Prima dei consumatori protesteranno le categorie. Categorie a cui già i conti non tornano più, anzi stanno peggiorando, giorno dopo giorno...
...poi, da che mondo è mondo, la maggioranza degli italiani è fatta di quaqquaraqquà che la sparano grossa al bar ma poi non fanno nulla, riponendo ogni speranza nello stellone a cinque punte o che danno carta bianca al messia di turno.
D'altro canto, i tedeschi sono individui disciplinati per natura, che non si fanno domande e non protestano mai.

Come avevo già scritto tempo fa (credo proprio in questo TD), attenzione che l'aumento dei prodotti petroliferi, siamo nell era del petrolio e derivati (tutto ciò che usiamo se non è di plastica ne ha in buona percentuale), avrà un terrificante effetto domino sui prezzi e sulla disponibilità di tutti i beni di cui abbiamo necessità e che normalmente usiamo, non solo per viaggiare ma anche per mangiare.
E' bene sottolineare che l'aumento del petrolio non alza soltanto i prezzi dei trasporti e quindi, di riflesso, dei beni trasportati, ma anche il prezzo di quegli stessi beni, nel caso migliore a causa degli imballaggi di confezionamento.
Il paradosso europeo della situazione carburanti è che, nonostante la significativa svalutazione del dollaro e dell'altrettanto importante apprezzamento dell'euro, rispetto a 12 mesi fa l'aumento dei prezzi alla pompa in Europa è significativamente più alto che negli USA.
...cosa che si spiega soltanto con l'IVA su un prezzo già tassato ad oltre il 100% del suo valore reale.
Speriamo di non essere già arrivati al punto che le risorse petrolifere non siano sufficienti a sostenere lo svliuppo dei prossimi anni e che gli speculatori delle commodities, componente tutt'altro che marginale dei prezzi attuali, debbano arrivare a pagare il loro debito (per gli acquisti di petrolio "futuro") anzichè rivenderlo e guadagnare ancora.
Se davvero fossimo al punto che le risorse petrolifere non sosterranno lo svliuppo dei prossimi anni (si dice che a 200$ il barile collasserebbe l'economia mondiale) aspettiamoci guai ben peggiori (recessione, guerre, povertà diffusas) di quelli rappresentati dal prezzo alto della benzina.
