2002
Nel 2002, Vivendi Universal incontra i primi problemi finanzari. Inizia un rimescolamento finanziario nel tentativo di rinvigorire le sue divisioni media, cedendo parte delle sue azioni in altre società. La società riduce la sua quota in Veolia Environnement al 40% e cede la sua quota in Vinci Construction. Il presidente del consiglio di amministrazione ed amministratore delegato Jean-Marie Messier rassegna le sue dimissioni. Viene rimpiazzato da Jean-René Fourtou. La società comincia quindi a riorganizzarsi per evitare la bancarotta. La società annuncia che la sua strategia è di cedere le proprietà considerate non strategiche. Il suo più grande singolo azionista era la famiglia di Edgar Bronfman, Jr., che era a capo della Seagram prima della fusione. Vivendi Universal cede la sua quota di Vizzavi a Vodafone, con l'eccezione di Vizzavi France. Cede anche il 20.4% del capitale di Vivendi Environnement ad un gruppo di investitori, e la sua quota nell'operatore satellitare nord-americano EchoStar Communications Corporation.
2003
Vivendi Universal cede poi la Canal+ Technologies a Thomson (precedentemente chiamata Thomson Multimédia); Tele+ a News Corporation e Telecom Italia. Cede anche il suo 26.3% di Xfera. Il 6 marzo 2003, Vivendi pubblica il suo bilancio annuale (al 31 dicembre 2002). Ciò che spicca agli occhi del mercato include perdite di 23,3 miliardi di euro: la peggiore perdita per una società francese e indebitamento netto di 12,3 miliardi di euro. Il 1º dicembre 2003 conclude un accordo per vendere MP3.com a CNET. Durante tutto il 2003 Vivendi Universal ha venduto svariate sue proprietà per 7 miliardi di euro, al fine di ridurre le perdite.
2004
L'80% di Vivendi Universal Entertainment venne venduto a General Electric che lo fuse con la NBC per formare NBC Universal. Cede inoltre i suoi interessi in Kencell, Monaco Telecom, Sportfive e in particolare quelli relativi a Newsworld International ai partner d'affari Joel Hyatt e Al Gore (ex Vice Presidente degli Stati Uniti). La società acquisita altre azioni di Maroc Telecom arrivando al 51% delle azioni.
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