Questo e'un punto fondamentale che pero' apre un discorso molto complesso, ossia quello dei sistemi mafiosi vigenti in Italia.
Bisogna innanzitutto premettere che siamo in presenza di una fiction, di conseguenza nel momento in cui decidiamo di guardarla, accettiamo quel patto d'immaginazione necessario per la visione.
La storia dei pochi familiari al comando (nella realta' Paolo Di Lauro mi sembra avesse 10 figli) credo entri in quel patto che ogni opera cinematografica richiede; rende, in un certo senso, piu'agevole il racconto da un punto di vista narrativo ma non lo indebolisce affatto dal punto di vista della credibilita' proprio perche', e qui veniamo ai "sistemi", in realta' l'area comandata dalla famiglia Savastano non e'cosi' vasta come si potrebbe credere, anzi.
Avete presente l'ultima telefonata fra Pietro e Ciro? Pietro dice a Ciro che bisogna allargarsi fino a Melito, Casavatore (poi aggiungera' il basso Lazio)...ma sapete quanto distano paesi come Melito e Casavatore da Secondigliano (feudo dei Savastano)? Credo saranno 2/3 km, non di piu'. A Napoli non e' come in Sicilia, dove c'e' una famiglia reggente al vertice e tante altre al di sotto che fanno sempre e comunque capo a quella famiglia (sistema mafioso "verticale"). Da quella famiglia partono tutti gli ordini: dallo spaccio, alle armi, alla droga fino agli appalti, e a quella famiglia tutti devono dare conto; e'il sistema mafioso, per intenderci, che abbiamo importato a New York (tuttora vigente) e stabilitosi definitivamente negli anni 30 a seguito delle guerre fra le cosiddette "5 famiglie".
Il sistema mafioso napoletano invece, e'paragonabile a quello di Los Angeles. E'di natura "orizzontale", vale a dire che lungo tutto l'arco della citta' troveremo differenti famiglie (a Napoli i clan, a LA le gang; non e'un caso che sia principalmente quest'aspetto a riportare alla mente le grandi serie americane tipo The Shield) che impongono le loro regole. Succede, dunque, che puoi essere pure Pietro Savastano, ma a 2km, in un altro quartiere, di Savastano c'e' n'e' un altro.
Ecco perche' nell'hinterland napoletano, le "guerre" di camorra sono praticamente sempre in corso.