Visto che il TD l'ho iniziato io, se mi permettete, siamo andati completamente fuori tema.
1) Allo stato attuale non esiste alcuna teoria scientificamente valida per stabilire alcunchè sui terremoti. Non sappiamo nè quando succederà nè quale intensità avrà. In California sanno che arriverà il "Big One" ma nessuno può ora dire quando l'evento si verificherà.
2) Le immagini satellitari precedenti (di qualche giorno) sulle aree colpite dal sisma di Haiti e di quello più recente in Giappone mostrano una forte e rapida anomalia nella ionizzazione dell'atmosfera. Non sappiamo giustificare perchè ciò avvenga, ma se si riuscirà a correlare questo tipo di rilievo come un anticipo di eventi sismici si sarà fatta una scoperta di notevole importanza e gli studi avranno un indirizzo preciso da seguire.
3) Ammesso e non concesso che i rilievi satellitari possano davvero anticipare di qualche giorno/ora un evento sismico "importante" localizzando un'area di rischio ben precisa, non è realisticamente possibile pensare di studiare piani di evacuazione per un'intera nazione, specialmente nel caso in cui siano coinvolte aree a densamente popolate.
Pertanto, anche potendo prevedere i terremoti, la strada più sensata è quella di costruire, nelle aree più a rischio, edifici a norma antisismica. Norme che saranno più stringenti a seconda del rischio specifico di quell'area.
4) Il problema de L'Aquila, così come di moltissime città italiane, è che i centri storici sono in gran parte edifici risalenti ad epoche passate, se non remote. Se si vuole salvare questo patrimonio, l'unica strada è mettere a norma questi edifici, per quanto possibile, classificando come "non abitabili" le case che strutturalmente non possono essere aggiornate. Mio nonno, che non era un ingegnere ma soltanto un direttore didattico e gionalista a tempo perso, in occasione di una ristrutturazione di una casa nella zona, edificata circa 200 anni fa fece "chiudere i telai" come spiegato da relop ing, salvo in una piccola area, ovvero in una costruzione appoggiata all'edificio principale ma che origiariamente non ne faceva parte. E' vero che i terremoti possono avere strani effetti anche a distanze minime, fatto sta che l'edificio "chiuso" ha avuto come unico danno lo spostamento delle tegole, mentre quello non "corretto" è stato reso inabitabile dal sisma, così come molte case nei dintorni.
Lo scandalo de L'Aquila è che il sisma ha distrutto o reso inabitabili, edifici relativamente recenti che non avrebbero dovuto subire danni di questo tipo, inclusa la villetta dove aveva abitato il sottoscritto a metà degli anni 80, ora collassata. Siccome molti sapevano benissimo come erano stati costruiti gli edifici e che l'area è tutt'altro che densamente popolata (parliamo di 50.000 persone, forse meno), nel caso specifico si potevano, e probabilmente dovevano, adottare misure preventive. Se chi sapeva ha invece ritenuto che fosse più comodo fare affidamento sulla buona sorte ed abbia magari visto un "business" nella prospettiva futura di dover ricostruire tutta una città, allora, secondo me, gli estremi per un'azione penale da parte della magistratura ci sono tutti.