Ecco l'articolo di oggi sul quotidiano trentino al riguardo della situazione di rovereto e rai:
I consumatori da una parte, il Corecom dall’altra. La Rai è tra due fuochi. «E’ ormai evidente - dice Enrico Paissan, del comitato regionale per le comunicazioni - che i disservizi riguardano numeri di utenti che vanno molto oltre l’eccezionalità. Non si tratta di impianti accidentalmente inefficienti o di specifiche zone con problemi, ma di una massa importante di cittadini. A dimostrazione che si è affrontato il passaggio al digitale sottovalutandone la complessità. Sappiamo che Rai ha concordato col ministero l’utilizzo della frequenza Whf, che già era sua, in un’ottica di risparmio. Ora è evidente che quella frequenza avrebbe creato problemi agli utenti: tutti gli altri operatori si ricevono ovunque, il problema è solo per il segnale Rai. A questo punto il nodo va affrontato e risolto. Cambiando le frequenze di trasmissione, se è ancora possibile, o risarcendo chi ha dovuto rifare gli impianti. Ma si parla di moltissimi utenti, soprattutto nella zona di Rovereto, mentre Trento sembra per ora avere assorbito il cambiamento molto meglio. Evidentemente in Vallagarina orografia e sovrapposizione di diversi ripetitori rendono la questione più complessa. Segnaleremo il problema alla presidenza Rai».
Sarebbe circa un 20 per cento degli utenti (il dato è ancora frutto di una stima, non di un censimento) ad avere problemi di ricezione dei canali Rai. E per problemi strutturali: antenne da sostituire o amplificatori da cambiare o ritarare. Costo dell’intervento da 100 a 300 euro, dice il tecnico. «Che deve pagare la Rai», aggiunge il Centro tutela consumatori di Trento.
«A complicare le cose - dice Carlo Bruschetti, consegnatore e antennista per il negozio Al Risparmio - sono state le false convinzioni diffuse fino a pochi giorni fa. Solo adesso la Rai ammette quello che era evidente da subito: a parte casi rari, il problema non era nei decoder da risettare ma negli impianti. Quelli che in teoria avrebbero dovuto ricevere senza alcun problema anche la nuova Tv. Invece buona parte delle antenne di banda terza vanno sostituite. Per la nuova frequenza serve un’antenna di dimensioni diverse. E tanto è vero, che le scorte sono già esaurite: non si trovano più. Inoltre sugli impianti centralizzati, gli amplificatori canalizzati bloccano la nuova frequenza Rai. Vanno ritarati se è possibile, oppure sostituiti. Solo quelli a banda larga funzionano».
Costo per gli utenti? «Dipende da caso a caso, dalle esigenze di impianto e dall’ operatore, perchè il margine tra l’uno e l’altro è notevole. Comunque per avere un ordine di grandezza, si può pensare di spendere 100 euro per la sola sostituzione dell’antenna e circa il doppio per quella dell’amplificatore». Dovendo fare l’uno e l’altro, sono 300 euro. E sperando che, come accade quasi sempre mettendo mano a un’impianto, l’antennista non scopra altre parti da sostituire perchè vecchie, malridotte o non compatibili con le nuove. O la necessità di rifare gli allacciamenti, per i cavi coassiali ormai rovinati.
«Quello che ci sembra chiaro da subito - dice Carlo Biasior, del Centro ricerca tutela consumatori e utenti di Trento - è che non debbano essere i cittadini a sopportare questa spesa ulteriore. L’intera operazione era stata presentata come priva di qualsiasi rischio. Si era prevista la necessità del decoder, ma quello doveva bastare. Invece ora si scopre che un numero importante di cittadini, circa il 20 per cento secondo il nostro tecnico anche se è un dato ancora approssimativo, dovrà far rivedere l’impianto da un antennista. Non possiamo che farci promotori dell’istanza più che legittima degli utenti che questi costi li paghi la Rai, o comunque qualcuno diverso da loro tra i soggetti coinvolti. Appoggeremo sia i gruppi che si formino spontaneamente per questo scopo, sia le richieste dei singoli che si possono rivolgere direttamente a noi, chiamando il numero 0461/984751». (l.m)