Vabbè, diciamocelo: a Renzo Piano la Rai non poteva dire no. Non invidio il team che si è trovato davanti il concept e che ha dovuto dovuto tirar fuori qualcosa di televisivo da un progetto che televisivo non era.
Sinceramente non avrei mai creduto che quei render, mostrati mesi fa, sarebbero diventati realtà, se non mantenendo qualche spunto e adattando il tutto.
La maratona elettorale è la dimostrazione plastica di come uno studio possa castrare ogni tipo di racconto (probabilmente già in difficoltà in un'edizione lancio/servizio): ore e ore di 5/6 persone ad un tavolo ad L con inquadrature statiche, spesso sbilanciate, con i controcampi mozzati, i totalini con le grafiche decentrate, la creatività nei Wall che i template di final cut di 20 fa erano più innovativi, con il led troppo vicino al tavolo dove l'effetto moire è matematico e le ombre dei frontali pure. Dove i collegamenti nei led a lato sono troppo piccoli per avere minimamente senso dal controcampo e spesso impallati dagli ospiti oltretutto con un refresh rate che nemmeno Skype nel 2000 andava così lento.
Insomma, di tutta la filippica dietro al progetto non si vede il minimo riscontro in onda.
L'unico concetto che mi viene in mente guardando il canale è "piattume".
In un'intervista in onda ieri Piano ha detto: perché io non saprei fare uno studio televisivo. Ecco, appunto. Bastava fermarsi lì. Sono sicuro che uno scenografo non sarebbe mai stato in grado di progettare le meraviglie che ha realizzato in giro per il mondo.
Comunque il progetto è stato fatto, ringraziamo il maestro: è stato un piacere, purtroppo credo che la Rai adesso non abbia solamente uno ma due studi di telegiornale completamente da rifare.
Buon lavoro!
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