Terremoto, scossa di magnitudo 6.0 Epicentro a 36 km a nord di Bologna

Tuner ha scritto:
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Piuttosto, sarebbe il caso di sistemare (prima degli eventi) le costruzioni che anti sismiche non sono, come ad esempio la stragrande maggioranza dei capannoni industriali (anche recenti), che nei nodi fra i pilastri non hanno nessun tipo di vincolo.
Sarebbero tra l'altro, lavori non paticolarmente complessi (flange e barre) in grado di muovere l'economia e spingere alla ripresa economica, risollevando il settore trainante per l'Italia.
I nodi sono tra i pilastri (elementi strutturali verticali) e le travi (elementi strutturali orizzontali). Se non avessero alcun tipo di vincolo i capannoni cadrebbero da soli. L'appoggio è un vincolo, ma non adatto ad una struttura che deve resistere alle forze sismiche.
Flange e barre (?) [forse ti riferisci ad elementi verticali HE ed elementi orizzontali IPE, in acciaio] si possono aggiungere facilmente alle strutture preesistenti se queste stesse sono in acciaio. Purtroppo molti capannoni possiedono strutture in calcestruzzo armato e cls precompresso gettate in opera o prefabbricate. In questo caso è più difficile intervenire e comunque molto più costoso. Spesso è meglio abbattere e ricostruire.
Senza entrare nel dettaglio, non è soltanto una questione di nodi. Nella progettazione ed esecuzione di strutture non antisismiche si procede ad analizzare soltanto i carichi verticali propri ed indotti sul complesso strutturale. In definitiva si opera con vettori verticali con la "punta" orientata verso il basso (pesi). Poi si analizza come questi pesi devono scaricarsi sul terreno e si sceglie il tipo di fondazione.
Nel caso di strutture antisismiche, oltre ad analizzare quanto detto prima, si procede a determinare a quali sollecitazioni sono sottoposte le strutture per effetto del sisma (ondulatorio e/o sussultorio) trasmesse dal terreno tramite le fondazioni (che in questo caso diventano elementi bidirezionali di trasmissione delle forze, cioè dalla struttura al terreno e dal terreno alla struttura). In generale si ottengono "vettori" comunque orientati (non più solo verticali) per i quali il progettista deve provvedere al corretto dimensionamento sia delle travi che dei pilastri con particolare cura dei nodi. In generale la risultante di tutte le sollecitazioni trasmesse per effetto sismico sul baricentro delle strutture induce sulle stesse un "momento torcente" che, se non contrastato, diviene la causa principale dei crolli.
Facciamo l'esempio banale dello stuzzicadenti. Se lo tieni e lo stringi fra due dita lungo il suo asse è più probabile che ti faccia male tu piuttosto che si spezzi lui. Se invece gli applichi una forza minuscola ortogonale al suo asse lo stuzzicadenti si spezzerà e le tue dita saranno salve.
Buon proseguimento.
 
Non intendevo entrare nel merito, ma semplicemente puntualizzare che, come può essere fatto per certe abitazioni, anche per i capannoni industriali è (quasi) sempre possibile effettuare opere, non particolarmente complesse o costose, che rendano la struttura esistente più adeguata a resistere ad eventi sismici. Terremoti tutto sommato non estremi e che il più delle volte causano danni per deficienze strutturali piuttosto che per l'energia rilasciata.
 
Facciamo un esempio: hai una busta con un litro di latte che devi necessariamente versare in un pentolino per riscaldarlo. Hai a disposizione solo due pentolini: uno da 500 ml e l'altro da 300 ml (risultano entrambi inadeguati, ma il primo è più adeguato del secondo) allora riscalderai il latte in due volte facendo uso del pentolino più grande a tua disposizione.
Con i terremoti è concettualmente errato pensare che esistano strutture più o meno adeguate (il latte non lo puoi riscaldare in due volte): o sono adeguate o non lo sono affatto.
 
Facendo un rapido calcolo fra quanto costerebbe la sola struttura (da realizzare ex novo) di un capannone rettangolare e senza alcuna dissimmetria (quindi semplice) capace di resistere fino al 5° grado della scala Richter ed una sua (geometricamente) simile struttura non antisismica, ne viene fuori un costo maggiore del 70-80%.
Memore del terremoto del 1968 che terrorizzò la Sicilia e distrusse molti comuni della Valle del Belice, nonostante la Regione (autonoma anche per il Genio Civile che da essa dipende e che rilascia le autorizzazioni a costruire le strutture) avesse già legiferato ed imposto i parametri di progettazione e di realizzazione, quando potei permettermi di costruirmi casa mia andai in Giappone (approfittando di una breve missione) per vedere come costruivano. Casa mia è poggiata su martinetti in parte idraulici ed in parte a gas: non voglio vedere neanche i lampadari che oscillano durante un eventuale sisma (scosse ce ne sono state parecchie negli anni seguenti). Ah scordavo... non voglio neanche rifare il puntamento alle antenne paraboliche.......
 
