Para-pa-”ponzi”, Gli Stati Fan Crack!

Stato
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ieri sera era forte ascoltare il tg
''stiamo facendo solo un prestito a mps ''
ma poi il prestito si potrà restituire :eusa_think: :icon_twisted:
io credo che questi professori debbano tornare per delle ripetizioni :laughing7:
 
Super non credo che ci sia bisogno che ti scomodi , per questi basta un bambino delle elementari per dar loro ripetizioni .:sad: ;)
 
Ma scusate... da dei tecnici che dicevano: "Aumentando l'IVA aumenteremo le entrate nella casse dello Stato" senza tenere conto di una OVVIA diminuzione dei consumi e del mettere in difficoltà le aziende aumentando le pressione fiscale cosa vi potete aspettare???

A questo punto chiedo anch'io un prestito allo Stato... ho lo sfratto, mio padre ha quasi 80 anni e non mi fanno il mutuo... mi può fare da garante signor Stato visto che regala miliardi miei ad un ISTITUTO PRIVATO? Una cosa del genere 40 anni fa avrebbe visto scendere in piazza a far protesta milioni di persone...
 
La verità che in Italia le cose cambieranno tra 70-80 anni.. alcuni politici potrebbero anche essere in grado di farlo, ma non si mettono d'accordo mai per tanti interessi economici e politici in ballo...per non parlare di tutti questi piccoli partitini e movimenti che non so a che servano.
Mi fermo qui perché siamo entrati in politica.
 
SuperRobbini ha scritto:
Siccome in Italia si vive con le pensioni dei nonni e dei genitori, tra una decina di anni quando questi non ci saranno più, si assisterà ad uno spettacolo mai visto prima.

O forse, più semplicemente, allo spettacolo in cui avevamo assistito in certi frangenti del periodo 1968-1978.
 
Anche peggio !!!

L'Europa ora è una cosa dominata dalle banche e dai faccendieri che hanno contribuito a costruirla, ad infondere nella testa della gente l'idea di Stati Uniti D'Europa, poi hanno fatto fare la Unione economica e solo quella.

In piccolo un esempio è la storia della Città del Baianese . Dagli anni 70 si parla di unire nella Città Del Baianese i 6 comuni che oggi occupano la conca del Mandamento di Baiano , cioè 6 comuni = 1 Città. Ora si è passati a parlare da qualche anno , di Unione dei Comuni che è tutta un'altra cosa . Diciamo che sarebbe solo una cosa per ricevere più fondi rispetto ad ora , e chi li gestirebbe ? Gli stessi di ora restando ognuno al proprio posto . Con la vera Città ci sarebbe un solo comune con meno posti di potere , e questo non piace a tanti ( la poltrona è sempre la poltrona ) .
 
Riguardo a quello del 1968-78, mi riferivo alle contestazioni giovanili e alle tensioni terroristiche. La rivolta di popolo, insomma.
 
Mi autoquoto per esplicitare un dettaglio che avevo sottinteso...

A parte il fatto che nessuna banca avrebbe preso in considerazione l'idea di concedere prestiti ad un'azienda nelle condizioni di MPS, la qual cosa spiega il perchè dell'aiuto di stato a fondo perduto (perchè questo è, chcchè si chiami "Montibond" ed abbia un interesse nominale del 9%), qualunque banca avrebbe preteso garanizie ben superiori al valore rispetto al finanziamento erogato.

Pertanto, che garanzie di copertura sono state pretese dalla Banca d'Italia? La fondazione MPS ha forse fatto da fidejussore?

Tuner ha scritto:
Più che sul dissesto, vorrei capire su che basi lo stato presta 4Mld di € ad un'azienda privata (a tutti gli effetti, MPS è un'azienda a capitale privato), il cui rating è talmente basso che nessuna banca prenderebbe in considerazione l'idea di concedergli prestiti, ma che anzi, gli imporrebbe di "rientrare" dopo avergli chiuso tutte le linee di credito.
 
SuperRobbini ha scritto:
Quelle non ci saranno: in Italia sono di più i vegliardi dei giovani. Tra dieci anni lo Stato sarà la patria della senescenza.

A parte questo, devo dire che qualcuno "sveglio" sempre c'è.
Un paio di miei amici degli anni universitari sono divenuti ora attivisti politici, cosa che, conoscendoli, sarebbe stata impensabile fino a solo due anni fa.
 
Tuner ha scritto:
A parte il fatto che nessuna banca avrebbe preso in considerazione l'idea di concedere prestiti ad un'azienda nelle condizioni di MPS, la qual cosa spiega il perchè dell'aiuto di stato a fondo perduto (perchè questo è, chcchè si chiami "Montibond" ed abbia un interesse nominale del 9%), qualunque banca avrebbe preteso garanizie ben superiori al valore rispetto al finanziamento erogato.

Pertanto, che garanzie di copertura sono state pretese dalla Banca d'Italia? La fondazione MPS ha forse fatto da fidejussore?

La vicenda sembra essere più ingarbugliata, e perlomeno molto più "strana" di come sembrava all'inizio..:eusa_think:
 
In Italia, le "vicende" si ingarbugliano frequentemente e di proposito, perchè così si perde di vista il problema di fondo.
Se un'azienda è solida e ben capitalizzata ed il suo management ha elaborato un piano industriale serio e credibile, non dovrebbe avere difficoltà a trovare sul mercato finanziamenti e finanziatori.
Se un'azienda deve invece ricorrere a finanziamenti quali i MontiBond per salvarsi, o non è affatto solida, ben capitalizzata e dotata si un serio piano industriale, oppure c'è un problema di sistema (cioè mancano i capitali sul mercato).
Anche in quel caso, però, questo aiuto con risosrse statali non va bene, perchè allora MPS sarebbe più "uguale" degli altri, visto che finanziamenti come i "MontiBond" non sono accessibili a tutte le imprese, che a quel punto risultano discriminate
Comunque la si voglia vedere, la sintesi del problema, nella sostanza, è solo questa.
 
