sonosoloio ha ben ricostruito i fatti dell'epoca.è da aggiungere che Berlusconi all'inizio aveva solo canale 5.all'epoca, prima della legge Mammì, degli editori, uno Rizzoli l'altro francamente non ricordo, fecero anche loro le loro tv.una si chiamava Rete4 (Rizzoli), l'altra Italia1.Quando furono nel baratro perché non furono fortunati, furono comprate dal Cavaliere.Nacque così il secondo polo televisivo contrapposto al primo formato dai tre canali Rai.La legge Mammì, praticamente, purtroppo non risolse niente, tranne concedere la diretta anche alle tv private (che prima non potevano trasmettere in diretta, ma solo la Rai), e prendere come dato di fatto un qualcosa che in Italia prima non c'era.Quindi, la legge Mammì prese atto di una situazione che si era già creata.Poteva fare di più?Certo.Successivamente, in questi ultimi anni, sia per una ragione che per un'altra, certuni si sono più concentrati sulla persona che sulle aziende del Cavaliere, per ovvi scopi politici.Quindi non c'è mai stata una reale soluzione "neutrale" al problema delle frequenze.La legge Gentiloni, da quel poco che ho letto sono sincero, ha molte novità positive.Però, e qui il punto, sembra che le norme più nascoste (quelle meno pubblicizzate dai media) siano fatte per mettere i bastoni tra le ruote solo a Mediaset e la7 (anche lei ha canali dtt pay) e favorire la Rai (con altri soldi) e il satellite.Insomma, per un certo verso, sembrano norme di "retaurazione" che di modernità (come l'articolo 3 di cui si discute qui).Il sospetto c'è.