liebherr ha scritto:
resta il fatto che ad ora l'unico mux nazionale in vhf è quello rai ma è MFN....e poi apparati vhf non possono poi lavorare in uhf per cui bisogna sapere se si trasmette in vhf o uhf..non è immaginabile usare ora la terza banda e poi ipotizzare di passare alla uhf
in vhf poi a meno di farsi antenne proprio in pratica si è obbligati ad andare in casa della RAI..c'è poca offerta di siti con impianti radianti vhf
a sto punto credo che un accordo ragionevole sia di dare a europa7 un mux in uhf sfn come gli altri nazionali cosa quindi non attaccabile e partire ormai solo in digitale mano a mano che avanza lo switch off..anche perchè europa7 deve fare notevoli investimenti e ci vuole tempo a tirare su una rete nazionale ex novo
sono sicuro che se romani propone una cosa simile E7 accetterebbe..ma la realtà è che vogliono rifilargli sto e8 proprio perchè è una presa in giro
Come dice wikipedia :
Europa 7 (Centro Europa 7 S.r.l.) è un'emittente televisiva italiana, con regolare concessione a trasmettere in modalità analogica terrestre su scala nazionale, ma attualmente impossibilitata a farlo in quanto in attesa di assegnazione delle frequenze da parte dello Stato.
perche non trasmette allora.... ???
Con Decreto Ministeriale del 28 luglio 1999 si dichiarano le vincitrici delle concessioni: Francesco Di Stefano risulta vincitore di una concessione per Europa 7 (settima in classifica) pur non avendo ottenuto dallo Stato le frequenze; in concomitanza Rete 4 che già trasmette a livello nazionale, pur non essendo in funzione il nuovo Piano delle Frequenze (sul quale è calcolato il limite di 2 reti per operatore) perde la concessione. La commissione ministeriale della gara nega la richiesta per 7 Plus, ma Francesco Di Stefano fa ricorso al Consiglio di Stato, che ordinò al ministero di dare anche una seconda concessione
oppure :
2003: la Legge Gasparri [modifica]
Nell' estate del 2003, il ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri presenta un disegno di legge per il riordino del sistema radiotelevisivo italiano e l'introduzione della trasmissione digitale terrestre. La legge viene approvata dal parlamento, ma l'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, la rinvia alle camere. Nel messaggio di rinvio Ciampi fa esplicito riferimento sia alle problematiche relative alla pluralità dell'informazione, sia al concetto di un termine certo per il regime transitorio introdotto proprio dalla sentenza n. 466 del 20 novembre 2002 definito come della corte costituzionale, che con la legge Gasparri sarebbe stato spostato di un anno e senza indicazioni certe su come operare nel caso per quella data non si fosse raggiunta la pluralità indicata dalla Corte[8]. Così, per poter garantire a Rete 4 di continuare a trasmettere via etere (e a Rai Tre (la terza rete pubblica) di poter continuare ad ospitare pubblicità di conseguenza), il 24 dicembre 2003 il governo Berlusconi vara un decreto legge (decreto legge n. 352/2003, divenuto giornalisticamente noto come "decreto salvareti")[9] 2003[10] [11], trasformato in legge nel febbraio 2004[12]. Il decreto prevede che le "reti eccedenti" possano proseguire le trasmissioni sulle frequenze da loro impiegate, sia nell'analogico che nel digitale, fino al termine di una verifica sullo sviluppo delle reti del digitale terrestre (sviluppo che, con l'aumentato numero di canali, porterebbe ad un aumento della pluralità informativa e quindi alla cancellazione del limite di due concessioni per privato). Nell'occasione relativa alla conversione del decreto in legge Berlusconi accuserà la Corte Costituzionale di aver voluto produrre una sentenza con finalità politiche, in quanto "si sa che la Consulta è composta da 10 membri dello schieramento di sinistra e 5 membri del centrodestra"[12].
Una perizia tecnica effettuata per conto di Europa 7 dalla IRTE, azienda che si occupa di radiodiffusione, mostra che il canale assegnato dal Ministero copre il 10% del territorio e il 18% della popolazione nazionali, con "problemi interferenziali notevoli e diffusi".[43] La concessione vinta nel 1999 prevede invece la copertura dell'80% del territorio, di tutti i capoluoghi di provincia[44] ed il 95% della popolazione[45]. Il professor Ottavio Grandinetti, uno dei legali di Europa 7, ha commentato che per realizzare una rete nazionale in tecnica analogica ci vogliono tre frequenze per ogni bacino, altrimenti non si puo' competere con emittenti che coprono il 95% della popolazione'.[46] Al contrario, il sottosegretario Romani, ha replicato che "tra pochi mesi potrà, volendo, trasmettere anche in analogico con una vasta copertura pari a non meno del 70% della popolazione"[45].
Bene, dopo di questo non la dilungo troppo... avete gia capito il perche...