Diciamo che usare una moneta unica prima di aver definito un governo politico della stessa è stata una decisione azzardata, perchè nel momento in cui è esplosa la bolla finanziaria (patrimoni lievitati sulla carta e senza controvalore monetario, quindi perdite di patrimoni di carta, non grantiti da capitali o beni) ha fisiologicamente esposto i paesi europei (più di altri) alla speculazione.
Il valore nominale dei titoli derivati è di 350 mila miliardi di dollari, a fronte di un prodotto interno lordo dell’insieme dei Paesi del pianeta, che arriva a malapena a 60 mila miliardi di dollari.
Finanza/banche, non hanno accettato di perdere la partita (i patrimoni lievitati sulla carta e senza controvalore monetario, ovvero le perdite sui patrimoni "inventati" sul nulla e non grantiti da capitali o beni dei loro creditori) ma sono riuscite a spostare sugli stati le loro perdite.
Laddove esiste la possibilità di politiche monetarie, battendo moneta si è creato debito statle ulteriore, ma la cosa ha evitato di dover rastrellare subito buona parte del denaro che poteva servire all'economia reale anzi, di cui c'era e c'è vitale bisogno, togliendolo invece dalle tasche dei cittadini. Dove non si rincorrono demenziali "fiscal compact" (40mld annui per l'Italia, per 20 anni) rimangono risorse per gli investimenti, cioè per l'economia reale e si evita di avvitarsi senza scampo nella recessione. E' sostanzialmente falso che i problemi di debito consolidato siano la ragione degli spread sui titoli pubblici, tant'è che (ad es.) il Giappone non ne soffre, pur avendo (da molti anni) un rapporto debito PIL di oltre 200 (noi siamo a 120)
In Europa, con poca lungimiranza e vantaggi enormi solo per pochi, non si è voluto cambiare nulla, nonostante il mondo fosse diventato completamente diverso.
Quindi, oltre al problema di finanziare banche tecnicamente fallite, siamo al paradosso che non si stampano Euro per far fronte all'illiquidità del sistema e che, per avere liquidità, gli Stati non possono nemmeno rivolgersi direttamente alla BCE, ma devono necessariamente ricorrere alle banche private. In altre parole si finanziano le banche col denaro dei vari fondi pagati dagli stati (con tasse e tagli ai cittadini) e su questo denaro "nostro", ci paghiamo pure gli interessi alle banche. (...delle volpi !)
Penultima cosa.... dato che il sistema euro è inadatto a reggere la crisi, la speculazione ha prodotto anche paura, perchè spinge gli Stati in una recessione senza ritorno.
Il problema dei PIGS non è (solo) il debito consolidato, ma che sono anche in recessione, cioè che non creano ricchezza, quindi non c'è garanzia che possano onorare i loro debiti solo aumentando tasse e tagliando spese/servizi all'infinito (con cosa pagano i titoli ed il fiscal compact quando i limoni sono spremuti?).
Ecco allora che, tra speculazione, paure, Europa "ingessata" ed autolesionista, i titoli di stato dei paesi "deboli" non li vuole nessuno e finscono solo alle banche dei rispettivi stati.
Non si è fatta affondare subito la Grecia, ovvero non la si è salvata ad un costo inferiore della metà di quello che servirebbe oggi, proprio perchè BCE e banche trovassero il modo di disimpegnarsi, tant'è che l'ormai imminente default greco, ora colpirà solo gli investitori privati (con banche salvate, sempre a spese dei contribuenti europei, anche se ci è costato il doppio).
In questi termini di "ognun per sè", l'Europa serve... non ai cittadini, ma solo ad una ristretta cerchia di persone.
Ultima cosa... mi sono francamente stancato di sentire fesserie sul tipo "abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità", quando il "botto" non è certamente dovuto al credito privato e voluttuario (cosa a cui molti, aziende e privati ora in difficoltà non hanno mai fatto ricorso). La vera causa del male è probabilmente stata l'abolizione nella distinzione tra banche d'affari e di risparmio/commerciali, dove la raccolta (risparmio) è stato dedicato ad operazioni scelte da questi soggetti, che hanno appunto "inventato", con troppa velocità rispetto all'economia reale, ricchezza mai prodotta/producibile.
montani1 ha scritto:
Il problema è che l'unione europea e monetaria è stata fatta, già a suo tempo, a metà: manca un'unione politica, manca un'unione bancaria soprattutto a livello regolamentare, inoltre la BCE non ha tutti gli obiettivi di una normale banca centrale.
Alla prima vera crisi tutti questi difetti sono saltati all'occhio dei mercati, amplificando così le differenze tra i vari Stati.
Per quanto riguarda la perdità di sovranità, gli italiani non hanno nulla da temere, a maggior ragione con la classe politica che ci ritroviamo.