I dialetti regionali. Un thread che unisce, non politico, divertente.

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Maxicono ha scritto:
P.S. credo che i borbonici pronuncino la "b" come "v".

Il "passaggio" B>V o V>B esiste in tutte le lingue neolatine.
Esempi:
in spagnolo cavallo si scrive caballo e si legge cavaglio!
in francese "libero" si scrive e si legge libre! Mentre livre è il libro!

Entiende? Hermano?

;)
 
massera ha scritto:
Grazie relop.... vasam'a mano (baciamo la mano, ma non se l'ho scritto bene..)

Vasàmu li mani! (Baciamo le mani), avresti voluto dire.
Tu hai scritto (male): bàciami la mano! :D
 
relop.ing ha scritto:
Il "passaggio" B>V o V>B esiste in tutte le lingue neolatine.
Esempi:
in spagnolo cavallo si scrive caballo e si legge cavaglio!
in francese "libero" si scrive e si legge libre! Mentre livre è il libro!

Entiende? Hermano?

;)

ubi maior...... :)

non sapevo della differenza tra lingua e dialetto, mi sa che al nord sono dialetti.
 
Maxicono ha scritto:
mah, il dialetto è una lingua solo orale che io sappia, quindi sul come si scriva è guerra aperta. :)

P.S. credo che i borbonici pronuncino la "b" come "v".

anche negli ultimi paesi pontifici è così... comunque non sempre, anzi nel mio dialetto la "v" a volte scompare (olémo per vogliamo, 'otte per botte, intesa come la botte di vino).
 
relop.ing ha scritto:
Vasàmu li mani! (Baciamo le mani), avresti voluto dire.
Tu hai scritto (male): bàciami la mano! :D

E' verò.... da me si direbbe invece bbàciamo la mani, perchè anche il singolare è uguale al plurale...

Anche nel calabrese centro-meridionale si dice come da te in Sicilia
 
X relop

Il dialetto del mio paese (e in generale, del Lazio Borbonico) viene inserito tra i dialetti dela lingua Napoletana.

Molti studiosi lo hanno definito un "napoletano comune con forte infiltrazione e commistione della parlata ciociara e abbruzzese" (e in più, io dico, anche qualche parola ed espressione del romanesco, in forma minoritaria).

Al nap. riconducono ad es, parole come vaglione, accà, ngoppa, mentre ad altri dialetti l'articolo maschile glio, ed espressioni come essoglio (eccolo costi) o i verbi vedemo, giocamo, so ito ecc.

A me piace di più la lingua siciliana che il napoletano....
 
A proposito di lingua Siciliana...

Ai tempi dell'università avevo una vicina di casa che era siciliana (mi pare di Mazara del Vallo) che poi aveva cambiato casa e per un pò non ho visto.
Era una ragazza molto carina e dolce, e parlava italiano bene, quasi senza accento.

Un giorno un mio coinquilino la incontra dopo tempo, e le parla... le chiede come vanno le cose ecc... ad un certo punto lei racconta di essersi fidanzata e dice testualmente "il mio ragazzo si chiama Steve... è delle mie parti...màsculo siciliano jé!:5eek:
 
A Mazara del Vallo i nomi stranieri stanno diventando una.......tradizione.
Se ricordi: la bambina scomparsa si chiama Denise.

Nella sostanza Mazara è una cittadina quasi unica nel suo genere.
Culture, tradizioni, lingue e religioni diverse convivono da molti anni senza alcun problema.

;)
 
Nel caso in questione volevo porre l'accento sul fatto che quella ragazza parlava sempre in Italiano perfetto e poi all'improvviso dice quelle parole in dialetto (e il mio amico rimane stranito)...

la parola è anche del mio dialetto, quello più arcaico, e vuol dire "io" cosi come in altri dialetti del Lazio Sud.
 
Altri due modi di dire..

Enga (o "eggia") scamberà chésso

Devo disfare codesta cosa

Me stai a levà la pelle

Stai cominciando a .... rompermi le uova nel paniere.
 
relop.ing ha scritto:
No! Non mi considerare maior.
Casomai....un fratello se vuoi o un amico....con qualche anno in più. ;)

ok, vada per il fratello, ma di grado superiore!! :D :D

Su qualche anno in più, mah, chi può dirlo, non sono un giovanotto. :)


@massera
dici che il piemontese è una lingua? Peccato che a Novara nn si parli piemontese, ci manca molto questa cosa. :(

A proposito della tipa di cui sopra, insomma, un po' come la publicità della carne in scatola?