Tuner ha scritto:
In Italia, le "vicende" si ingarbugliano frequentemente e di proposito, perchè così si perde di vista il problema di fondo.
Già.. e non riguarda solo vicende economiche.
Se un'azienda è solida e ben capitalizzata ed il suo management ha elaborato un piano industriale serio e credibile, non dovrebbe avere difficoltà a trovare sul mercato finanziamenti e finanziatori.
Se un'azienda deve invece ricorrere a finanziamenti quali i MontiBond per salvarsi, o non è affatto solida, ben capitalizzata e dotata si un serio piano industriale, oppure c'è un problema di sistema (cioè mancano i capitali sul mercato).

Quoto in pieno.
 
Il discorso dei tagli alla spesa pubblica rientra ampiamente nel discorso concernente l'economia, al di là dal fatto che poi si siano verificati episodi curiosi come quello di Napoli.

Le tasse/imposte servono per i servizi e per pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici, mentre i contributi per pagare le pensioni "correnti" (lo sapete meglio di me, anche se le imposte non sono collegate a servizi ma a presupposti particolari, come per es il verificarsi di un reddito).

Ora mi chiedo: c'è la proposta di esentare per alcuni anni le imprese da tasse e contributi se le stesse imprese assumono over 30 con contratti a tempo indeterminato, e queste stesse tasse/contributi rimangono a carico dello Stato. Ma sul piano della spesa pubblica, se questa proposta venisse messa in atto (pare che in passato già ci fosse), non si dovrebbero essere ulteriori tagli?:eusa_think: lo Stato spende ancora di più perché le imprese sono esentate per qualche anno, e da qualche parte dovrà pur tagliare....

domanda forse ingenua, ma legittima... :eusa_think:
 
Vanno semplicemente diminuiti i costi per i servizi forniti, non i servizi forniti.
...peccato che sia l'apparato politico burocratico, ovvero la fonte stessa della spesa incongrua e dell'improduttività, cioè dei costi improduttivi e dello spreco delle risorse, l'organismo deputato a decidere come si procede.
Dovrebbero praticamente auto-eliminarsi, cosa che prevedo sarà alquanto improbabile...
:icon_rolleyes:
 
Ultima modifica:
massera ha scritto:
Il discorso dei tagli alla spesa pubblica rientra ampiamente nel discorso concernente l'economia...
Tranquillo :), il richiamo era per l'intervento cancellato e per alcuni post che cominciano a parlare di linee politiche, non certo per i tagli... ;).
 
Tuner ha scritto:
Vanno semplicemente diminuiti i costi per i servizi forniti, non i servizi forniti.
...peccato che sia l'apparato politico burocratico, ovvero la fonte stessa della spesa incongrua e dell'improduttività, cioè dei costi improduttivi e dello spreco delle risorse, l'organismo deputato a decidere come si procede.
Dovrebbero praticamente auto-eliminarsi, cosa che prevedo sarà alquanto improbabile...
:icon_rolleyes:

In effetti c'è il solito discorso degli "sprechi", perché spesso i servizi costano di più di quanto basterebbe per renderli efficienti.

Inoltre la proposta della riduzione del costo del lavoro, in alcuni casi e situazioni, darebbe una mano alle piccole e medie imprese situate, diciamo cosi, in zone "periferiche", e forse potrebbero anche assumere (e si spera non solo gli under 30).
Allo stato attuale delle cose il lavoro è "localizzato" soprattutto nelle grandi città, in cui la vita costa molto (a cominciare dagli affitti) e, se per vari motivi uno non può fare il pendolare e deve trasferirsi sul posto, avrà spese tali da dover pensare solo a quelle.. per acquistare beni di consumo (un libro, una tv o anche per uscire a mangiare fuori) non ci saranno sempre disponibilità e saremmo punto a capo.
 
Non si può pensare che la competitività manifatturiera sia ritrovabile riducendo le retribuzioni e precarizzando, laddove i costi sistemici rimangono altissimi e le retribuzioni sono già fra le più basse d'Europa. (a parte ovviamente politici, manager e consulenti, che invece svettano...)

In aree geopolitiche dove i costi della vita sono alti, nessuno sano di mente può pensare che il manifatturiero possa orientarsi a prodotti di largo consumo e basso costo, vincendo la competizione con le produzioni delocalizzate, dove la vita costa una frazione rispetto al mondo occidentale.

Se non esiste un mercato interno, il settore manifatturiero (e l'Italia non ha risorse naturali da vendere) non ha speranze, a meno che si orienti sull'high tech, ma anche fosse, quanta occupazione può sviluppare un mercato di nicchia?
...e quanta innovazione può esistere in un paese che da decenni non investe nell'istruzione, nella ricerca e nello sviluppo?

L'apparato ha bisogno di burocrazia per avere una sua ragion d'essere, ma la burocrazia e l'apparato non sono attività efficienti e non creano nulla per la collettività, se non costi e complicazioni sempre crescenti.
Se si vuole ritrovare competitività e dare un taglio importante al debito dello Stato, bisogna inesorabilmente cominciare da qui, però ripeto, sarà molto difficile che apparato e burocrazia decidano da soli di ridimensionarsi o sopprimersi.
 
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