A quanto mi pare di capire da quel che si legge di recente, il ricorso del PM s'impernia sulla tesi che lo Schettino non sia l'unico responsabile e che ai domiciliari possa entrare in contatto con altri, per concordare tesi utili ad alterare la verità. Mi pare abbastanza verosimile che, al giorno d'oggi, dai domiciliari sia piuttosto semplice aggirare il divieto di contatti con l'esterno.
Siccome questa ipotesi non mi pare però fosse agli atti per sostenere la tesi della detenzione in carcere, da una parte si rafforza in me l'idea che nella sostanza i domiciliari siano un errore, ma che abbia sbagliato il PM, ovvero che il GIP abbia agito correttamente, insomma come dici tu, quantomeno da un punto di vista strettamente formale.
Siccome questa ipotesi non mi pare però fosse agli atti per sostenere la tesi della detenzione in carcere, da una parte si rafforza in me l'idea che nella sostanza i domiciliari siano un errore, ma che abbia sbagliato il PM, ovvero che il GIP abbia agito correttamente, insomma come dici tu, quantomeno da un punto di vista strettamente formale.
alfry ha scritto:Pertanto in base ad esse e nel rispetto delle norme penali sostanziali e procedurali emette la propria decisione che deve essere si' motivata ma nel senso che egli deve specificare le ragioni di fatto e di diritto per cui ha emesso quella decisione e quindi nella fattispecie perche' ritiene che una determinata situazione (pericolo di uga) non si verifichi, ma non e' tenuto e non puo’ mettersi a dimostrare (perche' non gli e' concesso dal sistema giudiziario accusatorio) che in base a degli elementi certi si concretizzera' o meno una determinata situazione (nella fattispecie il pericolo di fuga)