semolato ha scritto:
Dado, sei fuori strada come un pinguino in giro per il Cairo.

Guarda che a quei livelli non si licenzia. Ci si "dimette per passare a" oppure "si risolve con reciproca soddisfazione".
Su questo argomento, Sky dal 2003 è come Omaha Beach la mattina dopo il D-Day: piena di cadaveri. E molti, molti altri ne verranno, con questi colpi di genio che si osservano recentemente, e a furia di dare retta agli esponenti del pensiero unico... A me non dispiace, anzi, auguro a chi prende certe decisioni tranvate in faccia a profusione. Basterà aspettare dopo Natale, se non cambiano subitissimo sentiero.
Ma pieni di sé come sono, si getteranno nel dirupo fra gli applausi scroscianti della loro (costosissima) claque.
Sinceramente non so quanto si possa sperare davvero in un cambiamento di rotta.
Convengo con quanto già detto nell'altro thread, e cioè che bisogna vedere in termini di abbonati qual è la loro soglia di allarme. Se i 4,5 mil. a Sky garantiscono delle entrate ritenute soddisfacenti, allora è inevitabile che sentano meno la spinta a porsi seriamente il problema dell'innovazione.
C'è da considerare, inoltre, che quanto più si sale nella scala aziendale, tanto più l'attenzione alla quantità e quindi alla produttività e agli utili, diventa preponderante rispetto alla qualità (salvo legnate pazzesche da parte del mercato).
La mentalità da bottega la si ritrova con facilità nelle prime fasi di sviluppo di un'attività imprenditoriale. Allora l'attenzione al particolare e al soddisfacimento della clientela, con cui si ha un rapporto quasi diretto, è tangibile perchè prioritaria. Con l'espandersi, purtroppo, si perde il contatto con le reali urgenze. Ci si limita al soddisfacimento grossolano, tanto più finchè, vivendo di rendita sul passato, si riescono a conseguire degli utili accettabili.
E allora il punto focale diventa questo: come e quanto gli utenti di Sky possano riuscire a influire sulla mentalità aziendale, tenendo presente che la colpa, nel mio modo di vedere, non va imputata nemmeno a questo o quel manager, ma a chi fa la selezione del personale e quindi mette in campo la
mission dell'azienda; l'idea che si ha di essa sul mercato.
Attualmente sembra che la deriva sia quella già sperimentata in altre aziende del settore (vedi Mediaset), e proprio per questo, soprattutto alla luce della storia di quell'azienda e dell'attuale politica televisiva, non c'è da essere ottimisti per quel che riguarda Sky.
In quest'ultimo caso, tuttavia, se non altro c'è la differenza sostanziale che gli utenti con le disdette, o con la minaccia delle stesse, possono far sentire ai vertici la terra tremare sotto i c..ervelli che attualmente si cullano nella quasi totale inerzia creativa e innovativa.
E' pur vero, cmq, che ce ne vuole davvero, prima che si riesca a cambiare la filosofia stessa dell'azienda e che si estirpi il virus della ricerca del profitto
tout court.