Notte.
 
Maxicono ha scritto:
dici che il piemontese è una lingua? Peccato che a Novara nn si parli piemontese, ci manca molto questa cosa. :(

Bè non lo dico io, bensi gli "studiosi".. del resto, come ho già detto, nel Lazio Sud "borbonico" si parla un misto tra napoletano, ciociaro, abruzzese e romanesco... quindi non sempre la parlata locale riconduce al 100 per cento alla propria regione, anche se i napoletani ci chiamano comunque "romani" perchè colgono alcune sfumature dialettali che ricollegano al Lazio.
A proposito della tipa di cui sopra, insomma, un po' come la publicità della carne in scatola?

In un certo senso....:D
 
Uoi stàmo dé bécco

Oggi siamo di bocca, nel senso siamo invitati a pranzo (si dice soprattutto dei pranzi del matrimonio)


Stàmo semp'a dò

Siamo sempre a do (inteso come la nota "do" musicale), nel senso siamo sempre al punto di partenza


E quann'affittàmo...

E quando affittiamo, nel senso "quando è che riusciamo a risolvere sta situazione?"
Quest'espressione l'ho sentita anche a Roma.
 
massera ha scritto:
Stàmo semp'a dò

Siamo sempre a do (inteso come la nota "do" musicale), nel senso siamo sempre al punto di partenza

Ah! ecco, l' ho sentita qualche volta, ma non ne avevo mai compreso il significato.
Grazie. :)
 
Palermu è omu dabbeni
cu va va e cu veni veni.

Palermo è come una persona per bene,
ci si puo' fidare sempre.

Cu' va a Palermu
e nun va a Murriali,
si nni parti sceccu e torna maiali.

Chi visita Palermo
e non Monreale,
arriva asino e torna maiale.

Si voi pruvari li peni di lu 'nfernu,
lu 'vernu a Missina e la stati a Palermu.

Se vuoi provare le pene dell'inferno,
passa l'inverno a Messina e l'estate a Palermo.

;)
 
Uno dei dialetti più caratteristici, soprattutto come cadenza e accento, è senz'altro quello di Sezze Romano (LT), altro paese "pontificio", anche se a pochi km dal confine con il Regno delle Due Sicilie.

Forse perchè si gli paese mè
Pu mmi nci sta n'atro accome a ttì
Schìtto a penzà ca so più antico de Roma
....

Ricordo il detto La neve marzolina è accome la lengua della malavicina

In questo dialetto la "tt" diviene "ch" (tucchi per dire tutti, Broccolecchi per dire broccoletti).
E' l'unico della provincia di Latina ove la "v" diviene "u" come in gran parte della Ciociaria (es uìno per dire vino).
 
Differenza linguistiche tra il mio paese e il comune confinante (Minturno).

Da me c'è la metafonesi napoletana delle vocali all'interno della parola, ad es abbiamo ciénto (cento), piétto (petto), gliétto (letto), mentre a Minturno c'è quella ciociara/sabina (cioè cénto, pétto, létto)... da me "ci senti?" è ci sienti?, a Minturno è cé sìnti?

Al mio paese i verbi al passato sono usati soprattutto all'imperfetto, per es so ìto (sono andato), gl'ha misso (l'ha messo) gl'ha portato (l'ha portato) mentre a Minturno si va al passato remoto (jétti, gliù mettètte, Gliù portette).

L'articolo determinativo maschile da me è glio, mentre a Minturno è gliù, entrambi di provenienza ciociara/abbruzzese.
Da me abbiamo ad es glio viénto (il vento) mentre a Minturno è gliù vénto

Altre espressioni sono diverse: ad es "vi entrano" da me è ci entrano, mentre nel Minturnese è cé tràseno; "si imbosca", da me è sé 'mbòsca, a Minturno è invece se 'nfràtta; "si riempie" da me è se vence (che vuol anche dire "si vince") ma a Minturno è sé énchie.

"La tua" da me è la tòa, nel minturnese è la tìa

"Noi siamo" da me è Nòa simo o Nui simo, mentre a Minturno è Nùi sémo

Per chiamare una persona sconosciuta a Napoli è usato càpo!" a Roma "ah sécco", mentre al mio paese è Paré!!! e a Minturno frà.

Ovviamente vi sono molte parole in comune, sia laziali che campane, che "endogene", cioè dell'area dei Monti Aurunci, ma ce ne sono anche altre molto diverse, che spesso hanno costituito oggetto di sfottò tra i cittadini dei due paesi.
 
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