In questa F1 non vince nè la macchina più veloce nè il pilota migliore. Solo un cieco od un tifoso di Hamilton può affermare una cosa simile.

Vince chi sceglie la tattica più efficace ed è fortunato.
Lo è in funzione di come rispondono gli pneumatici, cosa ancora tutt'altro che chiara e prevedibile, e da come viene penalizzato nei momenti in cui subisce attacchi a cui non può rispondere ad armi pari.
Pertanto, vincere in questa F1 artificiale dipende dal saper usare al meglio gli pneumatici, cosa che a sua volta dipende più dagli strateghi ai box che dal manico del pilota.
Gli pneumatici, per la prima volta nella storia dell'automobilismo sportivo non sono stati progettati per le migliori prestazioni e durata, ma, su precisa indicazione della FIA, appositamente per rimescolare le carte in corsa e dare molto peso all'alea (sorte, altrimenti detta c*lo)
"Abbiamo assistito a un ventaglio interessante di strategie, con la McLaren che è riuscita a far funzionare le tre soste per Hamilton, ma la Red Bull è arrivata molto vicina alla vittoria con due pit stop soltanto. Rispetto alla Malesia, abbiamo registrato un degrado molto inferiore, e alcuni piloti sono riusciti a percorrere 20 o più giri sulle hard. Non abbiamo visto una quantità eccessiva di 'marbles' simili a 'toffee' fuori dalla traiettoria ed è evidente che questa gara è stata vinta o persa grazie alle strategie degli pneumatici. Il risultato finale è l'arrivo molto ravvicinato al traguardo di tutti i piloti di testa, dove chi ha saputo gestire meglio i suoi ha conquistato le posizioni migliori. E’ difficile immaginare come poter migliorare tutto questo nel prossimo gran premio in Turchia, ma di certo cercheremo di offrire uno spettacolo altrettanto emozionante".
Paul Hembery PIRELLI http://www.sportal.it/news/news252829.html