Da pochi esempi si possono comprendere le varie influenze dalle varie lingue che ha subito il Napoletano.
Dallo
spagnolo: Abajo, che significa giù, in Napoletano diventa
abbascio. Inoltre me e te in spagnolo sono "migo" e "tigo" mentre in Napoletano diventano
mic e
tic. Ancora, cuchara (cucchiao) in dialetto è
chucchiara, mentre il più rappresentativo esempio è guapo, bullo, che diventa
guappo. Ultimo esempio iberico, e ce ne sarebbero molti altri, è "amoinar" che in Napoletano è
ammuina, ovvero chiasso.
In
Latino uccello si dice "avicellum" mentre in Napoletano diventa
auciello. Lacerta, che significa lucertola, in Napoletano rimane intatta, sempre
lacerta. Finestra in latino è "fenesta" mentre in dialetto è
fenesta. Cerasum, ciliegia, in Napoletano diventa
cerasa. Anche qui ci sarebbero molti altri esempi
Dal
Francese chance è ripreso il termine
canzo, espressione tipica è
ramm o' canzo letteralmente "dammi il tempo/opportunità". Ancora, chaussette che significa calza in Napoletano è
cazette. Infine in Francese cavatappi è "tire-bouchon" che qui diventa
tirabusciò da cui è tratta anche una celebre canzone (
http://www.youtube.com/watch?v=sjvFJjq8M9U)
Esempi ci sono anche dall'
Inglese (acquisiti durante il soggiorno degli americani nel secondo conflitto mondiale): shoe shine significa lustrascarpe che qui è
scioscià. "Prendi" che in inglese è take it, in Napoletano è
tecchet
Dal
Greco antico, dove prezzemolo era "petroselinon" qui è
petrusino, o ancora "paizèn", giocare, qui è
pazzià mentre "misalion" (tovaglia) diventa
mesale. Infine "Kantaros", che significa vaso da notte, qui è
o' cantaro
Esempi ci sono anche dall'
Arabo: al-tamar che in origine stava per mercante di datteri qui diventa
tamarro col significato che tutti conoscono. Oppure "wadara" diviene
uallera