Se uno vuol farlo, ha i fondi ed ottieni i permessi, è libero di abbattere casa propria ricostruendola come più gli piace....
Resta che buona parte del proprio tempo (anzi la maggior parte) lo si trascorra in ambienti che non sono quelli domestici, in cui le scelte strutturali non dipendono dalla nostra volontà, ma non lo sono nemmeno negli ambienti domestici, visto che le case di proprietà (come struttura indipendente) sono una minoranza, rispetto al patrimonio complessivo.

I centri storici italiani sono composti in larga parte da strutture edificate in epoca remota, che (in particolare se di un certo rilievo architettonico) non dobbiamo abbattere,, ma che possiamo invece adeguare (nei limiti del possiile) per preservarli, sia per la sicurezza di chi ci abita/lavora che per difendere un patrimonio unico al mondo.

Salvo eventi molto rari , l'italia e specialmente il cento nord, non è una zona sismica di terremoti che sviluppino energie confrontabili con quelli di altre aree, ad es. il Giappone.

La situazione di crisi economica e di generale illiquidità non consentono di pensare ad abbattimenti generalizzati di edifici industriali costruiti anche recentemente, ma è da irresponsabili pensare di non far assolutamente nulla per aumentarne il grado di sicurezza, semplicemente confidando nella buona sorte.
Inoltre, certe strutture estreme eccedono largamente le reali necessità di sicurezza, mentre una miriade di edifici per abitazione od industriali non è in grado di sopportare eventi di gran lunga inferiori a quelli massimi assoluti, senza rischiare danni gravi, sia per l'incuria che per le proprie caratteristiche strutturali.

Agli edifici esistenti, sia in pietra che in cemento armato, possono essere applicati accorgimenti (che sono poi quelli visibili, a posteriori, in tutte aree colpite da sismi distruttivi), solo che bisonerebbe farlo prima e non dopo.

Mio nonno, nel 1954 lo fece installare nella casa degli avi (piastre, tiranti, cordoni in cemento armato etc).
Durante il terremoto de L'Aquila, nonostante le abitazioni intorno siano state pesantemente danneggiate e rese inabitabili, l'unico danno serio del'edificio ha coivolto una pertinanza che non era stata aggiornata secondo quei criteri, segno che gli "accorgimenti" una valenza devono averla e quindi ha senso adottarli in via preventiva.
 
Ultima modifica:
In zona sismica l'imprenditore che possiede un capannone industriale non antisimico sarà messo nelle condizioni di scegliere:
  • O lo adegua totalmente (ovvero lo ricostruisce con criteri antisismici) ed ottiene la relativa certificazione che gli permetterà di continuare nella propria attività in quel determinato sito.
  • O chiude quel capannone e va a lavorare (se vuole) altrove.
Vie di mezzo non ce ne stanno.
E' stato richiesto dal Ministero delle Infrastrutture un parere al Consiglio Nazionale degli Ingegneri in merito alle questioni di cui trattiamo ed il CNI si è espresso come ho già più volte cercato di spiegare.
Il resto sono pareri personali sicuramente in gran parte condivisibili, ma rimangono tali.
Ovviamente il patrimonio storico/artistico italiano è unico al mondo e si farà del tutto per ripristinare ciò che si è perso (dipende dallo Stato, dalle Amministrazioni locali e da mille cavilli burocratici). Ma la priorità assoluta che il CNI ha voluto esprimere è quella della salvaguardia della vita umana nelle fabbriche, nelle abitazioni ed in ogni altro luogo.
 
relop.ing ha scritto:
In zona sismica l'imprenditore che possiede un capannone industriale non antisimico sarà messo nelle condizioni di scegliere:
  • O lo adegua totalmente (ovvero lo ricostruisce con criteri antisismici) ed ottiene la relativa certificazione che gli permetterà di continuare nella propria attività in quel determinato sito.
  • O chiude quel capannone e va a lavorare (se vuole) altrove.
Vie di mezzo non ce ne stanno.
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magari fosse cosi semplice , se mai la tua proposta dovesse diventare legge prevedo un'aumento della disoccupazione di almeno 10 punti ,
 
Altro terremoto avvertito distintamente circa 4 minuti fa anche qua a Cremona :sad: :sad:
 
si balla ancora... non se ne può più...
da twitter, pare si sia sentita anche a milano.
 
Confermo l'ho sentita nettamente a Milano.
Il tavolino e le sedia ha ballato per alcuni secondi.
a skytg24 hanno dato solo la notizia, niente di più.
 
Il sito usgs dice magnitudo 4.8, inferiore a quelli di martedì scorso.
 
Epicentro 3Km SSW San giacomo delle segnate, magnitudo 4,8, profondità 6Km.
 
ingv

Ml:5.1 2012-06-03 19:20:43 UTC Lat=44.90 Lon=10.94 Prof=9.2Km Prov=MANTOVA,REGGIO EMILIA,MODENA
 
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