Non mancano le polemiche prima dello switch off: la Federazione Radio Televisioni ricorda che
A differenza di altre regioni italiane – come la Regione Campania che ha stanziato 10 milioni di euro e la Regione Lazio che ha messo a disposizione diversi milioni di euro con il bando sull’audiovisivo – nessuna iniziativa è stata adottata per sostenere le Tv locali piemontesi il cui ammontare medio degli investimenti, per il solo adeguamento degli impianti, è pari a un milione di euro per azienda. La FRT rinnova l’invito alla Regione Piemonte di attivarsi (magari utilizzando i fondi europei come hanno fatto Lazio e Campania), nel più breve tempo possibile, per reperire le risorse necessarie a sostenere un settore, quello delle tv locali che, nel rispetto dei principi di pluralismo e indipendenza, ha sempre svolto un ruolo insostituibile nell’erogazione di servizi d’informazione, promozione e valorizzazione del territorio.
E la conversione e ripartizione delle frequenze si presenta un bel pasticcio
Per non bloccare il passaggio, con i conseguenti danni economici per i big dell’etere (questione soglie antitrust ancora viva), le emittenti passeranno al digitale, convertendo semplicemente i loro trasmettitori da analogico a digitale, conservando le frequenze. Unico obbligo impiegare il 75% di potenza in meno per attenuare le interferenze.
Gli impianti collegati su banda di rimbalzo (il 43% della distribuzione) continueranno a funzionare in tecnica multifrequenza M.F.N. o multi-S.F.N., evitando i costosi feeds satellitari o gli apparati di collegamento.
Tutto eseguito in modo da non privare le emittenti delle preziose frequenze e scongiurare ricorsi di fronte al TAR.