lunghe, medie e corte aveva addirittura la larghezza di banda passante regolabile, direi che agiva sulla IF.
 
Si, si agiva sulla I.F., più il segnale era forte, più tensione c'era ai capi del dispositivo e sulle "placche valvolari" "dell'occhio magico", la variazione di tensione faceva dilatare "il sipario verde".
Non chiedermi con esattezza l'esatto principio elettronico fra anodi catodi e triodi e pentodi che non me lo ricordo più :icon_redface:
 
Si, si agiva sulla I.F., più il segnale era forte, più tensione c'era ai capi del dispositivo e sulle "placche valvolari" "dell'occhio magico", la variazione di tensione faceva dilatare "il sipario verde".
Non chiedermi con esattezza l'esatto principio elettronico fra anodi catodi e triodi e pentodi che non me lo ricordo più :icon_redface:
Sì certo, io comunque dicevo che agiva sulla IF la regolazione di selettività, mi ricordo che c'era una bobina variabile che si regolava con un sistema a carrucola...
 
Certo, una meccanica superba per allora, specialmente certe con la ferrite "via carrucola :) " che si introduceva in vari toroidi. Altri preferivano i condensatori variabili rotativi enormi a placche a ventaglio "diciamo di pavone" . Il tutto comunque alle spalle un sistema meccanico di precisione sopraffino quasi da orologio. Quella era arte.
 
La manopola c'era anche in delle tv.

Ricordo che si accendeva la tv ed era sul primo, poi girando la manopola si andava sugli altri canali

La tv Autovox in b/n di mia nonna, che pare fosse del 1971 (io la ricordo sul finire dei '70) aveva 3 tasti: uno per spegnere, il primo tasto a sinistra. Il secondo tasto accendeva sul "primo", il terzo tasto sul "secondo". Poi una volta sul secondo con una grossa manopola sopra i 3 tasti si potevano cercare gli altri canali. Che erano ovviamente in UHF.

La sostituimmo credo nel 1988, con una CGE 20 pollici a colori, durata fino al 2006.
 
wow il libretto delle istruzioni del Mivar!!! Quanti ricordi!!! E da piccolo mi stupiva il fatto che ci fossero nominate le 6 principali televisioni!!! Ecco cosa vuol dire "Made in Italy"!

Peccato che il novantenne amministratore delegato non si fosse accorto epr nulla dei cambiamenti che stavano per arrivare. Va anche detto che il "made in Germany" ed il "Made in Holland" ormai esistono solo come marchi appiccicati su cose cinesi, se va bene progettate in Europa, se va male comprate a Shangai.
L'altro sabato comunque ho portato il povero Loewe "made in West Germany" all'ecocentro :-( Il tubo catodico ormai si era in via di esaurimento, poi ha iniziato ad antipaticamente fare scattare il salvavita quando veniva acceso, probabilmente era qualche componente dello switching che stava tirando gli ultimi respiri oppure esisteva una perdita di isolamentro tra 220 e resto del circuito. Magari 10 anni fa lo avrei portato a fare riparare, ma alla fine mi son detto che non ne valeva la pena.

All'ecocentro ho visto buttati anche ben piú moderni Trinitron Wega, purtroppo il tubo catodico nel 2000 era ormai un fossile vivente dell'elettronica, sopravvissuto nonstate e grazie alla sua tecnologia folle, un tubo a deflessione.
 
Partitivo francese

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Infatti...me lo spiegavo più dalle nostre parti, col nostro dialetto francesizzante...
Come ho già detto forse un'altra volta, facevo sempre ridere i gestori di un rifugio in Francia vicino alla Val d'Aosta dove a volte ci fermiamo, perchè parlando in francese ci schiaffo dei dialettalismi tipo duu invece di deux (2) :laughing7:
 
Da me non si dice "in delle" (Cuneo) anche se effettivamente è partitivo :laughing7: In dialetto piemontese "ensima a cui (o chei) televisiùn" (sopra a qualche televisione) in piemontese. Direi che "in delle" è emiliano :)
 
Da me non si dice "in delle" (Cuneo) anche se effettivamente è partitivo :laughing7: In dialetto piemontese "ensima a cui (o chei) televisiùn" (sopra a qualche televisione) in piemontese. Direi che "in delle" è emiliano :)
Appunto, così credevo anch'io...mi faceva specie invece detto da massera...
Peccato non ci sia più il thread sui dialetti, comunque la grammatica emiliano occidentale mi sembra abbastanza calcata sul francese, come ad esempio i verbi "atmosferici" (es. A piouv , piove).
O la forma negativa dei verbi, che si costruisce con 'n e la particella mia (francese pas) (che non è, come si potrebbe pensare, un rafforzativo, ci vuole proprio e stop, così sostiene chi studia il dialetto, che infatti dice che i giovani, che tendono a non usare la doppia negazione, non parlano un dialetto corretto...)
Es: Nuèter a ’n cantòm mìa - Noi non cantiamo
 
Emiliano occidentale e piemontese sono molto simili e quasi intercomprensibili. Conosco degli emiliani di Sassuolo e quando parlano in dialetto li capisco perfettamente. Una differenza rilevabile è che noi usiamo il PAS e NEN per dire NON e voi e i lombardi il MIA

FINE OT
 
Una curiosità: prima che venissero introdotte le ottiche con lo zoom, quando le telecamere avevano ancora la "torrerra" con gli obbiettivi, se vi era l'esigenza di passare da un pano largo ad un primo piano, era possibile farlo senza che la regia staccasse per consentire all'operatore di cambiare ottica? Vedendo una vecchia puntata di Studio 1 (1961) mi pareva che, per avvicinarsi ad un soggetto, veniva fisicamente avvicinata la telecamera. Possibile che all'epoca fosse così?
 
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