La riforma Dini ('95) e il successivo ingresso del Contributivo hanno chiaramente evidenziato la necessità di porre rimedio (senza riuscirci,ovvio) alle scellerate gestioni di cui avete parlato.
In più c'è il fattore del coefficiente di conversione, altra 'peculiarità' del contributivo di cui non avete parlato, e che è chiaramente a svantaggio del contribuente (infatti chiunque potrebbe sapere, tramite l'uso di questo coefficiente, quanto andrà a percepire di pensione...se volete vi faccio un rapido esempio, dato che si sta entrando nel mio campo...

).
Lavoro infatti per una famosa compagnia assicurativa come consulente previdenziale e non sapete quante polizze di questo tipo vengano fatte in questo periodo, da parte di gente giovane (ma anche da meno giovani) che ha avuto la fortuna di informarsi su questo problema in tempo.
Lo stesso Napolitano, a Milano, settimana scorsa, parlando proprio di questo tema, ha consigliato ai giovani di integrare in qualche modo i miseri soldi che verranno a percepire come pensione con qualcosa che possa integrarsi ad essa.
Che ne abbia parlato solo 'La Nazione' il giorno dopo, è fatto che testimonia quanto venga reputato poco interessante o importante o molto 'scomodo' (!) il problema;
fatto sta che se è stato addirittura il nostro Presidente a parlarne in prima persona, vuol dire che forse in qualche modo questo tema sta per essere finalmente messo in risalto, dando dunque agli italiani la possibilità di provvedere per quel che possano (e di qui i vantaggi di una pensione previdenziale che ho colto solo in questi mesi, superando i tanti scetticismi iniziali).